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Paula Badosa e il tabù del ciclo mestruale: “Per le tenniste è uno schifo”. Poi rivela: “Nel 2024 ho pensato di smettere”

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Se Carlos Alcaraz è il traino maschile del tennis spagnolo, è sicuramente Paula Badosa il volto più luminoso sul versante femminile. La catalana sarà l’atleta di punta nella spedizione iberica guidata dall’ex giocatrice Anabel Medina che prenderà parte alle fasi finali della Billie Jean King Cup. La competizione a causa del maltempo ha subito degli slittamenti che interessano l’impegno della Spagna all’esordio contro la Polonia. Di problemi di programmazione, per dinamiche totalmente opposte, ha parlato proprio l’attuale numero 12 al mondo andando a toccare argomenti su cui c’è ancora una certa riluttanza: il ciclo mestruale.

E’ una Badosa che, in un’intervista a Movistar+, si racconta in maniera assolutamente trasparente all’ex tennista Alex Corretja sottolineando l’incidenza delle mestruazioni sulle proprie prestazioni sportive: “Il ciclo è uno schifo per le tenniste. Io e il mio staff teniamo conto di quando arriva, incide sul mio corpo e sul mio umore. Mi influenza tanto

Al netto del successo nel WTA 500 di Washington che le ha fatto riassaporare un titolo a due anni di distanza, il gioco dell’ex numero 2 al mondo è stato limitato, natura a parte, da tanti infortuni che tante volte hanno minato le certezze su un suo ritorno a grandi livelli. Badosa si è aperta su questo periodo di smarrimento, sottolineando quanto anche Stefanos Tsitsipas abbia giocato un ruolo fondamentalmente per rimettersi in carreggiata: “Ci sono stati momenti nel corso di questo 2024 in cui ho pensato di non continuare a giocare a causa dei miei infortuni. Una volta dissi a Stefanos che mi volevo arrendere ma lui mi disse, con occhi da pazzo, che presto sarei tornata in top 10”.

Rimanendo in tema di appuntamenti saltati a causa di problemi fisici, Paula Badosa non si nasconde e, malgrado l’amarezza, ammette che la sua assenza ai Giochi Olimpici di Parigi è stata ponderata anche in base alle sue priorità: “Mi è dispiaciuto molto non essere andata all’Olimpiade, ma la mia carriera e i punti del ranking hanno la precedenza. I Giochi Olimpici non danno punti e ho dovuto guardare a me stessa.

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