Australian Open, Keys: “Se potessi tornare indietro? Cercherei di divertirmi di più”
Madison Keys ha eliminato Elina Svitolina 3-6 6-3 6-4 nei quarti di finale dell’Australian Open e torna in semifinale a Melbourne 10 anni dopo dall’ultima volta (2015). L’americana giocherà la sua terza semifinale in Australia contro la testa di serie numero 2, Iga Swiatek, e dopo quasi 8 anni di assenza da lunedì Keys tornerà tra le prime 10 del mondo.
Con la vittoria consecutiva numero 10, dal titolo vinto ad Adelaide, Keys raggiunge la settima semifinale Slam della carriera a quasi 30 anni e in conferenza stampa ha spiegato come si sente.
D: Frances (Tiafoe) ti ha soprannominata Mom per via della tua longevità nel tour. Immagino che questo soprannome, ora che sei tornata in semifinale a Melbourne 10 anni dopo, si sia consolidato ancora di più. Pensi di scrivergli un messaggio? Cosa ne pensi di questa cosa adesso?
Keys: “No non credo che gli scriverò un messaggio. In passato abbiamo scherzato sul fatto che se non mi avesse detto niente prima del torneo e poi mi avesse scritto ai quarti o in semifinale, avrei perso il turno successivo. Quindi abbiamo questo patto di non scriverci. Qualche giorno fa l’ho incontrato nei corridoi e gli ho detto di non scrivermi. Gli ho detto: “Lasciami stare, ci parleremo a fine torneo” (ride)”.
D: Tu hai iniziato davvero presto questa carriera, la tua prima vittoria risale a quando avevi 14 anni giusto? Quanto sei soddisfatta di avere avuto una carriera così lunga e nella quale continui a crescere?
Keys: “È una bella sensazione. Aver iniziato così presto come ho fatto io, non penso avessi la consapevolezza che sarei rimasta qui per altri 16 anni. Ma credo che questo sia davvero un bel momento per il tennis, puoi continuare a giocare il tuo miglior tennis anche a 30 anni e oltre. Anche Elina oggi ha giocato un tennis fantastico ed era molto diversa da quando giocavamo contro da junior. Ci sono così tante giocatrici e giocatori che stanno giocando il loro tennis migliore da 30enni ed è bello ritrovare sul campo tutti quelli che conosco da quando eravamo junior”.
D: Ogni tanto ti fa strano sapere che hai giocato con queste persone per un periodo di vita così lungo?
Keys: “Piuttosto che strano direi divertente. Sai, quando pensi a tutte le versioni di una persona che hai conosciuto negli anni è interessante. Anche aver visto così tante persone evolvere attraverso diverse fasi delle loro carriere”.
D: Con tutta l’esperienza che hai accumulato, se potessi tornare indietro da te stessa, che consigli ti daresti per affrontare il futuro?
Keys: “Mi direi di provare a godermela un po’ di più, senza mettermi troppa pressione addosso. Ricordo di aver pensato che se una cosa non fosse successa subito, probabilmente non sarebbe successa mai più. Quindi mi dicevo di non aver fatto abbastanza e di non essere riuscita a sfruttare il mio potenziale. Questo tipo di atteggiamento ha eliminato tutto il divertimento. E mi è capitato di andare in campo e sentirmi paralizzata, invece di dare a me stessa la possibilità di provarci”.
D: Swiatek ha vinto in maniera netta. Secondo te, cosa la rende una giocatrice così incredibile? Cosa credi di dover mettere in campo per competere tra un paio di giorni?
Keys: “Credo che sia molto difficile da battere perché i suoi colpi hanno molto spin e da entrambi i lati. Ha un ottimo servizio e risponde perfettamente. Oltre al fatto che si muove benissimo. Forse battere Iga è così difficile perché si muove talmente bene che se tu manchi l’occasione di farle punto, lei avrà tempo di recuperare spazio subito e di far tornare il punto in equilibrio. Con lei ti viene da fare le cose in fretta, ma il trucco è cercare di lottare ad ogni punto, rimanere aggressiva senza essere troppo frettolosa. Non è facile trovare il giusto bilanciamento”.
D: Qualche anno fa però sei riuscita a batterla, a Cincinnati.
Keys: “Si, a Cincinnati adoravo che i campi fossero così veloci. Sono cresciuta a Cincy, quindi li conoscevo. È stata una di quelle giornate in cui la palla viaggiava in maniera “vivace”, riuscivo a prendermi il punto in anticipo. Sono stata molto consistente ed ero in grado di correre con la pressione addosso”.