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US Open: Paul soffre ma si salva, sarà l’avversario di Sinner. Avanti anche Draper e Machac

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[14] T. Paul b. [Q] G. Diallo 6(5)-7 6-3 6-1 7-6(3)

Per il primo set e buona parte del secondo, e ancor di più per quasi tutto il quarto, è sembrato di rivedere sul Louis Armstrong la miglior versione di Milos Raonic reincarnata nei panni del connazionale Gabriel Diallo. Il giovane canadese, con una prestazione di grinta e qualità, da applausi, ha saputo tener testa, mettendo in difficoltà Tommy Paul, beniamino del pubblico e grande favorito della vigilia. Addirittura nel quarto era sembrato pronto per trascinarla al quinto, con due break di vantaggio. L’americano ha ritrovato però la qualità in risposta, attaccando soprattutto la seconda dell’avversario, per rifarsi sotto e recuperare il doppio svantaggio riportandosi in pieno nel match.

Da lì in poi il copione è stato quello visto a larghi tratti durante la partita, con Paul a tessere gioco da fondo, soprattutto con il dritto, e Diallo a remare per restare a galla con improvvise accelerazioni a volte vincenti (con anche tre palle break per tornare avanti sul 5-5), a volte ampiamente larghe, ossigeno per il n.14 al mondo. Che da parte sua ha comunque alcuni aspetti su cui lavorare, con ben 50 non forzati e uno scarso 60% di prime in campo. Se vorrà fare partita pari con Jannik Sinner, suo prossimo avversario, dovrà aggiustare non di poco queste statistiche. Soprattutto per tentare di avere un vantaggio al momento di avviare lo scambio senza concedersi completamente all’azzurro.

Con ogni probabilità i due giocheranno in sessione serale sull’Arthur Ashe, in quello che sarà il suo quinto ottavo Slam, secondo di fila allo US Open e secondo di fila in stagione dopo quello a Wimbledon (accoppiata raggiunta per la prima volta). Aggiunge il suo nome a Fritz, Tiafoe e Nakashima tra gli americani giunti nei migliori 16 del Major americano. Ma, in tutta onestà, con fin troppa fatica.

[25] J. Draper b. B. Van De Zandschulp 6-3 6-4 6-2

Lo US Open si conferma casa per Jack Draper, che raggiunge il secondo ottavo di fila su questi campi, dove ha ottenuto 8 delle sue 11 vittorie Slam. Numeri che ben esplicano dunque anche la netta vittoria arrivata contro Botic Van De Zandschulp, che nel terzo turno è sembrato subire il contrappasso della prestazione perfetta contro Alcaraz. Tanti, troppi errori dell’olandese, ben lontano dal livello (oggettivamente al di sopra dello standard) mostrato nel match precedente, come dimostrano i 38 non forzati e i soli 9 punti su 29 vinti con la seconda di servizio.

Tracce che hanno costituito il sentiero di un Draper comunque non perfetto, con tanti errori soprattutto dal lato del dritto e un po’ di confusione tattica, venuta fuori in alcune scelte a dir poco rivedibili. Ma alla fine ha saputo fare di necessità virtù sfruttando l’opaca prestazione di Van De Zandschulp per emergere alla fine di ogni set di una partita non indimenticabile. D’altronde a volte bisogna anche essere cinici sacrificando lo spettacolo, e questo ottavo di finale potrebbe essere un mattoncino fondamentale per la carriera del britannico. Jack, che lo scorso anno si arrese al quarto turno a Rublev, affronterà Tomas Machac, contro il quale ha perso l’unico precedente sulla terra di Ginevra lo scorso maggio, su una superficie dove però sicuramente il ceco sa adattarsi meglio. Qui a New York, a “casa” di Jack, le cose saranno ben diverse.

T. Machac b. D. Goffin 6-3 6-1 6-2

Ci era andato vicino in Australia, vicinissimo a Parigi, ci è riuscito a New York. Al terzo tentativo del 2024, terzo anche in carriera, Tomas Machac raggiunge per la prima volta la seconda settimana in uno Slam, battendo in maniera netta un redivivo David Goffin. I sei game persi hanno regalato al primo ceco agli ottavi dello US Open dal 2015 (quando Tomas Berdych perse in quattro set da Richard Gasquet) la miglior vittoria della carriera a livello Slam, la sesta in tre set, quella con il minor numero di giochi persi. Delle sei. E metà di queste partite sono i tre turni vinti finora qui a Flushing Meadows.

Un torneo ai limiti della perfezione dunque quello del ceco, non solo nel gioco da fondo campo e di tocco, non di certo una novità, ma anche al servizio. I numeri odierni parlano chiaro, con 87% dei punti vinti con la prima in campo e ben 11 ace, oltre ai 32 vincenti che certificano un dominio territoriale del gioco, giusto il doppio di quelli di Goffin. Il belga ha provato a lottare nel primo set, ma alla lunga è stato surclassato dalla miglior forma del più giovane avversario, decisamente superiore in questo Slam storicamente avverso a David (il solo dove non ha mai raggiunto i quarti di finale). Machac intanto salirà almeno al n.35 al mondo, a due posizioni dal suo best ranking, con ottime chance (poco sotto il 50% secondo le previsioni statistiche di Tennis Abstract) di arrivare addirittura ai quarti.

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