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Rassegna stampa – Djokovic parla di Sinner e del caso Clostebol

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Djokovic: serve più trasparenza (Ronald Giammò, Corriere dello Sport Stadio)

Più dell’esordio che questa mattina lo attende al Brisbane International, dove debutterà in un inedito doppio al fianco di Nick Kyrgios, e ancor più dei risultati cui mira in un 2025 in cui spera di tornare ad alzare un titolo […], a tener banco nella vigilia australiana di Novak Djokovic è stata la gestione con cui le istituzioni del tennis hanno gestito i recenti casi di doping […]. Il serbo, fondatore nel 2019 con Vasek Pospisil della PTPA (associazione indipendente dall’Atp), nel corso di una conferenza stampa ha voluto ancora una volta sottolineare come si sia «sentito davvero frustrato nel vedere come siamo stati tenuti all’oscuro per cinque mesi da quando lui ha ricevuto quella notizia». Lui, neanche a dirlo, è Jannik Sinner: la cui positività a un controllo antidoping effettuato lo scorso marzo è stata poi resa nota solo a pochi giorni dal via degli US Open. «Non sto discutendo se la sostanza proibita sia stata assunta intenzionalmente o meno […]. Conosco Jannik da quando era molto giovane, non mi sembra il tipo di persona che farebbe una cosa del genere». A far riflettere Djokovic è invece «la trasparenza, l’incoerenza dei protocolli e i confronti tra i vari casi». Una sponda preziosa per le sue riflessioni Djokovic l’ha trovata nelle tante dichiarazioni rese dal suo partner di doppio Kyrgios: «Nick si è espresso molto bene riguardo l’intero caso: abbiamo visto molti giocatori in passato e anche attualmente che sono stati sospesi per non essersi nemmeno sottoposti ai controlli o per non aver comunicato la loro reperibilità, e altri giocatori di ranking inferiore aspettano ancora la risoluzione dei loro casi da più di un anno». Quali che siano le ragioni alla base di questa disparità di trattamento – «Forse il ranking, forse alcuni giocatori hanno maggiori disponibilità economiche per potersi permettere team legali più forti per affrontare questi casi» – Nole ha poi citato i casi di Simona Halep e Iga Swiatek per sottolineare come l’argomento «non è stato discusso accuratamente dall’Atp», con il risultato di offrire «un’immagine non buona per il nostro sport» in attesa della seconda metà di febbraio, data in cui con molta probabilità verrà emesso dal Tas il verdetto definitivo sulla vicenda, la curiosità resta per il momento concentrata sul suo ritorno in campo e su una stagione in cui Djokovic spera di «avere più costanza in tutti i tornei e di giocarne di più rispetto all’anno scorso». Gli obiettivi non mancano, a partire da quel 100° titolo in carriera che continua a sfuggirgli e che spera ora di poter conquistare grazie anche alla nuova collaborazione con Andy Murray: «Essere dalla stessa parte della rete è fantastico anche se in un certo senso è stato strano per me condividere sensazioni e alcuni dei segreti di ciò che sto attraversando con qualcuno che è sempre stato uno dei miei principali rivali».

Sinner o Kyrgios? Doppio gioco del Djoker (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)

Forse l’errore è dividere il mondo in buoni e cattivi a seconda di come la si pensa sul caso clostebol, ma la stessa scelta netta la fece Novak Djokovic al tempo del vaccino anti-Covid (con me o contro di me) e l’esperienza gli ha insegnato a camminare con passo leggero sui terreni minati. Un colpo al cerchio Sinner, allora («Non metto in discussione che la sostanza proibita sia stata assunta intenzionalmente: conosco Jannik da quando era un ragazzino, non mi sembra il tipo di persona che farebbe una cosa del genere»), e uno alla botte Kyrgios («Viviamo in un mondo in cui chiunque ha il diritto di esprimere il suo parere, Nick ne ha parlato moltissimo e ha ragione sulla trasparenza e incoerenza dei protocolli») per poter continuare a dire di essere amico dell’uno e partner in doppio dell’altro. La stagione è ricominciata down under però gli argomenti di conversazione non cambiano. Un tennis in cui i due numeri uno inciampano in positività (Sinner contaminazione involontaria […]; Swiatek  […] assunzione senza «colpa o negligenza significativa»), d’altronde, e […] Max Purcell accetta una sospensione provvisoria volontaria per utilizzo di un «metodo proibito», è un tennis che, come minimo, soffre di una feroce emicrania. «Abbiamo visto molti giocatori in passato, e anche attualmente, che sono stati sospesi per non essersi nemmeno sottoposti ai controlli antidoping e per non aver comunicato la loro reperibilità, e alcuni giocatori di ranking inferiore che aspettano la risoluzione del loro caso da più di un anno — ha riflettuto Djokovic […]. Credo nello sport pulito, credo che i giocatori facciano il possibile per giocare in modo corretto». Il doping è materia scivolosa, non tutti i casi sono uguali e le differenze di trattamento esistono: per informazioni chiedere alla britannica Tara Moore, n. 269 del ranking, prosciolta dalle accuse di doping dopo un procedimento durato 19 lunghissimi mesi di inaccettabile stress emotivo. «Mi sono sentito frustato, come la maggior parte dei giocatori, nel vedere che siamo stati tenuti all’oscuro per cinque mesi da quando ha ricevuto la notizia — ha concluso il Djoker alludendo alle due positività di Sinner (10 e 18 marzo, quando il circuito era nel deserto di Indian Wells) —. Non è una bella immagine per il nostro sport». Kyrgios, come d’abitudine, al suo arrivo a Brisbane ci era andato giù più pesante: «Disgustoso». Aspettando come manna dal cielo la cassazione del Tas […] seguiamo il consiglio del vecchio Boris Becker: «Finalmente in Australia hanno ricominciato a giocare. Basta con le chiacchiere, lasciamo che siano le racchette a parlare». Quella di Matteo Berrettini ha cantato nella notte contro il padrone di casa Thompson, stamattina […] toccherà proprio alla strana coppia, Djokovic e Kyrgios: una volta non si potevano vedere, oggi sono amici per la pelle. Domani a Sydney sarà il turno dell’Italia di Cobolli, Paolini e Errani-Vavassori, impegnata in United Cup […] contro la Francia di Humbert e Paquet. A Hong Kong in campo Darderi e Sonego, mentre Musetti testa di serie n.2 aspetta un avversario con il nuovo taglio di capelli che sconcerta i social. E Jannik Sinner? Si allena al sole di Montecarlo, in vista del decollo per l’Australia. Poche parole e molti cesti, come sempre.

