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Rassegna Stampa – Re Sinner è tornato, senza cavigliere ma di nuovo in grado di fare bum

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E’ vero Sinner (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Jannik va veloce, una furia che travolge rivali e record. Il primo passo verso la conferma del titolo è fatto. Nicolas Jarry, il cileno con il cerottino sul naso che ha giocato la finale degli Internazionali è battuto. Tre set in 2 ore e 40 minuti. E dire che di questa prima settimana, sulla carta, Jarry era l’avversario più tosto. Ci ha provato, il cileno nipote di Fillol, a fare la voce grossa. Si è ritrovato spalle al muro, spazzato via dal ragazzo che corre sulla scia dei grandissimi e lo fa quasi in silenzio. Ieri, attraversando il tunnel che porta al campo della Rod Laver Arena, è passato accanto alle immagini di tutti i campioni del passato. L’ultima foto era la sua e lui, il ragazzo della Val Fiscalina che si è portato il fratello per sentirsi un po’ a casa anche dall’altra parte del mondo, non ha nemmeno alzato lo sguardo. Quasi in imbarazzo, ha girato la testa. Scaramanzia, umiltà, concentrazione. E magari un pizzico di paura per la reazione del pubblico australiano, caricato a pallettoni da Nick Kyrgios tra social e conferenze stampa: «Diciamo che ero curioso, non sapevo molto cosa aspettarmi. Però è stata una bella accoglienza e la gente ha tifato, sia per me, sia per il mio rivale, è stato un bel ritorno». E questa la forza del campione: non fermarsi ai trionfi, ma andare oltre, cercando nuovi traguardi da tagliare, alimentandosi della sua stessa fame. Contro Jarry, Sinner ha vinto i primi due set al tie break, dimostrando che quando conta essere solidi e non si può sbagliare, lui c’è. Sono stati due set pesanti, con Jarry in grandissima forma al servizio, tanto che Jannik non è riuscito a strapparglielo. Poi, nel momento giusto, il click del campione che alza il livello e si porta due a zero per poi ingranare la marcia “presto e bene” e terminare il rivale con 6-1 finale. […] Eppure, dopo la partita, Nicolas Jarry ha sostenuto che parte della sua sconfitta fosse da imputare al peso psicologico per il confronto tra la sua vicenda doping […] e quella di Sinner: «Il diverso trattamento che abbiamo ricevuto mi ha condizionato», ha detto il cileno. Provocazione rispedita al mittente con la solita flemma dall’altoatesino: «Non conosco i dettagli del suo caso, ma quello che posso dire è che siamo stati trattati allo stesso modo. C’è un protocollo. Se il protocollo ha qualche problema la colpa non è mia… Certo, mi dispiace molto per i giocatori che affrontano queste situazioni, ma non conosco esattamente i dettagli del suo caso. So solo cos’è successo a me e cosa ho dovuto passare. La quantità che avevo nel mio corpo era inferiore al miliardesimo di grammo ed era contaminazione. Quindi…». Quindi il 17 aprile conoscerà il proprio destino. Una data che farà da spartiacque nella sua carriera, quella in cui si terrà l’udienza arbitrale al Tas di Losanna a seguito del ricorso Wada per negligenza: «Ognuno di noi nella vita passa momenti belli e altri più difficili – ha proseguito il numero 1 al mondo con grande tranquillità – , per me questo non è stato un periodo facile, ma sono ottimista. Mi hanno sempre detto che non era colpa mia, che non c’era volontarietà. Io so quello che è successo, io conosco la verità e per me cambia poco». […] Meglio concentrarsi sul prossimo passo della scalata, ovvero la sfida di giovedì contro la wild card Tristan Schoolkate, numero 173 al mondo che ha eliminato il giapponese Daniel. Il giocatore australiano, in tabellone grazie a una wild card, ha superato ieri il giapponese Taro Daniel per regalarsi la sfida che tutti desiderano, quella contro il numero 1 al mondo. Tristan, numero 173 al mondo, è alla seconda vittoria in un tabellone principale dello Slam dopo quella ottenuta lo scorso anno allo Us Open, guarda caso contro lo stesso giocatore giapponese. Grande frequentatore di Challenger, a 23 anni, la stessa età del numero 1 al mondo, però, non è ancora riuscito a fare il salto di qualità come invece hanno fatto i giovani a cui lui guarda con ammirazione, come Jannik, suo prossimo avversario, e Alcaraz: «Mi piacerebbe tanto potermi allenare con loro […]. Il loro livello, sia fisico tecnico è incredibile». Intanto potrà osservare da vicino Sinner, e questa volta il pubblico sarà tutto dalla sua parte: «E’ bello giocare sui campi “ground” perché c’è tanta gente che si ferma e fa il tifo, e poi c’era la mia famiglia e tutti i miei amici». Per Sinner si tratta di una sfida inedita, una primizia per cui vale la pena mettersi a studiare e farsi trovare preparati: «Non lo conosco, dovrò vedere come gioca e parlare con il team. Sarà un match diverso e mi servirà un po’ di tempo per capire come sta in campo». Il secchione Jannik sta già studiando.

