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Parigi 2024, Zverev supera Machac, Wawrinka si arrende a Popyrin, bene Paul e Auger Aliassime

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Radio Olimpiadi, Day 3: rabbia per Macchi, gioia per Ceccon. Djokovic strapazza Nadal. Ascolta il podcast

Non solo il match di Lorenzo Musetti: il martedì a Parigi ha visto altri match validi per il secondo turno del tabellone maschile. Ecco una carrellata di risultati.

[3] A. Zverev b. T. Machac 6-3 7-5

Sui campi del Roland Garros, Tomas Machac aveva già messo in seria difficoltà, a giugno, Daniil Medvedev, dopo una stagione in cui si era regalato un memorabile successo su Djokovic a Ginevra. Neanche Alexander Zverev ha avuto vita facilissima contro il ceco, nonostante, alla fine, sia riuscito a prevalere in straight sets, come dicono gli inglesi. Il campione in carica, finalista qualche settimana fa su questo Centrale, inizia il match perdendo il servizio, salvo reagire immediatamente con un controbreak. Da quel momento, prende il largo: il break definitivo, a zero, arriva al sesto gioco; poi, nonostante qualche battibecco con l’arbitro, Zverev sa conservare il vantaggio e procurarsi una palla per il 6-2, annullata ma seguita poco dopo da quella fatale del 6-3. La partita sembra scivolare via allora all’inizio del secondo, quando Zverev ottiene un’opportunità del 3-0 pesante. Ma Machac non ha ancora giocato tutte le sue carte: sfruttando qualche indecisione e qualche gratuito di troppo del suo avversario (alla fine del match il tedesco ne avrebbe commessi 19), si rialza e riesce a tornare in parità. Nonostante il vantaggio nel primo e l’equilibrio che vige in quel momento nel secondo set, non si può dire che Zverev abbia il pieno controllo della partita: con uno spettacolare diritto in salto, Machac va a sedersi sul 5-4 in suo favore. Poco dopo, si ritrova 5-4 e 30-30. Zverev, tuttavia, sale in quel momento in cattedra: riesce a tenere il servizio con un paio di prime imperiose (alla fine dell’incontro ha il 78 per cento), e da quel momento non sbaglia più niente. Dieci punti di fila vinti più tardi, il match è finito: 6-3, 7-5, in un’ora e trentasei minuti. Zverev prosegue la sua difesa del titolo, al prossimo turno avrà Popyrin.

A.Popyrin b. S. Wawrinka 6-4 7-5

Sul Campo 14, Stan Wawrinka si è congedato dall’ultima Olimpiade della sua carriera (ricordiamo il suo oro in doppio con Federer a Pechino) con un’ultima bella lotta contro l’australiano Alexei Popyrin, che si è dimostrato però troppo superiore per pensare di imbastire una rimonta. I due si erano già affrontati nella finale di Umago dello scorso anno, ed era stata una partita avvincente, terminata al terzo set. Anche qui fin dall’inizio il ritmo è alto, e caratterizzato da una costante: il servizio di Popyrin, che nel primo set vince l’82 per cento dei punti con la prima e il 78 con la seconda. Gli basta dunque una sola palla break, convertita, nel primissimo gioco di risposta, per conquistare un vantaggio che non lascerà più. Più volte Stan gli mette il sale sulla coda, prova ad agganciarlo, e tuttavia mai le sue velleità si concretizzano in opportunità concrete: lo svizzero non guadagna neppure una palla break per tutto il corso del match. Il suo avversario si aggiudica dunque il primo parziale per sei a uno; nel secondo Wawrinka va sempre più vicino a Popyrin, esortato dal tifo che  lo sostiene con trasporto; ad un momento, addirittura, è solo la deviazione del nastro a negargli una palla break a colpo sicuro. A testimonianza del cinismo di Poyrin, le prime due palle break del secondo set  (le uniche) arrivano sul 5-5: esse bastano al numero 63, che pochi istanti dopo si ritrova a servire per il match. E, anche questa volta, non sbaglia: chiude con l’ottavo dei suoi ace, che vanno sommati ai 26 colpi vincenti di un’ottima partita.

[9] T. Paul b. J. Mensik 6-3 6-1

La crescita del giovanissimo Jakub Mensik è sempre più manifesta: soltanto a settimana scorsa risale la semifinale al torneo di Umago con Lorenzo Musetti. Oggi però si trovava di fronte Tommy Paul, che viene dai mesi migliori della sua carriera: dalle semifinali a Indian Wells e a Roma, dalla vittoria al Queens, dai quarti a Wimbledon. L’americano si è dimostrato questa volta ancora troppo forte: Mensik ha avuto pochissime chance, e, una volta che il numero tredici è uscito dai blocchi, non è più riuscito a tenergli testa. L’unica palla break Jakub l’ha avuta subito, al secondo game. Si è trovato poi ben presto a doverne fronteggiare tre di fila: il game con cui le ha salvate tutte quante (più un’altra poco dopo) si è dimostrato uno dei più belli ed equilibrati della partita. Dopo un paio di game interlocutori, Paul è infine riuscito a passare: ha brekkato sul 3-3, e poco dopo, al terzo set point, ha chiuso 6-3.
Mensik ha passato allora qualche minuto negli spogliatoi, ma al rientro la musica non è cambiata, anzi: Paul ha ottenuto il break subito, e non l’ha più lasciato. Con varietà, un ottimo rendimento al servizio (il 77 per cento dei punti vinti con la prima, l’80 con la seconda) e una certa concretezza (11 non forzati, quindici in meno del diciottenne Mensik) l’americano ha ottenuto il break del 5-1 e ha poi chiuso a zero nell’ultimo gioco. Il suo avversario sarà ora Corentin Moutet: l’avversario del francese, Jann Lennard Struff, ha dato forfait prima di scendere in campo.

[13] F. Auger Aliassime b. M. Marterer 6-0 6-1

Felix Auger Aliassime viene dalla sconfitta con Matteo Berrettini a Gstaad. Il canadese, nonostante i risultati latitino, si dimostra in un buon stato di forma, fin dalle prime battute di questo secondo turno. Maximilian Marterer – 29 anni, un massimo di numero 45 nel 2018, oggi 119 – non sfigura, almeno nei primi giochi, tutti lottati. Dopo quattro game finiti ai vantaggi, però, lo score recita 4-0 Aliassime e doppio break, seguito da un terzo, che arriva poco dopo a 15. La distanza si fa considerevolmente ampia, e dopo trentadue minuti, un ace conclude il primo parziale. 6 giochi a 0, nove vincenti a uno, il 75 per cento dei punti vinti con la prima contro il 35: tutto a favore del canadese.
Se ci erano volute quattro palle break (delle dodici che Auger otterrà in tutto), ne basta una al numero 19 per salire a condurre anche nel secondo parziale. E non abbandonerà più il vantaggio: velocemente (un’ora e quattro minuti) un match che mai è stato in discussione si conclude 6-0 6-1 con l’ennesimo (il ventitreesimo) gratuito da parte del tedesco. Non è stato un grande test per il canadese, che però conferma di poter essere pericoloso: ora, agli ottavi, potrebbe attenderlo Daniil Medvedev.  

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