Australian Open: Sinner-de Minaur, le speranze dell’australiano sono ridotte al lumicino dai precedenti
Mancano poche ore al match che chiuderà i quarti di finale dell’edizione 2025 dell’Australian Open: in campo, non prima delle 9.30 ora italiana, il numero 1 del mondo, Jannik Sinner, e il padrone di casa, Alex de Minaur. Il primo semifinalista della parte alta di tabellone sarà gia noto: Lorenzo Sonego, incredibile sorpresa del torneo, o Ben Shelton, già boia di Lorenzo Musetti al terzo turno. Dall’altra parte del draw, invece, la semifinale è stata già composta e sarà il tredicesimo face-to-face fra Alexander Zverev e il 10 volte vincitore di questo torneo, Novak Djokovic.
Nei match prossimi a completare il penultimo atto, Shelton parte, seppur di poco, favorito su un Sonego già in grado di stupire ampiamente nel corso delle ultime due settimane: i precedenti dicono 1 a 1, con lo statunitense che si impose a Cincinnati nel 2022, ma uscì sconfitto al Roland Garros due anni fa. La speranza di un derby italiano che decreterebbe la certa presenza di un rappresentante azzurro nella finale del primo Major dell’anno, non è poi così vana.
I pronostici per l’altra sfida, sono a senso unico: il campione in carica è opposto a un giocatore capace di vincere un solo set nei loro nove precedenti, cominciati ben 6 anni fa.
I due percorsi
La stagione del numero 1 del mondo è cominciata poco prima del grande appuntamento: battuti in due set, in match d’esibizione alla Opening Week, Popyrin e Tsitsipas, mostrando un tennis d’alto livello, ma ancora da perfezionare e lucidare. Poi, a Melbourne, le medesime impressioni: buona la prima, sulla carta di maggior ostilità, con Nicolas Jarry, battuto 7-6(2) 7-5(5) 6-1, prima dei grandi dubbi con la wildcard australiana Tristan Schoolkate. Il padrone di casa, certamente aizzato da un’atmosfera a lui favorevole, è stato in grado di inscenare un tennis tanto aggressivo, quanto inaspettato: continue discese, incredibile copertura della rete, tempi dimezzati…Insomma, un gioco a cui forse l’azzurro non era pronto. Perso il primo parziale col numero 173 del ranking mondiale, la spinta è cominciata ad aumentare: Schoolkate, privato dell’effetto sorpresa, non è stato capace di trovare contro misure a un gioco da fondo troppo superiore al ritmo che gli è proprio. Così, l’epilogo recita 4-6 6-4 6-1 6-3. Terzo turno con Giron forse quello più convincente, ma ancora distante dalla versione necessaria a spingersi sino in fondo. Che serva un degno avversario, perchè Jannik Sinner mostri il tennis da campione che gli appartiene? Cosi è: il primo set con Holger Rune è ai limiti della perfezione, così come la prima metà del secondo. Poi, lo spavento fisico: forse un problema di stomaco, vertigini, e sicuramente tanti dubbi, a oscurare una prova di grande forza. Jan ne è uscito da fenomeno, da campione, privo del proprio miglior tennis, ma forte di una mentalità che non ha eguali.
Percorso ben più netto per il numero 1 di casa, Alex de Minaur, già protagonista del proprio miglior risultato nello slam oceanico e ora alla ricerca della prima semifinale Major della carriera. Lui, come Rublev, sempre ai quarti di finale in tutti e quattro gli appuntamenti stagionali del Grande Slam, ma mai in grado di andare oltre. Tre set a zero a Botic Van de Zandschulp, poi 6-2 6-4 6-3 in appena due ore di gioco col qualificato Boyer. Le prime difficoltà, come pronosticabile, con Francisco Cerundolo: l’argentino, da sempre dotato di un ottimo tennis anche sulle superfici più veloci, ha costretto l’australiano a quasi quattro ore di battaglia, ma riuscendo a vincere solamente il primo set.
Sorprendente, quasi, il dominio imposto sul giovane Michelsen. L’americano, completamente impotente nel set inaugurale, è riuscito a sfruttare gli unici momenti di fragilità dell’avversario nel secondo parziale, ottenendo il controbreak nel game che avrebbe decretato il 2 a 0. Giunti al tiebreak, però, troppo ampia la differenza d’esperienza: Michelsen spaventato nei momenti cruciali, de Minaur arrembante da ogni lato del campo. Impossibile scalfirne le difese, almeno per un giocatore ancora dotato di poche variazioni. Il terzo set chiude i conti, e costringe l’australiano a scontrarsi con la realtà: sarà l’incontro numero 10 con Jannik Sinner.
La sfida, fra ieri e domani
Quasi superfluo, ormai, disquisire dei precedenti fra i due: il primo, alle Next Gen Finals del 2019, sancì l’inizio di un dominio azzurro, ora avanti nove vittorie a zero. Vittorie quasi mai ottenute con grandi difficoltà…Un solo set vinto da The Demon: a Sofia nel 2020, sul percorso che condusse l’azzurro al suo primo titolo ATP. Due anni dopo, l’unica sfida in Australia, conclusasi in tre set. Da allora, totale dominio: un altro incontro nel 2022, 3 nel 2023 e nel 2024. Segnali positivi ci sono stati, ma veramente di poche speranze: il primo set perso a Rotterdam lo scorso anno dimostrò che la miglior versione di Alex, può mettere in difficoltà l’azzurro. Ma fino a che punto? E quanto può durare?
Un gioco fin troppo privo di potenza e incredibilmente simile a quello di chi lo ha sempre battuto. L’australiano è di certo fra i migliori al mondo nella ricerca di angoli sempre più acuti, nel difendersi a tutto campo, ma l’incapacità di imprimere sufficiente peso alla propria palla, lo costringe a una passività che con Sinner diviene presto fatale. E come uscirne allora? La via della rete può esser una soluzione, come ha dimostrato il suo connazionale al secondo turno, ma il centro del campo non è esattamente il suo habitat naturale. Il tentativo fu fatto a Rotterdam, ma si accorse presto della bravura di Sinner nel trovare sempre la via del passante. Altro modo, è difficile da trovare: entrambi i colpi a rimbalzo sono sempre solidissimi, aiutati da una capacità di spostamento a dir poco invidiabile, ma poco incisivi, poco potenti. Un servizio in continuo miglioramento non sembra ancora in grado di mettere realmente in difficoltà il miglior ribattitore del circuito. A Sinner va tolto ritmo, angolo, spin, e magari pure la racchetta. Nel corso dell’ultima stagione ha dimostrato l’incredibile bravura nel poter fronteggiare qualsiasi tipo di colpo, restando di rado impreparato. Ricordiamo capitò con Moutet, con cui faticò tantissimo inizialmente a prender le misure, e poche altre volte. Ha ormai imparato a gestire palle d’ogni peso e rotazione, riuscendo a staccare la mano quando necessario e a riprendere il comando dello scambio da ogni posizione.
La verità è una sola: serve che Sinner sia distante dal proprio miglior tennis, perchè de Minaur possa costruirsi le proprie occasioni. Troppo ampio il divario fra due giochi quasi identici. Lo sappiamo bene, Alex non mollerà, mai. Ed è giusto che sia così. Ma Sinner, dalla sua parte, ha consapevolezza di superiorità. Che possa, mentalmente, giocare a suo sfavore? Difficile dirlo, andranno analizzate le sue condizioni fisiche dopo lo spavento con Rune che, qualora dovessero non esser perfette, darebbero all’australiano la giusta spinta per provare a mettere in equilibrio le cose.