Bravo Sinner. Un primo turno non semplice superato con intelligenza (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

Lo Slam si disputa tra 128 giocatori e questo ti costringe a vincere 7 partite […] per poter […] finalmente alzare la Coppa. A Melbourne, Jannik Sinner ha fatto solo il primo passo, nella notte italiana di ieri, per la difesa del suo primo trofeo dello Slam, gli Australian Open vinti un anno fa. Indubbiamente, il cileno Nicolas Jarry, numero 36 della classifica mondiale e fuori dalle teste di serie, era uno degli ostacoli più pericolosi che il sorteggio potesse mettere di fronte al nostro campione. L’inizio di torneo sarebbe potuto essere più morbido, ma anche in questo caso Jannik è stato bravo nell’impatto e nella conduzione generale del match. Il cileno è un giocatore dotato di un ottimo servizio e di caratteristiche tecniche che ben si adattano al cemento e alle superfici rapide e in generale. Ma se andiamo a vedere l’esito finale, al di là dei 3 set a O conclusivi per liquidare la prima pratica, ci sono più di 20 punti di differenza tra i due giocatori. Questo significa che nell’arco dei 3 set, Jannik ha sempre avuto la testa avanti e ha accelerato quando c’era necessità o serviva farlo, e ha rallentato per non sprecare energie preziose in altri momenti di questo primo impegno. Credo che Jannik sia uscito dal campo contento della prestazione che – ricordiamo -, riservava anche incognite, anche sulla sua condizione. Perché Sinner si era presentato al via a Melbourne senza tornei o match probanti alle spalle. Questo è naturalmente dovuto al fatto che la Coppa Davis del 2024 […] lo aveva tenuto impegnato fino a fine novembre e quindi per non accorciare troppo la preparazione invernale il numero 1 al mondo ha fatto sicuramente una scelta importante, non priva di rischi, cioè quella di presentarsi in Australia dopo una buona preparazione, ma al di là di due match di esibizione giocati nei giorni precedenti, lui stesso non aveva dei riferimenti ben precisi. Si è notata soprattutto nel servizio una discreta percentuale delle prime palle, e un movimento che è stato accorciato e velocizzato nell’esecuzione. Questo, probabilmente, per soffrire meno nelle giornate ventose e per poter nascondere meglio la direzione della palla. La risposta al servizio di Jannik non aveva bisogno di ritocchi al di là della verifica, e viste le caratteristiche dell’avversario, si sono potute intravedere le nuove soluzioni positive che dovrebbero portarlo più spesso verso colpi al volo, esecuzioni che servono. L’inizio è insomma promettente per Jannik: il giocatore è apparso sereno, nonché abile nella conduzione tattica del match d’esordio. Una partita che gli ha dato sicuramente la fiducia necessaria per proseguire sempre più convinto e concentrato nel torneo che nessun italiano aveva vinto prima di lui e che gli ha aperto per il suo meraviglioso 2024 che lo ha portato ad essere il numero 1 del mondo e a vincere anche il suo secondo trofeo in uno Slam, gli Us Open.

