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Il WTA 1000 di Indian Wells e il ritorno del tennis a tutto campo

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Dopo i due WTA 1000 arabi (Doha e Dubai), nei quali le più forti avevano lasciato strada alle outsider, a Indian Wells sono tornate protagoniste le prime della classe. Per la precisione: non le prime del Ranking WTA, ma le prime della Race, cioè la classifica meno “ingessata”, e più attuale, perché fa riferimento soltanto alla stagione 2025. Al via del torneo, in cima alla Race c’erano Keys (1), Sabalenka (2), Swiatek (3) e Andreeva (4), e proprio loro quattro sono state le protagoniste delle partite decisive. Le semifinali, infatti sono state Sabalenka vs Keys e Andreeva vs Swiatek. Nessuno spazio per nomi a sorpresa o per tenniste inattese.

Purtroppo la prima semifinale quasi non è andata in scena, a causa della virtuale assenza di Madison Keys: 6-0, 6-1 in appena 52 minuti. Keys era fisicamente in campo, ma la sua intensità mentale non c’era proprio. La mia sensazione è che Madison abbia sentito il peso della striscia di imbattibilità aperta (16 match vinti di fila). Una pressione che era già emersa nei turni precedenti sotto forma di passaggi a vuoto sia contro Mertens che contro Vekic. Di fronte a un’avversaria come Sabalenka, particolarmente motivata e decisa a prendersi la rivincita dopo la finale Slam di Melbourne, Keys non è sembrata pronta a reggere il confronto, perso sotto ogni aspetto.

Di tutt’altra intensità l’altra semifinale. Andreeva ha sconfitto Swiatek 7-6(1) 1-6 6-3. Stesso esito di un mese fa negli Emirati Arabi (6-3 6-3), anche se al termine di una match molto più combattuto. Mirra era reduce dal successo nel WTA 1000 di Dubai, mentre Iga era la bi-campionessa in carica di Indian Wells, visto che aveva vinto le edizioni 2022 e 2024. A mio avviso a fare la differenza è stata la maggiore consistenza mentale di Andreeva, soprattutto nei passaggi chiave della partita: ha dominato il tiebreak nel set di apertura (chiuso 7-1) ed è risultata più solida nel terzo set, quando Iga è sembrata farsi prendere dall’ansia della situazione, cominciando a sbagliare oltre i suoi standard.

Sul piano psicologico sembra che in questa fase di carriera Swiatek riesca a dare il meglio solo quando è totalmente in controllo del punteggio; in questi casi continua a dimostrarsi un rullo compressore, distribuendo 6-0 e 6-1 a piene mani. Ma quando l’avversaria le resiste e la spinge al confronto testa a testa, emergono le fragilità: nel 2025 Swiatek ha perso 4 tiebreak su 5 disputati e ha anche perso entrambe le semifinali che si sono risolte al terzo set (contro Keys a Melbourne e contro Andreeva a Indian Wells).

Iga non vince un torneo dal Roland Garros 2024 e sembra essere entrata nel classico circolo vizioso: la mancanza di successi non la aiuta a dare il meglio nei momenti decisivi dei match, e il ricordo di quelle difficoltà pesa in negativo sulla sua serenità nei passaggi determinanti delle partite. In pratica è la situazione opposta di Andreeva, che invece sta attraversando una fase di crescita esponenziale, accompagnata da vittorie in serie che alimentano la fiducia e la convinzione nel suo tennis.

E così Andreeva è approdata in finale dopo avere affrontato un percorso proibitivo, perfettamente sovapponibile a quello di Madison Keys all’Australian Open 2025. Infatti entrambe hanno dovuto superare dagli ottavi di finale in poi le stesse giocatrici: Rybakina, Svitolina, Swiatek, Sabalenka (per non parlare di Tauson al secondo turno). Ecco, quando si vince un torneo dopo un tabellone del genere, tutto si può dire tranne che si sia trattato di un caso o di fortuna. Lo avevo scritto in occasione del successo di Keys a Melbourne, e lo ribadisco oggi per Mirra.

Ma l’elemento più interessante del torneo di Indian Wells è arrivato proprio dalla finale, dalla partita tra la attuale numero 1 del mondo Sabalenka e la giocatrice più in forma del momento, Andreeva. Ancora più del risultato, l’aspetto che mi ha colpito maggiormente è stato il tipo di gioco proposto. Abbiamo assistito a un genere di tennis che sembrava quasi impossibile rivedere in un confronto tanto importante: un match che si è giocato a tutto campo e che non si è deciso soltanto attraverso i tre colpi fondamentali (servizio, dritto e rovescio in topspin).

Fin dai primi scambi le contendenti si sono sfidate a colpi di drop-shot. E poi, man mano che il confronto si sviluppava, sia Mirra che Aryna hanno ulteriormente arricchito il repertorio. Hanno fatto ricorso con frequenza alle diverse declinazioni del backspin: risposte bloccate, chop di difesa, slice utilizzati in funzione di attacco o per spezzare il ritmo del palleggio avversario. Sia di dritto che di rovescio.

Non solo. Sabalenka in qualche occasione, servendo da destra, ha fatto ricorso al serve&volley, secondo lo schema più classico: servizio slice a uscire e volèe incrociata nel campo sguarnito. D’altra parte Andreeva alcune volte ha utilizzato il lob come colpo difensivo da fondo campo; una specie di “reset” a cui ricorrere per annullare il vantaggio che l’avversaria si è costruita nello scambio; l’ultima giocatrice che sapeva utilizzare con maestria questa pallonetti “reset”, che atterrano a pochi centimetri dalla linea di fondo, è stata Agnieszka Radwanska.

Grazie a questa varietà di scelte da parte di entrambe, abbiamo assistito a situazioni in cui ognuna poteva trovarsi a colpire in qualsiasi parte di campo. E l’aspetto interessante è che tutte e due si sono trovate a loro agio in un contesto così ricco tecnicamente e tatticamente. Ciascuna senza perdere le proprie specificità e caratteristiche, ma a conti fatti Sabalenka e Andreeva si sono misurate dando fondo al meglio del loro repertorio.

Dopo questo match, sono curioso di scoprire come evolverà la loro rivalità, e verificare se ogni volta che si fronteggeranno assisteremo a confronti sempre disputati “a tutto campo”. Ricordando i loro esordi, si poteva soltanto presumere che entrambe sarebbero approdate a questa ricchezza di soluzioni, ma non era poi così scontato. Come sono arrivate a questo punto? Provo a dare la mia interpretazione, cominciando da Sabalenka.

a pagina 2: L’evoluzione del tennis di Sabalenka e Andreeva e il confronto con le ultime numero 1 del mondo

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