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“Come in Arabia Saudita hanno riempito un’arena di tennis vuota pagando il pubblico”: le accuse del giornalista Ben Rothenberg

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Occhi puntati sull’Arabia Saudita: le Wta Finals appena concluse a Riad avevano un po’ il sapore della prova del nove. Non è un mistero infatti che il regime di Bin Salman punti a scippare a Torino il piatto più ricco, ovvero l’organizzazione delle Nitto Atp Finals. Ma se il torneo organizzato alla Inalpi Arena è cominciato a meraviglia anche nel 2024, con spalti gremiti non solo domenica per l’esordio di Jannik Sinner ma anche nella giornata di lunedì, in Arabia Saudita è andata molto diversamente. Le migliori otto giocatrici al mondo si sono riunite a Riad per il “Torneo delle Maestre”, vinto dalla tennista americana Coco Gauff in finale contro la cinese Qinwen Zheng. Ma sin da subito non è sfuggito un dettaglio estremamente rilevante. Quello del King Saud University Sport, l’arena che ha ospitato l’evento, è sembrato uno spettacolo desolante: spalti vuoti e poco più di 400 spettatori presenti in tribuna nei primi giorni del torneo.

Ma non è la prima volta. Perché già lo scorso anno il Paese arabo ha ospitato a Gedda un’altra competizione ufficiale Atp, le Next Gen Finals, torneo in cui si affrontano i migliori otto tennisti Under 21 della stagione. Le difficoltà non sono mancate e, nonostante il ricco investimento da parte degli organizzatori, il colpo d’occhio è stato impressionante: tribune vuote e tifo inesistente. A partire dalle semifinali, però, l’atmosfera è improvvisamente cambiata e i tifosi hanno affollato gli spalti per assistere alla vittoria del tennista serbo Hamad Medjedovic. Ma è tutto oro quel che luccica? Ci sono delle ombre su quanto successo un anno fa: delle accuse che sarebbe cruciale chiarire, sia perché le Next Gen Finals torneranno a Gedda anche quest’anno (il torneo è in programma dal 18 al 22 dicembre), sia perché si corre il rischio di spostare le Atp Finals da un contesto funzionante a uno con ancora molte incognite.

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L’ombra del dubbio
Il giornalista americano Ben Rothenberg ha voluto scavare più a fondo su quanto successo un anno fa a Gedda: “Come gli organizzatori arabi hanno riempito un’arena di tennis vuota: pagando il pubblico per partecipare”. Questo è il titolo della sua inchiesta, in cui viene ricostruito il presunto tentativo di trasformare la desolazione di un’arena vuota in un’atmosfera degna di un torneo internazionale. Sin dai primi giorni, infatti, “l’arena aveva un aspetto elegante e moderno, con un vistoso schema di luci rosse – scrive Rothenberg -. Sembrava anche deserto, e così stato, per tutte le fasi del torneo”. A stupire il giornalista è la totale assenza di pubblico, un’atmosfera che ricordava “un evento a porte chiuse come quelli durante la pandemia”. La soluzione sarebbe stata quella di “regolare l’illuminazione” affinché gli “spalti, invece di brillare di rosso, fossero avvolti da un’oscurità nera come la pece per nascondere il vuoto”, accusa Rothenberg.

Poi, però, il giorno della finale, “le luci si sono riaccese, mostrando un’arena quasi piena”. Sebbene una finale, essendo il momento culminante di un torneo, generalmente attiri di per sé molto più pubblico, “il drastico cambiamento nell’affluenza mi aveva fatto sorgere dei sospetti”, scrive Rothenberg. Sospetti che sono stati alimentati da “una fonte che mi ha contattato con la documentazione della sua esperienza”. La fonte, che il giornalista ha deciso di chiamare ‘Fahd’, ha sostenuto infatti di aver ricevuto un’offerta di lavoro via Whatsapp il 2 dicembre 2023: “100 riyal sauditi (circa 27 dollari) per quattro ore di presenza a una partita di tennis che si sarebbe svolta in giornata”. Dopo la compilazione di un Google Form, i partecipanti sarebbero stati inseriti in un gruppo WhatsApp dove avrebbero ricevuto dai reclutatori le istruzioni per svolgere il loro compito. A sostegno delle sue accuse, il giornalista allega anche alcuni screen delle chat citate dalla fonte, oltre alla testimonianza diretta dello stesso Fahd: “Sono arrivato insieme a un gruppo di persone in autobus, circa 10 autobus di grandi dimensioni, e ci hanno lasciato nella piazza chiusa dello stadio per assistere all’evento – ha spiegato la fonte a Rothenberg -. Ci è stato proibito di giocare, bere e mangiare per non disturbare le persone che avevano pagato per vedere l’evento”, aggiunge.