Sinner, ripartenza super in Australia (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport Stadio)

Camminata decisa e testa alta. Passo dopo passo, ai lati del tunnel scorrono le immagini dei giganti che hanno scritto la storia: Stefan Edberg, Pete Sampras, Andre Agassi, Roger Federer, Rafael Nadal, Novak Djokovic… fino a incontrare il proprio nome. Lo scorcio sulla Rod Laver Arena si spalanca. Senza esitazioni, Jannik Sinner guarda avanti e si lascia avvolgere dal boato del pubblico: ha inizio la sua stagione 2025. La prima volta da campione Slam incarica è stata degna dei due nomi impegnati in campo. Come promesso, Nicolas Jarry ha venduto cara la pelle e ha tenuto l’azzurro in campo per 2 ore e 40. il cileno, solamente a maggio dello scorso armo numero 16 ATI? ha sfoderato due set vicini alla perfezione, ma non sono bastati per scalfire il numero 1 del mondo, capace di far sua la contesa con lo score di 7-6(2) 7-6(5) 6-1. «In questi giorni ho giocato due match di esibizione entrando in campo con la mentalità giusta e anche nel riscaldamento mi sono sentito bene. Nei primi due set il merito è di Nicolas, che ha giocato davvero bene […]. Mentalmente sono stato molto forte: partite così si possono vincere o si possono perdere in pochi punti. La mia prestazione? Potevo servire un po’ meglio e nel primo set ho fallito un set point sbagliando la risposta a una seconda, ma in generale sono felice di come ho gestito i tie-break». […] Come sottolineato dallo stesso Jannik a fine partita, il suo grande merito è stato saper reggere l’urto del miglior tennis di Jarry nei primi due set. In quei frangenti il cileno ha messo oltre il 70% di prime in campo, quando la percentuale è calata nel terzo ha perso due volte la battuta, ed è riuscito ad essere competitivo da fondo campo. L’allievo di Vagnozzi e Cahill, al contrario, non ha iniziato al servizio come ci si sarebbe aspettati dopo le esibizioni con Popyrin e Tsitsipas. Nei fatti però non ha mai perso il controllo del match: ha annullato due palle break nel settimo game del primo set, sprecato due chance nell’ottavo e sciupato un set point nel dodicesimo. Il tutto prima di imporre il proprio dominio nei tie-break, fattore che ha caratterizzato il suo ultimo anno: Sinner non ne perde uno dal terzo turno del, Masters 1000 di Shanghai contro Etcheverry, e quello è stato anche l’ultimo set lasciato per strada. Con la vittoria di ieri, le partite vinte consecutivamente senza cedere parziali salgono a 13. Sul fronte statistico, all’altoatesino è stato fatto notare di aver ottenuto la 15» vittoria consecutiva in uno Slam sul cemento, meglio di lui hanno fatto solo Agassi, Federer e Djokovic: «E’ fantastico essere accostato a questi nomi, ma non posso paragonarne a tennisti che hanno raggiunto così tanto. Io provo a creare la mia piccola storia». […] Prima del prossimo impegno, Sinner avrà due giorni di riposo. Tornerà in campo giovedì per affrontare la wild card australiana Tristan Schoolkate (n.173 ATP), reduce dalla vittoria su Taro Daniel per 6-7(6) 7-6(4) 6-1 6-4. Tuttavia, per il due volte campione Slam, non è questo l’unico giorno cerchiato in rosso sul calendario. Guardando oltre, per la prima volta ha commentato le date del 16 e 17 aprile, quando il TAS discuterà il suo caso doping: «Tutti noi passiamo momenti belli e altri più difficili, lo resto fiducioso perché mi hanno sempre detto che non era colpa mia e non c’era volontarietà, inoltre la quantità della sostanza nel mio corpo era talmente bassa. Però aspettiamo e vediamo il risultato. Sarà quel che sarà. Io so cosa è successo, quindi teoricamente per me cambia poco, perché conosco la verità, Ma ovviamente una squalifica mi farebbe molle». A Jarry, squalificato a fine 2019 e che in un’intervista aveva parlato di diverso “supporto”, ha risposto così: «Non conosco i dettagli del suo caso. E’ difficile per me dire cosa sia successo, non posso parlare di differenze di trattamento. C’è un protocollo e non è colpa mia se non ha funzionato bene».

