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Match-fixing, altre due squalifiche per il tennis argentino

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Vi ricordate del grande scandalo “match-fixing” venuto fuori poco meno di un anno fa dopo l’arresto di Grigor Sargsyan? No? E allora vi consigliamo, vivamente, di dedicare qualche minuto del vostro tempo alla lettura di questo articolo. Parliamo di uno degli scandali sportivi più grandi di sempre e, forse, ancora non ci è realmente chiara la portata di questa enorme rete. Tutto, o quasi, avviene alla luce del sole, sotto l’attento controllo di chi era stato in grado, da tennista, di raggiungere addirittura le prime 400 posizioni mondiali.
Con una nota ufficiale, l’ITIA ha comunicato la squalifica di altre due giocatrici: “Melina Ferrero e Sofia Luini, entrambe di 31 anni, sono state sospese rispettivamente per tre e sette anni. Entrambi i casi sono stati giudicati dal consigliere-auditore indipendente (Anti-Corruption Hearing Officer) Diana Tesic“.

Per l’Argentina si tratta del settimo e ottavo caso, diventando così la seconda nazione con più squalifiche. Statistica decisamente poco rassicurante per il tennis biancoceleste.
Le protagoniste sono Melina Ferrero e Sofia Luini, rispettivamente ex 731 e 492 del ranking mondiale: “Ferrero non ha risposto alle 12 accuse dell’ITIA relative a tre partite nel 2017 e nel 2018, che includevano la facilitazione delle scommesse, controversie nei match, l’accettazione di denaro per partite non giocate al meglio delle proprie possibilità, e la mancata segnalazione di tentativi corruzione“.

Non rispondendo alle accuse dell’ITIA, Ferrero ha effettivamente ammesso la responsabilità per tutte le accuse e ha accettato le sanzioni. Oltre a una sospensione di tre anni, AHO Tesic ha anche inflitto a Ferrero una multa da $ 15.000
Ben peggio è andata alla connazionale Luini, oggi giocatrice di padel ed ex singolarista di tutto rispetto: “Il 15 maggio 2024 si è tenuta un’udienza in videoconferenza, dalla quale AHO Tesic ha confermato 22 accuse ITIA e ha inflitto a Luini una multa di 30.000 dollari insieme a una sospensione di sette anni“. Luini, quindi, potrà tornare in campo solamente nel luglio del 2031.

Il caso non sembra intenzionato a finire qui. Le accuse proseguono e la rete di corruzione appare ancora fin troppo ignota. La domanda è: fino a che posizione del ranking si sono spinti i soldi? Fino a che punto, il denaro supera l’agonismo?
A dircelo sarà, forse, il tempo.

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