Italia. Siamo sempre noi (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Un anno se ne va, e l’altro è alle porte. Ma il tempo che scorre non scalfisce luminose certezze ormai consolidate: l’Italia resta al centro del villaggio, salda come una roccia. E così […] anche la United Cup inizia colorandosi di azzurro […]. Il 3-0 nel nostro debutto contro la Svizzera, maturato grazie al bel successo di Cobolli contro Stricker, compagno di doppio da junior, alla cavalcata imperiosa della Paolini contro la Bencic (ci aveva sempre perso) e al punto esclamativo di Vavassori ed Errani […] oltre ad avvicinarci decisamente alla qualificazione ai quarti (stanotte alle 0:30 la sfida con la Francia), conferma un eccellente stato di salute generale che conforta sulla strada del primo Slam stagionale, gli Australian Open dal 12 gennaio. La Paolini, per dire, adesso scende in campo con uno status da stella certificato dal numero 4 al mondo, eppure il sorriso resta il suo marchio di fabbrica insieme a una qualità di gioco ormai sopraffina. Contro l’olimpionica di Tokyo 2021, al rientro dalla maternità, Jas ha sfoderato una prestazione di grande livello […]: «Sono molto contenta della partita, ho fatto pochi gratuiti, ho servito abbastanza bene e risposto benissimo. Sono scesa in campo concentrata fin dall’inizio e spero che questa partita possa aiutarmi per le prossime uscite ad Adelaide e agli Australian Open. Resta comunque una buona performance per essere la prima: mi piacciono queste condizioni, mi piace l’indoor e mi piace giocare in squadra: abbiamo una bella energia, ci siamo divertiti durante questa settimana di allenamenti e adesso guardiamo avanti». […] Proprio questo sembra il segreto: la forza del gruppo, l’armonia che si crea tra gli azzurri in qualunque contesto siano chiamati a stare insieme. Una simbiosi confermata anche da Renzo Furlan, coach della Paolini e per l’occasione capitano dell’Italia: «Sono molto contento di come hanno giocato, questi giorni passati insieme sono stati molto proficui». E pure Cobolli si è inserito nel mood: «È sempre una cosa bella giocare con la bandiera dell’Italia sul cuore, con i compagni e mio padre a tifare in panchina. È divertente e credo di aver fatto grandi cose». Per Flavio, il 2025 dovrà essere l’anno del consolidamento costante ad alto livello, lui che comunque è già il numero 3 d’Italia e insegue un posto tra le teste di serie agli Australian Open (al momento, sarebbe l’ultimo degli eletti): «Voglio avvicinarmi a Sinner e Alcaraz, che sono i due punti di riferimento […]. Credo che un obiettivo concreto per me possa essere la top 20». A proposito di Alcaraz, Cobolli avrebbe dovuto trascorrere una settimana di preparazione invernale alla sua accademia come un anno fa, ma l’infortunio alla spalla destra lo ha tenuto a Roma: «Mi dispiace, spero mi inviti l’anno prossimo. Il guaio è passato, ma mi è costato un po’ di ritardo negli allenamenti e una partenza per l’Australia all’ultimo minuto. Per questo sono molto soddisfatto del mio primo match». Buon viaggio.

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