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Andy Murray potrebbe essere un grande coach, ma dovrà abituarsi a essere il numero 2

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di Jamie Delgado, ex coach di Andy Murray, pubblicato dal Times il 25 novembre 2024

Jamie Delgado, ex allenatore di Andy Murray, ha dichiarato di essere rimasto molto sorpreso dall’annuncio di sabato [23 novembre, N.d.T.]: Andy Murray tornerà nel circuito come coach, a pochi mesi dal ritiro. “Quando l’ho visto a settembre, sembrava così rilassato e soddisfatto della sua vita, tra golf e tempo trascorso in famiglia. Non sembrava stesse considerando di intraprendere una carriera da allenatore in questo momento”. Tuttavia, nella vita, le opportunità a volte arrivano inaspettate. E quando Novak Djokovic, a 37 anni, chiama, non è qualcosa che si può rimandare. Considerando il punto della carriera in cui si
trova il serbo, se Andy voleva cogliere questa occasione, doveva farlo ora.
Questa è una sfida che Andy affronterà con entusiasmo, e sono sicuro che sarà molto eccitato all’idea. Sta lavorando con il più grande giocatore di tutti i tempi, che è ancora ai vertici del tennis, in lotta per i titoli del Grande Slam. Inoltre, è un buon momento per assumere questo ruolo, dato che Novak ha appena concluso una delle sue stagioni meno brillanti, secondo i suoi standard. Ora c’è l’opportunità di aiutarlo a tornare a vincere nei tornei più importanti.

Una connessione speciale tra Murray e Djokovic

Andy e Novak condividono un legame speciale, costruito sulla storia che hanno vissuto insieme. Anche se l’annuncio che questi ex rivali lavoreranno fianco a fianco è stato uno shock per molti, ci sono numerosi aspetti positivi che rendono questa collaborazione ideale.
In molti modi, erano giocatori simili, con un’intelligenza tennistica straordinaria. La nuova generazione di tennisti spesso non è altrettanto strategica in campo, preferendo un gioco basato sulla potenza, con grandi servizi e colpi da fondo. Con Andy e Novak, invece, si vede una
pianificazione molto più articolata, con piani B e C pronti all’occorrenza.
Come duo, Andy e Novak potranno discutere e formulare strategie per affrontare diversi avversari o situazioni. Andy, da giocatore, era eccezionale nel percepire i punti di forza e di debolezza degli
avversari già nei primi scambi di un match, e sarà in grado di fare lo stesso come coach dalla prima fila del box. Con la revoca del divieto di comunicazione tra allenatori e giocatori durante i match, questa capacità sarà ancora più utile.

La transizione da giocatore a coach

Naturalmente, ci saranno delle sfide. Per Andy, sarà necessario adattarsi al nuovo ruolo. Quando era in campo, poteva sentire direttamente come arrivava la palla; ora dovrà basarsi solo sull’osservazione. Tuttavia, osservare il gioco dall’esterno può essere persino più efficace, e Andy
ha sempre amato guardare e analizzare il tennis, studiando gli avversari per trovare il modo migliore di affrontarli. Essere un coach, però, richiede più di una semplice comprensione del gioco. C’è un enorme lavoro
dietro le quinte nella preparazione di una partita. In particolare osservare le prestazioni del proprio giocatore alla ricerca di potenziali miglioramenti e allo stesso tempo studiare i video degli avversari
e analizzare i dati. Andy ha la dedizione e l’impegno necessari per affrontare tutto questo con la massima serietà. Un altro aspetto importante è il rispetto immediato tra coach e giocatore, e Andy è sicuramente una figura che Novak ascolterà senza esitazioni. Murray ha vissuto i momenti più intensi dello sport, vincendo e perdendo le partite più importanti, e conosce perfettamente le pressioni che derivano dal
prepararsi per un Grande Slam, affrontare i media e gestire gli impegni con gli sponsor.

Un cambio di mentalità necessario

Passare da giocatore a coach implica anche un cambiamento di prospettiva: non tutto ruota più intorno a te. Specialmente per qualcuno come Andy, abituato a essere al centro delle decisioni su orari di allenamento, cene e viaggi, sarà necessario adattarsi al fatto che ora è lì per qualcun altro. Le pressioni sono diverse: come coach, puoicontrollare solo la preparazione e fare del tuo meglio per mettere il giocatore nelle condizioni ideali. Una volta che il match inizia, però, tutto è nelle mani dell’atleta. Naturalmenne il rapporto tra Andi e Novak negli anni più caldi della della loro rivalità non era così stretto quando erano in lotta per accappararsi i titoli più pretsigiosi. Non erano soliti allenarsi spesso insieme dato chesia i giocatori che i loro team preferiviano tenersi per sé quello su cui stavano lavorando. A quei tempi erano rivali feroci che cercavano in ogni modo di avere la meglio l’uno sull’altro. Ma quando si incrociavano nei ristoranti o neggli spogliatoi c’erano sempre tra di loro scambi cordiali. C’era davvero un immenso rispetto reciproco, della persona e della capacità di affrontare enormi moli di lavoro.

Un nuovo inizio per Djokovic

L’annuncio della collaborazione tra Novak e Andy segna una mossa audace per il serbo. Alla fine della sua carriera, potrebbe cercare un’energia nuova per puntare a vincere altri Slam. L’ingresso di Andy nel team di Novak rappresenta una ventata di freschezza e motivazione per entrambi, pronti a dare il massimo come duo giocatore-coach. Questa scelta dimostra anche quanto Novak sia ancora motivato. Lavorare con Andy sarà uno stimolo per affrontare al meglio la nuova stagione, durante la quale i rivali di Djokovic si dovranno guardare le spalle con ancora più attenzione e timore.

A cura di Giorgia Michela Pizzo

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