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Tennis, Lorenzo Musetti: “Indicare il tricolore la mia risposta ai fischi. Non ho dormito per l’adrenalina, ho giocato libero”

Tennis, Lorenzo Musetti: “Indicare il tricolore la mia risposta ai fischi. Non ho dormito per l’adrenalina, ho giocato libero”

Per Lorenzo Musetti una gran bella giornata, quella di ieri sul Court Suzanne Lenglen. Il toscano è arrivato a Parigi versione Olimpiadi 2024 al termine di un autentico tour de force da Umago e, poi, ha totalmente disinnescato Gael Monfils di fronte al pubblico di casa. E poi si è toccato lo scudetto tricolore.

Il perché lo spiega lui a SuperTennis: “E’ stata la mia risposta ai fischi con cui hanno accolto il mio ingresso in campo: capisco il tifo per l’atleta di casa, figuriamoci. Ma un pizzico hanno esagerato, e allora dopo aver risposto sul campo, vincendo nettamente una partita che si commenta da sola, alla fine mi è venuto di indicargli il nostro tricolore”.

E poi racconta parecchi retroscena del passaggio da Umago a Parigi: “Chissà in altri tempi come avrei reagito alla sconfitta con Cerundolo, al modo in cui è maturata, e al tour de force che ho dovuto fare per essere qui, in tempo per affrontare e battere Monfils in un’Olimpiade. La mia compagna è una santa, ieri notte quando sono tornato in stanza dopo la partita, le interviste, la fisioterapia, lei aveva già preparato le valigie. Io non sono riuscito a dormire per l’adrenalina, stamattina alle 6 eravamo già in macchina per Pola, dove abbiamo preso l’aereo per Parigi. Sono arrivato alle 9.45, alle 11 ero in albergo, ho mangiato con le ragazze della pallavolo e dopo mezz’ora di riposo ero già qui, pronto per il warm-up. Bene, no?“.

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Musetti rivela poi un lato importante della questione: “Non ho avuto il tempo di avvertire la stanchezzaanzi sono felice della reazione che ho messo in campo dopo la sconfitta con Cerundolo, una partita incredibile. Ho giocato libero, con la testa sgombra di pensieri, fin dal primo punto con Monfils. Abbiamo uno staff pazzesconulla è lasciato al caso, se sono qui a giocarmi un’Olimpiade in queste condizioni lo devo anche a loro”.

Inevitabili le parole sull’assenza di Jannik Sinner, argomento che tiene banco: “Non so come stia, so soltanto, conoscendolo, che se ha scelto di non venire a Parigi significa che stava davvero a pezzi. Io non avverto maggiore responsabilità, mi sarei comportato esattamente allo stesso modo, dando il massimo, continuando a garantire questo livello di prestazioni. La mia stagione ha preso la strada giusta, non voglio lasciarla“.

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