L’organizzazione, inoltre, sarebbe stata affidata, stando alle parole del giornalista, alla Triple P Events, “che nei suoi profili social – scrive Rothenberg – pubblicizza la sua capacità di fornire ‘organizzatori, attrezzature e persone!”. Ma l’azienda, spiega ancora il giornalista, non ha mai menzionato un suo effettivo coinvolgimento nelle ATP NextGen Finals 2023. Secondo Fahd, questa pratica sarebbe normale: “Quando il governo non vuole sporcarsi le mani, chiama una società per assumere i dipendenti”, spiega la fonte a Rothenberg.

È importante ribadire che, quelle del giornalista americano, restano solo delle accuse. Tanto che la stessa Atp, oltre che gli organizzatori in Arabia Saudita, avrebbero negato di essere a conoscenza di questa iniziativa. “Siamo consapevoli che gli organizzatori del torneo locale gestiscono programmi di sensibilizzazione della comunità che aiutano a portare vari gruppi della comunità di Gedda all’evento. Ciò può includere l’aiuto per il trasporto da e verso l’arena. Tuttavia, non siamo a conoscenza del fatto che qualcuno sia stato pagato per partecipare, un’affermazione che anche gli organizzatori del torneo negano”, è la risposta che Rothenberg dice di aver ricevuto dall’Atp.

Il tennis pagato a peso d’oro
La rilevanza, però, delle illazioni lanciate da Rothenberg sta piuttosto in quanto è successo dopo le Atp Next Gen Finals. Nel corso della stagione 2024, infatti, l’Arabia Saudita ha già ospitato un torneo di esibizione con le migliori stelle del panorama tennistico mondiale, il Six Kings Slam, che si è svolto a Riyadh dal 16 al 19 ottobre: Jannik Sinner, Carlos Alcaraz, Novak Djokovic, Rafael Nadal, Daniil Medvedev e Holger Rune sono i sei tennisti che hanno preso parte all’evento; un prize money stellare per il vincitore, ovvero Sinner, che si è portato a casa ben 6 milioni di dollari per tre partite giocate. Un chiaro esempio di sportwashing: il regime di Bin Salman cerca di mascherare le violazione dei diritti umani e di restituire tramite gli eventi sportivi un’immagine dorata dell’Arabia Saudita. Il tennis, insieme al calcio, al golf, alla boxe e ai motori, sta diventano parte integrante di questa strategia.

La storia si ripete?
Se di per sé le accuse di Rothenberg non dimostrano l’effettiva esistenza di una retribuzione promessa ad alcuni lavoratori arabi per prendere parte all’evento, è impossibile non menzionare quanto è accaduto alle WTA Finals. Nonostante siano scese in campo le migliori tenniste del pianeta, tra cui l’italiana Jasmine Paolini, durante la fase a gironi gli spalti sono apparsi desolati e il tifo, di fatto, inesistente: meno del 10% dello stadio è stato riempito, circa 400 dei 5000 posti a disposizione sono stati occupati, sottolinea The Telegraph. E questo a fronte di un prezzo del biglietto praticamente irrisorio, ovvero circa 30 Riyals (pari a 6 dollari).

L’obiettivo sarebbe stato quello di aprirsi a una nuova audience, quella araba, “e ciò richiede tempo”, ha sottolineato la WTA con un comunicato riportato da Rothenberg. Un anno dopo le Next Gen Finals, però, la storia si ripete: spalti vuoti, atmosfera silenziosa, tifo inesistente. E, proprio come durante il torneo dedicato ai migliori Under 21, anche in questo caso, dalle semifinali, il pubblico è tornato a riempire gli spalti. Nonostante il buio avvolgesse le tribune, infatti, già durante la partita tra l’americana Coco Gauff e la numero uno al mondo Aryna Sabalenka, l’arena è sembrata ospitare una nutrita schiera di spettatori, anche se diverse fila degli spalti sono comunque apparse vuote.

Ma è durante la finale, in cui Gauff ha sconfitto Zheng in tre set, che la situazione sembra essere tornata alla ‘normalità’, con gli spalti finalmente gremiti di una folla festante. Aumenta l’affluenza, quindi, negli ultimi due giorni dell’evento: un cambio che, seppur giustificato dal fatto che la fase a eliminazione diretta attiri più pubblico, ricorda quanto successo alle Next Gen Finals di Gedda l’anno precedente. Sorge spontaneo, quindi, chiedersi: perché l’Arabia Saudita ha deciso di organizzare tre eventi di tennis (Six Kings Slam, WTA Finals 2024, ATP Next Gen Finals 2024) nonostante il flop delle Next Gen Finals del 2023? E ancora: se l’obiettivo degli organizzatori non è quello di riempire gli spalti, né di generare un profitto immediato, allora, qual è?

L'articolo “Come in Arabia Saudita hanno riempito un’arena di tennis vuota pagando il pubblico”: le accuse del giornalista Ben Rothenberg proviene da Il Fatto Quotidiano.

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