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Squalifica Shapovalov: l’appello e la decisione dell’ATP

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La sfida dei quarti di finale al Mubadala Citi DC Open di Washington tra Denis Shapovalov e Ben Shelton si è conclusa con un punto di anticipo. O, chissà, alcuni punti e un altro set di anticipo. Perché, dopo il passante di rovescio in rete del canadese – terzo punto di fila perso nel tie-break del secondo set –, Shelton si apprestava a servire il primo dei tre match point consecutivi a disposizione, quando è stato interrotto dall’annuncio dell’arbitro diretto a Shapovalov: “Violazione del Codice, comportamento antisportivo”.
A quel punto, normalmente, il giudice di sedia fa seguire la sanzione (warning se è la prima infrazione, punto all’avversario per la seconda, eccetera), ma Greg Allensworth ha chiamato in campo il supervisor, procedura standard quando la gravità della violazione potrebbe portare alla squalifica. Oltre che a prendersela (senza romperla) con la racchetta, infatti, pare che Denis abbia rivolto delle parole ingiuriose a uno spettatore che lo aveva provocato. Non sappiamo cosa si siano detti, quindi è “difficile” formarsi un’opinione sulla vicenda, ma di sicuro la reazione non è giustificata dal regolamento (il tennista deve riferirlo all’arbitro che eventualmente farà intervenire la sicurezza).

A ogni modo, il supervisor ha ritenuto le parole di Shapo sufficienti per la squalifica, Shelton (scocciato anch’egli) è andato in semifinale dove avrebbe perso da Cobolli. Il default comporta automaticamente anche la perdita dei punti validi per il ranking e il montepremi (l’ATP trattiene i soldi fino alla decisione della commissione preposta), sanzione soggetta a possibilità di appello. Shapovalov l’ha presentato ed ecco la decisione:

“L’ATP ha esaminato un appello presentato da Denis Shapovalov a seguito della sua squalifica ai quarti di finale dell’ATP 500 di Washington. La commissione multe ha confermato che gli ufficiali di gara hanno seguito la procedura corretta nello squalificare il tennista. Tuttavia, la commissione ha concluso che la perdita dei punti e del montepremi, automatica in caso di default, sarebbe sproporzionata in questo caso. Shapovalov manterrà quindi punti e prize money dei quarti di finale, con una multa di 36.400 dollari per la violazione del codice.”

Insomma, come nel caso di Andrey Rublev a Dubai, potrai quindi tenersi i 100 punti e i 53.240 dollari (lordi), meno i 36.400 la multa.
È stata la seconda squalifica per Denis: la prima, nel 2017 in Coppa Davis, quando in un gesto di rabbia scagliò una palla verso il terzo anello (di Saturno), ma colpì a uno zigomo l’arbitro Arnaud Gabas. Il mancino canadese era ancora diciassettenne, ma con il senno di poi possiamo dire che quello era un chiaro indizio sulla sua capacità di giocare la palla all’interno delle righe (e possiamo permetterci di scherzare sull’episodio per un paio di centimetri).

In altra sede, invece, magari ci domanderemo perché Daniil Medvedev non sia stato squalificato per l’attacco verbale alla giudice di sedia, all’apparenza ben più grave, nella semifinale di Wimbledon. Una domanda retorica, ça va sans dire.

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