Sinner subito bum bum. ‘Non male come inizio ‘ (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Alla fine, è la padronanza di se stesso ciò che più disorienta gli avversari, quasi ne cogliessero il messaggio che ne deriva quando è ormai tardi e il più si è compiuto, quando tutto ha preso forma e non c’è modo, né tempo, per sottrarsi alla fascinazione cui Sinner induce con la sola presenza in campo, senza impiego ulteriore di mezzi suggestivi. Sono come bagliori di un alfabeto ottico, riconoscibili da chi si è addentrato sullo stesso percorso di autoconoscenza e auto controllo, ma assai vaghi per chiunque altro, finché non si scopre l’esito finale del messaggio che trasmettono, e cioè che nulla cli esterno può avere potere nei confronti di chi ha il potere su se stesso. Se il tennis è mentale, come sento dire un’infinità di volte, la padronanza di sé è l’obiettivo. Solo questo intendo evidenziare, convinto come sono che Jannik Sinner sia decisamente avanti su questo percorso rispetto a ogni altro. Se invece il tennis mentale è una frase tra le tante, dietro cui schermarsi, allora non esiste problema. Almeno fino al momento in cui non si incontra Sinner, o altri come lui.. Ma quanti sono? lo ne vedo solo uno, ma sarei lieto ne spuntassero di nuovi, renderebbero i confronti più interessanti, e le frasi che si sentono meno banali. Lo confesso, sto mettendo per iscritto il tracciato dei pensieri notturni, forse un po’ intorcinati direbbero dalle mie parti, entro i confini del grande raccordo anulare, che mi facevano compagnia nell’osservare JS alle prese con Nicolas Jarry. Il quale è sembrato spingersi assai vicino ai valori tennistici del nostro numero uno, nei primi due set, e perfino contrastarlo a suon di ace e di sbracciate anomale per spingere la palla verso gli angoli più lontani, per ottenere in cambio assai poco, anzi, nulla, ogni qual volta ìl match si disponeva alla stretta finale. Nei due tie break che hanno risolto la contesa a favore di Sinner; è sembrato che tutto quel tramestio di servizi assatanati, quel resistere in modo stoico alla pressione dei colpi del nostro, quel mugghiare sommesso ma continuo che accompagnava i tentativi del trentenne cileno, finissero come polvere sotto al tappeto. Cioè fossero ancora lì, ma non più in vista, in primo piano. E allora l’attenzione si spostava tutta dall’altra parte, su Sinner, che disponeva e ordinava a piacere, trovando sempre gli appoggi giusti e le spinte utili a irrompere, imprendibile, nella parte di campo altrui. Lo faceva senza sforzo alcuno, con la serenità di chi sa che è giunto il momento per farlo. Quattordici punti. a sette, in quei due tie break, con l’omone di Santiago costretto a prendere atto di valere la metà di Sinner, anche su quei colpi in cui avrebbe dovuto risultare superiore. Come nei servizi, che hanno dato 13 ace a Jarry e 7 a Jannik, risultando però assai meno decisivi, al punto che la conquista del secondo tie-break è giunta proprio su un ace di Sinner, folgore luminosissima che ha come accecato il cileno e annunciato un terzo set di tutto riposo. Capita l’antifona Jarry si è fatto da parte, trascinandosi in un fiacco terzo set di conclusioni velleitarie. E la quinta sconfitta al primo turno consecutiva nei Major per il cileno. Di contro, è la quindicesima vittoria consecutiva per Sinner negli Slam sul cemento, un traguardo che solo Agassi, Federer e Djokovic hanno raggiunto. E questo un altro aspetto della parabola ormai altissima nella quale si è lanciato il numero uno, che vanta ormai numeri da vero primo attore del nostro sport. Sinner non perde dalla finale di Pechino, contro Alcaraz, e sono 30 vittorie negli ultimi 31 match. Il tre a zero con cui ha accantonato Jarry porta a 29 i set vinti consecutivamente, l’ultimo a sfilargliene uno è stato l’argentino Etcheverry al terzo turno di Shanghai. I due tie-break, infine… Con i due vinti sul cileno il conto è salito a 23 deli ultimi 26 giocati. Tra due giorni, 7ristan Schoolkate, avversario australiano e wild card, che ha approfittato del tennis leggero di Taro Daniel per conoscere più da vicino il tennis che conta. Lo sport è strano, a volte… Tristan è la seconda volta che raggiunge il secondo turno in uno Slam, e ha giocato sempre e solo contro