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Parigi 2024: atletica, presidente Mei: “È la squadra più forte di tutti i tempi”. Simonelli e Fabbri lanciano la sfida agli USA

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È giustamente considerata come la regina degli sport e non può non avere un ruolo di primo piano nel programma olimpico. Parliamo dell’atletica, ça va sans dire, per dirla come la direbbero da queste parti. Come arriva l’Italia a queste olimpiadi di Parigi 2024? Di sicuro molto bene, anzi per usare le parole, del presidente Stefano Mei, intervenuto a Casa Italia: “questa è la squadra più forte di tutti i tempi”.

Ed è sempre il Presidente a fissare l’obiettivo: “ci aspettiamo 6/8 medaglie, sono molto fiducioso e molto content. E’ una squadra straordinaria e sono contento di essere il loro presidente. Questi sono ragazzi che meritano la giusta attenzione e sono convinto che ci faranno divertire”.

A riportare un po’ tutti con i piedi per terra, rispettando a pieno il ruolo di direttore tecnico è appunto Antonio La Torre: “questa è la new wave dell’atletica italiana e dopo questa generazione ce ne sarà un’altra, stiamo lavorando molto bene. Non ci dobbiamo nascondere ma non dobbiamo dare nulla per scontato. Il mondo dell’atletica si allarga e loro devono essere delle belve feroci. Non diamo per scontato che sia una marcia trionfale. Vogliamo vedere una squadra sorridente ma affamata, devono dare tutti affinché ci si guadagni tutti sul campo. Obiettivo? Finire il lavoro iniziato, sia per quelli che qui sono a fine carriera e quanti invece sono all’inizio. Attenzione massima deve essere indirizzata alle batterie. Abbiamo visto come si possa stare fuori da podi o finali per pochissimo”.

Come raggiungere questi obiettivi? Come si vive questa attesa olimpica piena di aspettative, sogni e obiettivi? A spiegarcelo sono tre tra protagonisti degli Europei di Roma 2024, quelli che a giugno hanno dato inizio all’inerzia che deve arrivare fino a Parigi. Nadia Batocletti campionessa europea nei 5.000 e nei 10.000, Leonardo Fabbri campione europeo nel lancio del peso e Lorenzo Simonelli campione europeo nei 110 metri ostacoli che ci raccontano come si costruisce un’attesa e un sogno: 

Parola agli atleti

È proprio Nadia Batocletti, la gazzella trentina che ha iniziato a correre in altura, come tradizione lunga vuole (Roberta Brunet ne è un esempio…): “sono contenta di essere a Casa Italia, sono contenta della mia crescita da Tokyo ad oggi, del percorso fatto che mi ha portato fino al successo di Roma.  Per quanto riguarda i 10000m è la gara più semplice tatticamente ma più difficile da comprendere. All’Europeo è stato un corto veloce con cambi all’interno, sarà una gara tirata dal primo all’ultimo metro. Ma dipende da chi deciderà di partecipare e come. Sui 5000m invece dipende dalle batterie: ci sono quelle più forti e quelle più tattiche. Non seguirò il gioco di chi vorrà puntare solo sul tempo. Penso sempre alle Olimpiadi e mentre facevo le ripetute mi immaginavo tutti gli scenari possibili, l’obiettivo è quello di fare il massimo”. 

Leonardi Fabbri, il campione fiorentino che sfida i giganti del lancio del peso: “Finora è stata una bellissima stagione e sono conscio che tutte le gare fatte fino ad oggi sono propedeutiche per quello che sarà sabato. Finora è andato tutto bene, manca solo l’acuto finale di un progresso costante, puntando i 22.30 come una misura che deve essere un punto di partenza. Crouser ha detto che sto rivoluzionando il mondo del peso e questo per me è qualcosa che mi mette i brividi. Nel nostro sport è una leggenda paragonabile a Michael Jordan e le sue parole mi hanno dato tanta fiducia e spero che queste parole gli abbiano messo un po’ di paura. Sarà una sfida all’America? Sì. Possiamo puntare a sfidarli sia io che Lollo (Simonelli n.d.c.). Sono i più forti ma noi ci siamo e li vogliamo sfidare. Ho finito Tokyo a 10 cm dalla finale e ho trovato le mie motivazioni pensando a Parigi, voglio fare qualcosa che possa regalare a me e alle persone che mi vogliono bene, grandi soddisfazioni. Devo essere bravo a gestire bene la qualifica e portarmi quella fiducia e velocità di rotazione anche in finale”.

Lorenzo Simonelli è ragazzo sincero, spontaneo dalle cui parole si respirano a pieno i suoi 22 anni. Ma nonostante questo le idee sono chiare, veloci e superano anche gli ostali più insidiosi: “Quello che ho avuto è stato un cambiamento che neanche io pensavo di avere. Speravo di arrivare e di qualificarmi alle olimpiadi e adesso invece sono qui come possibile protagonista. Ho rivalutato tutte le aspettative da inizio anno, voglio godermi il momento, divertirmi e dare il massimo. Mi sto godendo al massimo l’atmosfera olimpica con l’obiettivo di scendere in pista e scaricare i motori. Per me essere alle olimpiadi è come essere ad un campo scuola e il mio obiettivo è di superare il maestro Holloway: personalmente è un grandissimo traguardo. Come tutti ormai sapete sono un fan di One Piece e nello specifico di Rubber (personaggio dell’anime) è quella di avere fame e di non arrendersi mai anche di fronte agli obiettivi folli e voglio essere come lui, farò questo. Sarà una sfida con Holloway e io farò di tutto per non permettergli di vincere quella che tutti considerano una medaglia già sua. Da due settimane non faccio che sognare la gara delle olimpiadi, mi immagino anche durante gli allenamenti. Voglio andare via con la pancia piena e il collo pesante.”

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