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ATP Shanghai: non basta un buon Berrettini, Rune rimonta e vola al terzo turno

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[12] H. Rune b. M. Berrettini 4-6 6-4 6-3

Holger Rune si qualifica al terzo turno del Masters 1000 di Shanghai dopo un attesa durata più di due giorni e dopo aver eliminato Matteo Berrettini in rimonta con il punteggio di 4-6 6-4 6-3 in due ore esatte di match: il danese, dopo aver regalato il break decisivo nel primo parziale con una serie di errori gratuiti, ha preso in mano il controllo degli scambi, mettendo alle corde un buon Berrettini, che ha servito alla grande (16 ace e 61% di punti vinti con la seconda) ma che nei momenti decisivi del match è stato tradito dal dritto e dallo slice di rovescio. Il danese in apertura del terzo e decisivo parziale ha annullato una pericolosissima palla break grazie a un dritto piuttosto fortunoso e da quel momento si è tranquillizzato, imponendo un ritmo insostenibile per il semifinalista del 2019: Rune (per lui si tratta della terza vittoria in quattro scontri diretti con Matteo) al terzo turno affronterà Jiri Lehecka (22 anni, numero 34 del ranking ATP).

Matteo, prima del match, ha tentato con scarsi risultati di fare conversazione con la bambina che stava per accompagnarlo in campo

Primo set: Rune regala il break all’improvviso con una serie di errori gratuiti, Matteo ne approfitta

Dopo la pioggia, i rinvii e un’attesa lunga due giorni, Matteo Berrettini e Holger Rune approfittano finalmente del privilegio del tetto (la pioggia, nel tennis del 2024, non è uguale per tutti) e scendono in campo per il secondo turno del Masters 1000 di Shanghai: la partita è rapida e fin da subito non lascia spazio agli scambi, incanalandosi sui binari ordinati dei turni di servizio, nonostante una percentuale di prime palle in campo complessivamente lontana dalla perfezione (52% per Berrettini, 62% per Rune). Il cambio di palle toglie ulteriormente ritmo ai due protagonisti: Matteo nel settimo gioco supera brillantemente il primo piccolo momento delicato della sua partita (0-15 e seconda) mentre il danese, nel game successivo, regala improvvisamente il break con una serie di errori gratuiti, perdendo le misure del campo, in particolare con il dritto (5-4 Berrettini). Il romano mantiene la freddezza e chiude il set con il sesto ace dopo appena 36 minuti di gioco.

Secondo set: il primo passaggio a vuoto di tutto l’incontro condanna Matteo

Il secondo parziale ricomincia dalle certezze del primo: il danese non perde praticamente un punto al servizio e quando non viene aiutato dalla potenza della prima palla si affida a seconde brillanti, rischiose e profonde. Matteo resta aggrappato alla scia del punteggio, mette a segno altri sei ace ma comincia ad arretrare pericolosamente nei (rarissimi) scambi da fondo: il match vive una strana surplace, in attesa del tie break o dell’inciampo del passaggio a vuoto, e stavolta è Berrettini che cede, precisamente nel decimo game, concedendo – tutte insieme – le prime palle break dell’incontro. Il servizio stranamente non gli regala nessun punto, lo slice di rovescio diventa improvvisamente innocuo, Rune non si fa pregare e mette i piedi dentro il campo, prendendosi il 6-4 alla seconda occasione: dopo un’ora e 15 minuti è già il momento del terzo e decisivo set. 

Terzo set: Rune annulla la palla break con un dritto fortunoso e poi piazza la zampata decisiva 

Le montagne russe emotive di Rune regalano una chance in apertura a Berrettini, ma il danese sulla palla break trova il jolly più prezioso, annullandola con un dritto in controbalzo corto e scentrato, che accarezza la riga, difendendo così il turno di servizio dopo il game più lungo del match (14 punti). Scampato il pericolo Rune riprende il controllo degli scambi e dell’inerzia dell’incontro, alzando il livello della propria intensità con il passare dei minuti: Matteo nel quarto game si arrampica dallo 0-30, affidandosi, come al solito, alla prima di servizio (2 pari). I game di battuta di Rune scorrono via lisci, consentendogli di condurre le operazioni con tranquillità e di spostare tutta la pressione del punteggio verso l’avversario: si sente puzza di bruciato, e infatti Matteo, alla fine, cede. Il game decisivo è l’ottavo, nel corso del quale l’italiano, dopo aver annullato due palle break (16 ace per lui), viene tradito dal dritto, dalla tensione della lotta e dalla fatica dello scambio: l’errore decisivo finisce quasi fuori dal corridoio (5-3 Rune) e nell’ultimo gioco il danese chiude il match con freddezza, superando anche la beffa di un challenge sfortunato. La rimonta è così completata e Holger può festeggiare il passaggio del turno dopo 2 ore esatte di partita.

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