Taro Daniel, battuto in 5 set agli ultimi US Open e in 4 ieri. Incontrare Sinner, per Tristan sarà come conoscere il resto del mondo. C’è chi ha fatto meglio, però. Francesco Passaro è in secondo turno senza essersi qualificato e senza aver incontrato nessuno. Non lo prendiamo in giro, il ragazzo merita e prova a emergere ormai da tempo, ma le cose sono andate così… Il match previsto era quello tra Fognini e Dimitrov, Fabio è stato costretto al forfait, il suo posto è toccato a Passaro, che ha superato il turno per il forfait di Dimitrov, testa di serie numero 10. E ha perso anche Nick Kyrgios, battuto niente di meno che dal ventitreenne scozzese Jacob Fearnley, in tre set e due tie break. Troppo signore Sinner per reagire anche soltanto con una lieve increspatura delle labbra. Lo sono assai meno io, che archivio il risultato alla voce “tiè, beccate questo”. Ma che posso farci? Più importante raccogliere, sotto la dicitura “Wada e dintorni”, l’uscita di Martina Navratilova, donna da 167 vittorie nei tornei, che da giorni critica l’Agenzia anti doping sostenendo che non sia solo da riformare, ma da cancellare e rifondare, E per questo la considero la mia nuova paladina… Dice Martina: «Il sistema è marcio. Quel che ha combinato la Wada con gli atleti cinesi, riammessi, è passato sotto silenzio e alcuni di loro hanno vinto medaglie agli ultimi Giochi, mentre noi siamo qui a discutere di Sinner e Swiatek. Una pomata e una pillola contro il jet-lag, due casi evidenti di non colpevolezza che costringono il numero uno del tennis, già assolto, a finire ancora sotto processo. E tutto questo invece di cercare chi imbroglia. Non lo capisco, davvero…». Neanche noi, Martina. Neanche noi!

Sinner toglie le cavigliere (un segnale di crescita) e parte a razzo a Melbourne (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)

Si chiama propriocezione ed è considerato il sesto senso. E’ la capacità di percepire il proprio corpo nello spazio e la contrazione dei muscoli senza l’aiuto della vista. E’ la tecnica su cui ha lavorato Jannik Sinner nella off-season a Dubai, e i risultati si sono visti a Melbourne. Prima novità: le cavigliere rigide che l’azzurro usava ininterrottamente dalla distorsione contro Rune a Sofia […], diventate una specie di coperta di Linus, sono sparite. Al primo turno dell’Australian Open Jannik ha superato le insidie del gran battitore cileno Jarry in tre set […] a caviglie libere, potendo usare appieno tutto il movimento del piede per correre, scivolare, saltare. «Adesso mi sento abbastanza sicuro per farlo…» ha detto. E, in assoluto, una buona notizia: chi usa cavigliere rigide […] toglie propriocettività ai piedi, passando i carichi su ginocchia e anche, il punto debole del numero uno. «Si è allenato sulla balance board, ora Jannik sente la caviglia ben ferma perché si è irrobustito: è un processo in atto da tempo che continua – spiega Barbara Rossi […] -. Con il team, e con l’innesto del preparatore Panichi, deve aver fatto un ragionamento a lunga scadenza: meglio il rischio di una storta oggi che problemi cronici all’anca […] domani. Sembrano dettagli, ma sono quelli che ad alto livello scavano la differenza. Il ragazzo si evolve, spogliarsi della corazza è una scelta di maturazione; avremo modo di apprezzare anche le sfumature nuove del suo tennis, totalmente sinneriano con Jarry […]. Il secondo turno con l’australiano Tristan Schoolkate, classe 2001 come lui, n. 173 del ranking, non si annuncia probante. Però servirà all’ex sciatore per far legna per i tempi peggiori. Schoolkate era arrivato a Melbourne sognando di allenarsi con Sinner, farà ben di più: affronterà il migliore, probabilmente sul centrale […]. In tribuna, per la prima volta in Australia, il fratello Mark: «Non passiamo tanto tempo insieme: averlo qui rende tutto speciale […]. Mi ha detto che il viaggio da Sesto Pusteria è stato molto lungo. Gli ho risposto: eh te l’ho sempre detto che l’Australia è molto lontana!». Fa fruttare la trasferta il perugino Francesco Passaro, n.104, sconfitto nelle qualificazioni e rientrato in tabellone come lucky loser grazie al ritiro di Fognini. Il top 10 Dmitrov dà forfeit dopo un set regalandogli la top 100 e 80 mila euro. Aspettando Sinner, la prima favola italiana è lui.

