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US Open, Vagnozzi: “nelle difficoltà, bisogna rimanere il più uniti possibile”

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Soddisfatto dell’approccio e dell’atteggiamento di Jannik Sinner, coach Simone Vagnozzi, che ha confermato la necessità di introdurre qualcosa di diverso nel match contro Daniil Medvedev, sconfitto, infatti, ai quarti dal numero uno al mondo azzurro. Ecco le parole del coach di Jannik Sinner:

D. Hai trasformato Jannik. Ieri Serve and Volley, smorzate…

Simone Vagnozzi: “era quello che dovevamo fare. Giocare una partita solo di ritmo con Medvedev sicuramente non era la scelta giusta, devi mettere qualcosina di diverso per farlo pensare e giocare un po’ di più. Credo sia stata una partita molto tattica, a volte si vedevano scambi dove tiravano piano, altri dove sembrava volessero accelerare; quindi, è stato bravo Jannik a gestirla in questa maniera”

D. La cosa che ti è piaciuta di più di Jannik in queste cinque partite?

Simone Vagnozzi: “Penso il crescendo che c’è stato nelle cinque partite, anche a livello mentale, di atteggiamento ogni volta è più dentro la partita. All’inizio sembrava più dentro di sé, invece adesso, piano piano, ha ritrovato l’energia positiva del pubblico, il sorridere dentro al campo, quella è la cosa che ci rende più felici”

D. Una curiosità tecnica. Rispetto alla stagione sull’erba, abbiamo notato un calo di percentuale nelle prime di servizio. È una scelta? State facendo qualche lavoro che sta facendo scendere tale percentuale?

Simone Vagnozzi: “un motivo può essere che sull’erba ti basta un po’ meno, quindi uno slice al corpo, anche giocato ad una velocità non eccelsa ti può dar punti; penso sia anche una questione di palline, tanti fanno fatica, non è una palla che si sente molto sulla racchetta, anche Medvedev ieri ha fatto fatica. La sera la palla è più “morta”, dunque è difficile prendere rotazione, penso che sia quello”

D. Quanto vi ha condizionato la situazione vissuta?

Simone Vagnozzi: “Le difficoltà ci sono sempre dentro un team. Nelle difficoltà bisogna cercare di restare il più uniti possibile, ed è quello che abbiam provato a fare, cercare di rimanere sull’obiettivo giorno per giorno, tante cose non le puoi controllare ma dovevamo rimanere sul pezzo. È stato bravo Jannik, perché è lui quello che va in campo; come ho detto, siamo con la coscienza a posto, da ora in poi è un capitolo chiuso”

D. Tornando sul servizio, sul serve and volley. Poi, cosa vi aspettate da Draper?

Simone Vagnozzi: “Quando fa serve and volley, per andare troppo presto a rete, affretta un po’ il colpo ma lo gioca allo stesso ritmo di quando non fa serve and volley. Draper, secondo me, è uno dei giovani più promettenti. Lo conosciamo da tanto, ha avuto diversi infortuni, 2-3 anni che hanno rallentato la sua crescita, ma è un giocatore tosto, quindi domani sarà duro”

D. Il doppio a Montreal, le dinamiche insieme. Chi potrebbe avvantaggiarsi della conoscenza dell’altro?

Simone Vagnozzi: “Non penso che sia quello. Draper gioca un po’ col vento in poppa, ha poco da dimostrare, ha fatto il suo miglior risultato, gioca contro il numero uno del mondo, cercherà di giocare sopraritmo, Jannik dovrà essere bravo all’inizio del match e cercare di gestire la situazione”

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