Caso Sinner, anche gli australiani si sono stufati: “Kyrgios, o tiri fuori le prove o chiudi il becco”
“Adesso che è stato rapidamente eliminato dall’Australian Open, l’influencer del tennis Nick Kyrgios potrà tornare alla sua occupazione principale, ovvero quella di cercare di distruggere la credibilità del numero 1 del mondo Jannik Sinner”: comincia con questa frase l’articolo scritto da Andrew Webster sulle pagine sportive del quotidiano politico più autorevole del Paese, ovvero ‘The Australian’.
Il giornalista ha riassunto la storia degli ultimi mesi: la positività di Sinner al Clostebol, l’assoluzione, gli attacchi e l’ossessione disinformata di Nick, l’attesa per il ricorso della WADA e per il giudizio del TAS. “Nick continua a dare del dopato al numero 1 ma la stessa Agenzia Mondiale Antidoping ha accettato la versione dell’italiano e la questione si è spostata solamente sul piano della negligenza. Non è più una questione di doping”. Webster, in poche parole, mette alle spalle al muro l’ex finalista di Wimbledon: “Se non è in grado di fornire delle prove forse sarebbe il caso che tacesse per sempre. Quando accusa Sinner di aver in qualche modo approfittato di un trattamento favorevole dice sostanzialmente un’altra bugia, perché il caso Sinner è stato affrontato seguendo alla lettera tutti i regolamenti. I fatti sono questi”. Il giornalista, riga dopo riga, smonta tutta la superficialità dei luoghi comuni ai quali Nick sta cercando di aggrapparsi pur di guadagnare qualche titolo di giornale, qualche click in più o qualche ospitata nei podcast più famosi: “Ha messo in giro talmente tante informazioni false che l’ITIA, qui a Melbourne, ha dovuto reagire, fornendo ai reporter inviati all’Australian Open un opuscolo piuttosto corposo in cui viene descritto il ruolo e le procedure applicate dall’International Tennis Integrity Agency”.
Lo scopo della lunga campagna ‘anti-Sinner’ dell’ex numero 13 del ranking ATP è chiaramente quello di screditare Jannik (“ha imbrogliato, è disgustoso”) agli occhi dei colleghi e dei tifosi, ma, sempre secondo Webster, l’operazione messa in piedi da Nick è stata, per il momento, piuttosto fallimentare: “Gli australiani hanno accolto con affetto il campione in carica, fin dai primi giorni, e nel corso del match di primo turno con il cileno Jarry il pubblico ha tifato per il numero 1”.
Nel corso dell’articolo Webster ha velenosamente riassunto le dichiarazioni e le accuse farneticanti di Kyrgios: dichiarazioni e accuse che ben conosciamo, perché negli ultimi mesi hanno scandito il tempo delle redazioni sportive di tutto il mondo. I dubbi sul caso Sinner vanno affrontati e vanno raccontati, ma il punto di vista di Nick si basa sulla malafede e sulla disinformazione, e per questo motivo si espone ad essere ridicolizzato. Perché si tratta di un punto di vista superficiale, privo della sostanza dei fatti, che non aggiunge informazioni preziose al dibattito. Perché si tratta del punto di vista di un paladino della legge un po’ troppo egocentrico per essere credibile. Perché si tratta del punto di vista di un ‘tennis influencer’: “Se non è in grado di fornire delle prove forse sarebbe il caso che tacesse per sempre”. Nick ascolterà il consiglio?