Il Re Leone è tornato. Sinner in forma Slam batte Jarry in tre set (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Il ruggito del re della foresta è vibrante, doppio. Pressato dall’esordio da campione Slam in carica, bersagliato dalle malelingue e dai giochi di poteri anche negli spogliatoi, minacciato dall’appello Wada del 16-17 aprile e dalla minaccia di stop di 1/2 anni malgrado l’assoluzione da doping volontario, Jannik Sinner sprinta in due tie-break e poi prende per stanchezza il pur ottimo Nicolas Jarry dal gran servizio, superandolo per 7-6 7-6 6-1, nella prima delle 7 fatiche degli Australian Open e qualificandosi alla sfida di domani con la wild card di casa, il 23enne Tristan Schoolkate, 173 Atp che beffa Daniel. Il profeta dai capelli rossi si impone con la micidiale freddezza nei momenti topici, firmando il tie-break numero 23 degli ultimi 26, e il 29é set consecutivo da quello ceduto a Etcheverry il 6 ottobre a Shanghai. Negli anni 2000 è il quarto dopo Agassi, Federer e Djokovic ad aggiudicarsi 15 match di fila sul cemento Slam […]. Ma si schermisce, umile: «E’ bello essere avvicinato a questi nomi. Ne sono felice. Ma non posso paragonarmi a giocatori che hanno fatto così tante cose. Io sto solo cercando di scrivere la mia piccola storia. Amo il cemento e queste condizioni. Soprattutto quando non fa tanto caldo giocare a tennis è molto piacevole». […] La prestazione non poteva essere perfetta nella prospettiva delle sue settimane di gara: «Potevo fare meglio soprattutto al servizio nei tie-break, ma come prima partita ufficiale dell’anno sono contento. Nicolas ha un potenziale enorme, i prime due set ha giocato davvero bene, ha servito benissimo ed è stato aggressivo: potevano girare storti. Ho respirato quando ho fatto il break nel terzo. Sono ben contento di come ho gestito la situazione in un match molto duro. Mi sono sentito molto forte mentalmente, sono stato lì su ogni punto con attenzione». […] C’era il rischio che il pubblico reagisse in modo strano: «Ero curioso. Sono contento di come s’è comportato, c’era una piacevole atmosfera, diversa da quella dell’anno scorso. Non vedevo l’ora di andare in campo. Mi alleno proprio per competere al meglio». Eppoi c’è il ruggito a fine match, sul net, Jarry gli stringe la mano frettolosamente e poi si lamenta per la differenza fra la gestione sua […] e quella di Jannik dopo la positività all’antidoping. Il legittimo re della classifica da 32 settimane è chiarissimo: «Non conosco i dettagli del suo caso, non è colpa mia se il protocollo ha dei problemi. Ovviamente sono molto dispiaciuto per quelli cui succedono queste cose, ma io so solo cos’è successo a me, so quello che passato, so che ci sono ancora dentro e che sono sempre stato dichiarato innocente. La percentuale di doping che è stata riscontrata nel mio corpo è inferiore a un miliardesimo di grammo, non conosco i dettagli della sua contaminazione». Il messaggio è perentorio: «Ognuno di noi passa dei momenti belli e dei momenti difficili, per me questo non è stato un periodo facile ma sono ottimista. Mi hanno sempre detto che non era colpa mia, che non c’era volontarietà e non credo potrà accadere nulla. Comunque, io so cosa è successo, io so la verità e qualsiasi cosa succeda per me cambia poco. La fame di vincere non andrà mai via».

