ATP Indian Wells, Medvedev scherza sulla sua esultanza: “Non sono riuscito a controllare l’adrenalina”
L’atmosfera californiana galvanizza indiscutibilmente Daniil Medvedev, divenuto assiduo semifinalista di Indian Wells da tre anni a questa parte, ma ancora alla disperata ricerca di un titolo, che qui, Carlitos Alcaraz, gli ha negato ben due volte, nell’ultimo biennio. Nemmeno le tempestose raffiche della Coachella Valley hanno fermato il tentacolare russo, protagonista di un match-thriller deciso al tiebreak del terzo set, nel quale è riuscito a neutralizzare il talento di Bondoufle, Arthur Fils.
La prevedibile, glaciale esultanza, questa volta ha lasciato spazio ad un’euforia che potremmo definire insolita per l’ex numero uno al mondo, che ci ha abituati a reazioni del genere in casi parecchio isolati, come avvenne al Foro Italico nel 2023, quando decise di improvvisare un atipico balletto al momento della vittoria in semifinale con Stefanos Tsitsipas, col quale non è mai scorso buon sangue. “Più perdi partite come questa, più perdi fiducia in quei momenti decisivi – ha dichiarato Daniil in conferenza stampa – ricordo che una volta, nel 2018, ho vinto circa 20 tiebreak di fila, qualcosa del genere. È una questione di fiducia. A volte lo sei, a volte no. Se avessi perso questa partita, mi sarei sentito male. E Inoltre, se avessi fatto un vincente su un match point, probabilmente sarei stato meno emozionato, perché ero sorpreso, pensavo che il punto fosse finito e si ricominciasse da capo, e invece lui l’ha sbagliato. Succede. Ero sorpreso e questo ha fatto salire la mia adrenalina: non sono riuscito a controllarla. Non l’ho rivista ma non credo di doverla rivedere, ho visto da solo che cosa ho fatto… Come detto, colpa dell’adrenalina. Gli sono saltato vicino e poi mi sono scusato, di solito non esulto così, ma può capitare“.
Un match tiratissimo – fortemente influenzato da folate di vento che hanno quasi smontato il centrale di Indian Wells – ha mandato su tutte le furie Arthur Fils, che ha disintegrato la racchetta dopo aver stretto la mano a Medvedev, a causa dell’errore madornale che ha consegnato la vittoria al russo, impedendo al classe ‘2004 di andare sull’8 pari e rimanere a galla in un tiebreak ancora tutto da scrivere. “Arthur ha fatto una grande partita. Non mi avete visto impazzire o essere frustato perché stavo giocando alla grande – ha sottolineato il russo – sapevo che stavo facendo quello che potevo, stavo giocando molto bene. Penso che fosse 4-2 in vantaggio nel terzo set. Mi sono detto: ‘Se continuo così, forse avrò la possibilità di rimontare. Se non lo faccio, complimenti e andiamo alla prossima’. Quindi ha giocato un grande match. La tattica è stata difficile perché c’era molto vento”. Tempismo perfetto per Daniil per vincere un tiebreak di tale caratura – dopo averne perso 10 degli ultimi 11 al set decisivo – consentendogli anche di tornare in una semifinale di un Master ‘1000 da Miami 2024, praticamente un anno fa.
Pare che Meddy, nonostante le pregresse lamentele sul tipo di superficie, si sia adattato più che bene ai campi di Indian Wells, dove ogni anno ottiene sempre dei risultati straordinari, anche in periodi dove il suo tennis non è così esaltante: “Mi chiedo se ora, con le palle lente, anche i campi duri veloci non mi diano un grande vantaggio, mentre io ho almeno il vantaggio dei campi duri lenti, dove è lento per tutti. Il risultato è che sto giocando bene qui a Indian Wells. Mi piace ogni anno di più. Mi piace tornare e sono felice, davvero felice di essere in semifinale qui”.
E adesso viene il bello. Se l’incontro con Fils ha già regalato più emozioni del dovuto – non solo al russo, ma anche agli spettatori – la semifinale con Rune si prospetta scoppiettante, certamente dal punto di vista tennistico, ma è anche un duello tra personalità infuocate, che quando si scontrano, vengono fuori in modo inconfondibile: “Il talento (di Holger, ndr) è davvero grande, non so come definirlo, perché ha probabilmente tutti i colpi che si possono avere nel tennis. Buon slice, buon dropshot, buona volée. Può giocare in spin, può giocare piatto, può servire bene, può tirare bene il colpo. Mi sembra che abbia tutti i colpi. Mi chiedo anche se a volte lo disturba, perché quando hai così tante armi, potrebbe anche essere complicato. Ma come ho detto, credo che tutti noi lo vediamo, probabilmente sa che a volte non è costante all’inizio dei tornei, ma quando arriva così in fondo, è un giocatore difficile da battere. Quindi mi aspetto un match difficile. Devo giocare bene. Lo sto facendo in questo momento. Non vedo l’ora”.
Medvedev cerca la svolta della sua stagione proprio in California, dove – mentre si prepara alla sfida col danese – getta uno sguardo in tabellone a Carlitos Alcaraz – impegnato con Draper – divenuto il suo incubo per eccellenza nella Coachella Valley. Ma la sua corteccia è dura da scalfire, ed è lui stesso ad affermarlo, cambiato nel corso degli anni e adesso avviatosi in una fase più che matura della sua carriera, e della sua vita: “Piangere? Sicuramente quando ero più giovane. Ora ci sono meno possibilità. Frustrato, sì, più che piangere. Quando avevo 20 anni piangevo di più, poi sono diventato un po’ più duro come persona“.