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L’ammissione di Carlos Alcaraz: “Dopo gli US Open non avevo più voglia di giocare a tennis”

Una vittoria importante e speciale per Carlos Alcaraz. Lo spagnolo ha sconfitto Jannik Sinner nella Finale dell’ATP500 di Pechino. Sul cemento cinese, l’iberico (n.2 del mondo) ha prevalso nell’atto conclusivo, mettendo in mostra nel bene e nel male il suo tennis, fatto di lampi abbaglianti, ma anche di passaggi a vuoto talvolta inspiegabili. Dopo 3 ore e 21 minuti di gioco, il funambolo di Murcia l’ha spuntata, ponendo fine sia alla serie vincente di Jannik, iniziata a Cincinnati, che al proprio periodo di difficoltà.

Settimane nelle quali Carlitos ha fatto fatica a ritrovarsi, patendo non poco la sconfitta nella Finale per l’oro olimpico contro Novak Djokovic e uscendo di scena in maniera del tutto inattesa nei primi turni sia del Masters1000 dell’Ohio che soprattutto nel secondo turno degli US Open, battuto rispettivamente dal francese Gael Monfils e dall’olandese Botic van de Zandschulp.

E così, nel corso della conferenza stampa posteriore all’atto conclusivo in Cina, Alcaraz si è lasciato andare a una rivelazione importante: “Gli ultimi due mesi non sono stati facili, un periodo complicato dentro e fuori dal campo, e ne siamo usciti insieme con il mio team. E’ stato speciale alzare questo trofeo davanti alla mia squadra e a parte della mia famiglia. Grazie a tutti loro nel corso delle ultime settimane ho ritrovato la voglia di viaggiare e le motivazioni giuste“, ha dichiarato lo spagnolo.

Entrando nel dettaglio: “Dopo New York ho vissuto un momento complicato, ero giù di morale, demotivato, non avevo voglia di prendere in mano la racchetta: abbiamo parlato molto, rimesso le cose a posto, ho capito che dovevo tornare in fretta ad allenarmi, per tornare in campo più forte sia dal punto di vista mentale che dal punto di vista fisico. Abbiamo lavorato sodo per tornare a vivere insieme dei momenti del genere“.

Parole che invitano a delle riflessioni, sulla capacità del ragazzo iberico di riprendersi da un momento così complicato, ma nello stesso tempo anche un po’ di stupore per il fatto che un atleta così giovane, all’inizio di un percorso così ricco di soddisfazioni, si sia fatto prendere un po’ dallo sconforto al punto di non voler più giocare a tennis. Vedremo se queste situazioni si ripresenteranno nella carriera del campione iberico.

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