Gli sfidanti (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Avanti entrambi, ma a velocità diverse. E con sensazioni differenti lasciate sul campo centrale di Melbourne. Nel giorno del debutto del
nostro Jannik, anche I due principali anti-Sinner e pretendenti
al trono australiano dell’azzurro hanno superato il primo turno
dello Slam: Novak Djokovic, però, ha tremato un po’ e lasciato
sul campo set contro lo statunitense Nishesh Basavareddv, 19enne ex universitario che osa Nole come foto profilo WhatsApp. Mentre Carlos Alcaraz è passato come un tornado sul povero Alexander Shevchenko. battuto 6-1 7-5 6-1 con pochissimi momenti di affanno. C’è ancora un po’ di cammino da fare per arrivare a far incrociare le loro strade ai quarti di finale […], ma sicuramente i primi segnai che arrivano dai loro match sono diversi. […] Basavareddy ha giocato un primo set di altissimo livello contro Djokovic, dieci volte vincitore in Australia, prima dl cedere al quarto […]. E’ stata la prima partita ufficiale con Andy Murray nell’angolo dell’ex grande rivale Nole: una fitta chiacchierata tra i due alla fine del terzo set é stata particolarmente significativa. La chiave del mach, però, trovata nel crollo fisico dell’americano a metà del secondo, quando Nishesh iniziava davvero a pensare all’impresa. In quel momento ha accusato crampi al quadricipite sinistro, conseguenza del logorio fisico accumulato nelle ultime settimane, ma soprattutto figlio della tensione dell’essere in vantaggio sul suo idolo. Lì si è innescata la miccia che ha portato alla reazione del serbo, comunque lontano dal suo livello migliore, al punto da concludere con 41 errori non forzati. «Quello che ci siano detti io e Andy rimarrà tra eli noi […]. Entrambi cerchiamo di avere molti comunicazione sia dentro che fuori dal campi, anche se siamo ancora in una prima fase di conoscenza reciproca in questa nuova veste. In ogni caso mi piace parlare con lui, conosce questo sport meglio di chiunque altro, sa cosa sto passando in ogni momento. Andy era chi stavo cercando, che sa darmi sempre quella extra-motivazione in più». Al secondo turno Djokovic troverà il portoghese Faria, che ha battuto
in quattro set un cliente scomodo come Kotov, per continuare la caccia al 25° Slam della vita, I’ ossessione che gli farebbe superare pure Margaret Court negli almanacchi. […] L’obbiettivo per Alcaraz, invece, è diventare il più giovane a completare il poker di Slam in carriera, l’unico che gli manca è proprio l’Australian Open […]. L’alba di questo progetto è stata rassicurante, per il ragazzo di Murcia: dopo un primo set durato 29 minuti e finito 6-1, Carlos ha avuto solo un passaggio a vuoto contro il kazako Shevchenko all’inizio del secondo, ma nel complesso è sembrato già in ottima forma. Anche lui, come Jannik, era al debutto ufficiale nel 2025 perché finora si era concesso solo due partite di esibizione con Alex De Minaur e Alexei Popyrin: ora dovrà concentrarsi soltanto sul prossimo rivale a Melbourne, il giapponese Nishioka, vincente in quattro set contro Dougaz. «Ovviamente voglio giocare meglio al turno successivo. Sto lavorando su come gestire i momenti in cui noto che sto calando. Cerco di non arrabbiarmi e di riprendere il ritmo, questo è quel
lo che ho provato durante il secondo set
». La novità, invece, è
una meccanica del servizio leggermente cambiata per rendere il gesto più dinamico e fluido e per guadagnare potenza e regolarità. Tutto con una racchetta sempre particolarmente leggera, ma più pesante di cinque grammi rispetto al 2024 per una decisione presa dal team «E’ stato difficile per me stavolta al servizio, in allenamento diventa tutto
più facile […] .Mi ci vorrà ancora un po’ per fare mio il nuovo movimento. Lo migliorerò sicuramente e lo renderò più naturale. Se con Juan Carlos
[…] abbiamo deciso di applicare alcune modifiche, è perché crediamo che migliorerò».

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