La classe e la crescita di Mirra Andreeva: è già la tennista più forte del mondo?
Sta succedendo tutto troppo in fretta? Mi sta bene così
Mirra Andreeva nella conferenza stampa dopo il trionfo di Indian Wells
All’Australian Open la stella di Mirra Andreeva aveva brillato ma solamente fino ad un certo punto: la 17enne russa aveva raggiunto gli ottavi di finale, con grande fatica, prima di farsi travolgere dalla potenza di Aryna Sabalenka. La numero 1 del mondo si era imposta con un rapido 6-1 6-2, ‘migliorando’ il 6-3 6-2 di un paio di settimane prima, nella semi di Brisbane, e proseguendo la sua personale vendetta sportiva per i quarti del Roland Garros del 2024, quando Andreeva bussò per la prima volta alle porte del vertice del tennis mondiale, superando Aryna nel più classico degli psicodrammi, tra infortuni, nervi, lotta, colpi di scena e scambi mozzafiato.
All’Australian Open la stella di Mirra Andreeva (che diventerà maggiorenne il prossimo 29 aprile e che, di conseguenza, è la più giovane vincitrice del torneo della Coachella Valley dai tempi di Serena Williams nel 1999) aveva brillato ma solamente fino ad un certo punto, e il 6-2 del primo set della finale di Indian Wells sembrava l’inevitabile aperitivo di un’altra delusione. E invece.
E invece Andreeva ha cambiato marcia, ha disegnato il campo, ha dominato la più forte di tutte e ha scritto la sua dichiarazione d’intenti: da adesso in poi ci sono io, e fossi in voi mi preoccuperei. La nuova numero 6 del ranking WTA – ma siamo sicuri che questo numerino sia destinato ad essere aggiornato – nel giro degli ultimi mesi è diventata un’altra persona: la crescita fisica, la crescita tecnica, la crescita a livello di personalità, le due vittorie consecutive a livello 1000. Andreeva ha il carattere della predestinata ma – soprattutto – i margini di miglioramento della futura dominatrice: gli exploit di giovani campionesse – vere o presunte – hanno contraddistinto, da sempre, la storia del tennis femminile ma la sensazione è che Mirra sia speciale.
Perchè non vince con gli occhi chiusi e con la leggerezza delle scelte più rischiose, perchè non vince sorprendendo avversarie che non la conoscono abbastanza, perché non vince per il caso del tabellone giusto o della settimana benedetta: vince perchè sa fare più cose delle altre, vince perchè è già la più forte. Nel secondo set ha dato spettacolo con le smorzate, prima di chiudere il parziale con un game di servizio praticamente perfetto, con un servizio vincente dietro l’altro. Andreeva è solamente la terza minorenne della storia recente del tennis (ultimi 40 anni) a sconfiggere sia la numero 1 che la numero 2 del mondo dopo Steffi Graf (Miami 1987) e Serena Williams (US Open 1999). Due candidate al GOAT, e poi lei. E rendiamoci conto.
Mirra nel corso del 2025 ha vinto 19 delle 22 partite che ha disputato ed è reduce – tra Dubai e il BNP Paribas Open – da 12 vittorie consecutive: il suo percorso californiano ha curiosamente replicato quello australiano dell’altro grande nome dell’anno del tennis femminile, e ovviamente ci riferiamo alla campionessa di Melbourne, Madison Keys. Entrambe hanno messo la firma sulla gioia più bella delle rispettive carriere dopo aver eliminato Rybakina negli ottavi, Svitolina nei quarti, Swiatek in semi e Sabalenka in finale: Andreeva, oltretutto, aveva già sconfitto la campionessa polacca poche settimane fa, sempre a Dubai.
Nel corso della conferenza stampa post-partita l’allieva di Conchita Martinez – la regista del capolavoro – ha raccontato tutta la sua meravigliosa ingenuità: “Sì, credo sia proprio bello essere me, in questo momento. Non so se stia succedendo tutto troppo in frett,a ma mi sta bene così”. Si è meritata i complimenti di Maria Sharapova: “Che classe Mirra, una gioia così composta. Un titolo meritatissimo” e di Azarenka: “Mirra, sei incredibile”.
Sabalenka invece, dopo aver dimostrato ancora una volta, nel corso della cerimonia di premiazione, di essere la perdente più simpatica del circuito, nel corso della conferenza stampa ha in qualche modo minimizzato la prestazione dell’avversaria, concentrandosi – comprensibilmente – su propri errori. “Vedo soprattutto i miei demeriti. Ho fatto troppi errori nei momenti più importanti; all’inizio tutto è andato in maniera molto semplice, poi ho commesso alcuni errori e lei ha creduto sempre più nelle sue possibilità”.