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Coppa Davis, con Sinner e Berrettini la vetta del tennis si tinge d’azzurro. Eppure Pietrangeli mastica amaro. Ancora…

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L’Italia del tennis è sul tetto del mondo: ha vinto la sua seconda Coppa Davis consecutiva nelle Finals di Malaga e ha portato sotto i riflettori del palcoscenico internazionale talenti femminili e maschili che al momento dimostrano di non avere uguali. Successi che si affastellano: quello della squadra maschile in Coppa Davis arrivato pochi giorni dopo il trionfo delle ragazze nella Billie Jean King Cup, per una storica accoppiata di vittorie. Quanto fatto da Jannik Sinner, Matteo Berrettini, Lorenzo Musetti, Andrea Vavassori e Simone Bolelli è stato davvero incredibile.

Coppa Davis, Binaghi: da Sinner a Paolini tre grandi soddisfazioni in 15 giorni, eppure Pietrangeli…

E come il presidente della Fitp, Angelo Binaghi, intervenuto nella puntata n.742 de La Politica nel Pallone di Emilio Mancuso, non ha mancato di sottolinearlo. «Tre grandi soddisfazioni nel giro di 15 giorni, Atp Finals, Billie Jean King Cup e Coppa Davis. Sinner era stato massacrato un anno fa quando non giocò la Davis, aveva bisogno di allenarsi per diventare uno dei primi giocatori del mondo. La storia del tennis italiano è cambiata, lui è nettamente il giocatore più forte del mondo. Si sta avverando tutto quello che avevamo previsto».

I voti di Binaghi al team azzurro vincente

E ancora. «Musetti è il più giovane della formazione, più capitare di perdere. La Davis è una brutta bestia. Ha fatto una stagione straordinaria con la semifinale di Wimbledon e la medaglia di bronzo alle Olimpiadi. Il voto è tra 8 e 9. Bolelli e Vavassori hanno fatto un punto decisivo, sono una delle coppie di doppio più forti del mondo e meritano un 9 e mezzo. Volandri è stato ancora più fortunato di noi e prende un 8 e mezzo», ha aggiunto Binaghi. Nota di merito per Jasmine Paolini, autrice di un’annata spettacolare in campo femminile in singolo e in doppio con Sara Errani: «La vera sorpresa di quest’anno è Jasmine Paolini. Nessuno avrebbe mai pensato che potesse raggiungere questi risultati e merita un dieci e lode», ha concluso Binaghi.

Coppa Davis, Sinner? «Un fenomeno non  misurabile»

Potrebbe bastare, e invece no. «Noi dirigenti meritiamo un 7 perché siamo stati fortunati. Mentre Sinner è al di là di ogni valutazione. Non è possibile darla, è un fenomeno che oggi non è misurabile. A Berrettini un dieci e lode». E un riconoscimento a posteriori: «L’anno scorso l’ha vinta anche lui. È stato il primo tifoso dei suoi compagni, li ha trascinati a Malaga. Quest’anno è stato protagonista in campo, sei vittorie su sei ed era pronto anche a darci la settima». Insomma, a leggere tra le righe dell’entusiastiche dichiarazioni di Binaghi, «la Davis è una brutta bestia». Ma gli azzurri hanno saputo domarla e conquistarla. C’è solo un padre nobile della nostra scuola di maestri del tennis che sembra non volersi arrendere alla cavalcata vincente e alla zampata grfaffiante della nostra scuola di giovani talenti: Nicola Pietrangeli.

Coppa Davis, Sinner e campioni azzurri sul podio: ma Pietrangeli mastica amaro…

L’ex tennista che, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, nel complimentarsi con Sinner and co. ha tenuto soprattutto a precisare: «Per battere tutti i miei record Sinner è sulla buona strada, uno però resta impossibile da battere: le mie 164 partite giocate in Coppa Davis. Tra l’altro a Malaga, ieri, sono rimasto male perché ero a vedere la finale e nessuno mi ha chiamato per la premiazione dell’Italia, mi è dispiaciuto, sono sincero». Un disappunto che Pietrangeli non manca di rilevare e rimarcare ai microfoni di Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, approfittando anche dell’occasione per ribadire quanto la formula della Davis ora sia “più facile rispetto ai suoi tempi”.

Coppa Davis oggi? «Manca un po’ di romanticismo»…

Tanto da rilanciare sul punto: «Secondo me sì, ora manca un po’ di romanticismo». Poi, certo, negare l’evidenza sarebbe impossibile anche per lui. E allora, sull’uragano Sinner non può che confermare: «La sua potenza è impressionante. Se è divertente vederlo giocare? Questo è il tennis di oggi, dico solo questo». L’altoatesino vince sempre i punti decisivi, gli fanno osservare allora. E la replica è pronta: «Questa è la differenza tra un giocatore normale ed un campione, Sinner è un campione, una cosa che hai dalla nascita oppure non ce l’hai». E per fortuna che almeno questo viene riconosciuto…

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