ATP Next Gen Finals, i protagonisti: Joao Fonseca
Impazza il talento nel parterre delle prossime Next Gen ATP Finals, che vedrà i migliori 8 under 20 del pianeta duellare all’ultimo sangue per conquistare il trono in quel di Jeddah. La meravigliosa città saudita, situata sulle sponde del Mar Rosso, ospiterà la settima edizione delle Next Gen Finals, dove i riflettori saranno puntati sul più giovane della classe, al debutto assoluto nella suddetta competizione, Joao Fonseca. Il giovanissimo tennista brasiliano, nato a Rio de Janeiro il 21 agosto del 2006, è uno dei maggiori talenti emergenti del panorama tennistico, e durante l’annata ha brillato a tal punto da raggiungere la 145° posizione del ranking, lasciandosi alle spalle la 727° posizione di inizio stagione, che poco si addiceva al suo potenziale.
Il Brasile, pais do futebol, instrada il piccolo Joao al gioco del calcio, ma osservando il fratello maggiore con la racchetta tra le mani, si innamora perdutamente della pelosa pallina gialla, e il destino accoglie tra le braccia il bambino brasiliano che sogna il tennis dei grandi. Joao cresce in fretta, e una volta giunto nel circuito junior, non impiega molto a dar prova delle sue abilità tennistiche, trascinando il brasile alla vittoria della Coppa Davis di categoria, dove, in semifinale, rifilò un netto 2-0 all’azzurro Cinà. Il cammino del giovane Fonseca è segnato. Nel 2023 conquista il titolo Junior a Flushing Meadows, in seguito viene nominato Campione del Mondo ITF, seguendo le orme dei tre connazionali che hanno scritto la storia del tennis brasiliano: Gustavo Kuerten, Bruno Soares e Marcelo Melo.
“Ho un buon servizio e gambe molto magre. Per questo in Brasile mi chiamano ‘piccolo Sinner’ – dichiarò Fonseca in un’intervista rilasciata a Marca – Il mio rovescio è più consistente del mio dritto, anche se quest’ultimo colpo è la mia arma principale“. Joao si forgia e sgomita nel circuito Challenger, smussando gli angoli del suo gioco girovagando tra le ostiche tappe sudamericane, ma è ancora un giovane tennista, sconosciuto da molti e conosciuto da pochissimi. Diversi mesi prima del successo citato poc’anzi – US Open Junior – il brillante talento brasiliano ottiene una wild card per il famigerato torneo di Rio, facendo il suo debutto assoluto nel circuito ATP. Il suo avversario è Alex Molcan, un’atleta slovacco, mancino, perfettamente a suo agio sul manto rouge. La folla non vede l’ora di assistere all’incontro che vedrà sbocciare il predestinato sudamericano, disabituato a palcoscenici di tale spessore.
Dopo 29 minuti di gioco, il tabellone dello score, sul centrale di Rio, mostra un numero spietato, crudele. Il primo parziale è volato via in un battito di ciglia, conclusosi col punteggio di 6-0 in favore del tennista slovacco. Al rientro in campo, il sedicenne Joao Fonseca incassa colpi tremendi, ma il suo coraggio e la sua identità tennistica vengono fuori in modo inconfondibile, nonostante una terribile situazione di punteggio. Il caloroso pubblico non smette di accompagnare il proprio beniamino con applausi scroscianti amplificati, da lì a pochi istanti, dall’improvvisa esaltazione del giovane Joao, intento a regalare al mondo soltanto l’antipasto del suo sconfinato talento. Fonseca non vinse né il secondo set né l’incontro, ma lanciò un chiaro messaggio in quel di Rio, dove il “piccolo Sinner” del Sudamerica tornerà a rivendicare ciò che gli spetta, con gli interessi, esattamente un anno dopo.
21 febbraio 2024, 366 giorni dopo, Rio de Janeiro. Fonseca ritorna in patria per la seconda volta, grazie alla wildcard nuovamente concessagli dall’organizzazione del torneo. Joao è certamente maturato sotto svariati aspetti rispetto all’anno precedente, ma sta per affrontare, al primo turno dell’ATP 500 di Rio, il classe 2004 più forte del pianeta, Arthur Fils. L’impatto di Fonseca al match è devastante, e il diciannovenne francese, suo avversario, soccombe lentamente, bersagliato dal diciassettenne più scatenato della costa brasiliana. Joao rimette i conti in pari col tabellone di Rio, e questa volta il tondo e crudele punteggio di 6-0 è ai danni di Fils. Il match non sembra nemmeno giocato da un timido diciassettenne, somigliante più a un navigato tennista che ha tanta fretta di chiudere la pratica e risparmiare le fatiche. Dopo 90 minuti di gioco, il classe 2004 di Bondoufle stringe la mano al padrone di casa, appena diventato il primo 2006 a vincere un match nel circuito ATP: “Non potrebbe essere più bello di così ottenere la mia prima vittoria – commentò l’incredulo Joao – a 10 minuti da casa mia e con tutti i miei amici e la mia famiglia che mi guardano. Negli ultimi mesi mi sono concentrato molto sui miei progressi e questo è il risultato. Sono molto più maturo e questo è il mio posto. Voglio giocare in questi stadi enormi”. Fonseca porrà fine al suo cammino in quel di Rio ai quarti di finale, contro Mariano Navone, dopo aver sconfitto agli ottavi il cileno Garin.
I mesi successivi sono altrettanto proficui per il brasiliano, diventato oramai assiduo frequentatore del circuito dei grandissimi. Le sporadiche apparizioni nei Challenger iniettano fiducia al giovane Joao, ma le priorità si sono spostate ben più in alto. In aprile arriva il primo successo in un Master 1000 a Madrid, ai danni dello statunitense Michelsen, e per un soffio, manca l’accesso al main draw di Flushing Meadows, fermandosi all’ultimo turno di qualificazioni. La convocazione in Coppa Davis col Brasile porta al settimo cielo Fonseca, che tira fuori gli artigli contro Olanda e Belgio, conquistando due successi su tre incontri disputati nella spedizione bolognese.
La qualificazione alle ATP Next Gen Finals – giunta in extremis a seguito del tête-à-tête nella race con Henrique Rocha – ha rappresentato il coronamento di un 2024 brillante per l’ormai diciottenne Sudamericano, nonché il più giovane atleta dell’evento, che ha tutte le carte in regola per intimidire gli altri sette pretendenti al titolo. Nell’impianto di Jeddah i migliori otto Under 20 del mondo si sfideranno sul rapido cemento indoor della cittadina saudita, nel quale Joao ha già mostrato – nelle molteplici tappe Challenger – grande versatilità e capacità di adattamento, grazie ai suoi colpi esplosivi, accompagnati dall’ottimo atletismo. Il servizio del brasiliano offre più variabili, passando dall’efficace kick esterno – consolidato ad hoc durante il suo percorso di crescita sul manto rosso Sudamericano – oppure convergendo sul “flat” per sfruttare appieno la rapidità della superficie. Il primo banco di prova per Fonseca sarà ancora una volta Fils, tds n.1 con esperienza col particolare format delle Next Gen Finals in qualità di finalista uscente. Anche se il brasiliano ha già dimostrato di non aver nulla da invidiare al rivale francese…