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Andy Murray e le Olimpiadi: i due ori consecutivi e il ritiro più dolce

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Il cerchio della sua carriera non poteva che chiudersi ai Giochi. Proprio lì dove ha vissuto i momenti più intensi di sempre. Perché vincere tre Slam è un obiettivo alla portata dei fuoriclasse del tennis, ma conquistare due ori olimpici, addirittura consecutivi non è da tutti. Infatti ci è riuscito solo lui, Andy Murray, capace di trionfare in due edizioni filate, a Londra 2012 e Rio 2016. Grazie alle sue medaglie la Gran Bretagna è la regina olimpica del tennis: con cinque ori ha staccato gli Stati Uniti di Andre Agassi, fermi a tre. A 37 anni, come annunciato, le Olimpiadi di Parigi saranno l’ultima danza di Andy prima del ritiro. Ma riavvolgiamo il nastro.

Da Pechino al primo oro a Londra contro Federer

Prima partecipazione nel 2008, a Pechino. Non va benissimo: sconfitta al primo turno contro il taiwanese Lu Yen-Hsun. Ma nel 2012 a Londra la musica cambia. Murray arriva in finale. Di fronte Roger Federer. Un mese prima proprio sugli stessi campi di Wimbledon, nello slam, era stato lo svizzero a vincere in quattro set. Questa volta Murray è in stato di grazia, rasenta la perfezione e in un battibaleno chiude la pratica 6-2 6-1 6-4. Primo oro all’appello. Medaglia d’argento invece nel doppio misto con Laura Robson contro i bielorussi Azarenka/Mirnyi che vincono 2-6 6-3 10-8. Ma poco conta: lo scozzese Andy, beniamino di casa, è acclamato dal pubblico, in visibilio. L’inno God save the Queen gli riempie cuore e orecchie. Al terzo posto, sconfitto da Roger dopo una battaglia, c’è Juan Martin Del Potro, uno che non si risparmia mai.

Il bis di Rio e il gran finale alla Del Potro

Proprio l’argentino, quattro anni dopo, ai Giochi di Rio, sarà l’avversario in finale di Andy. Questa volta il pubblico è schierato per Del Potro che a suon di miracoli ha raggiunto la finale superando anche con una clamorosa impresa Nadal. Murray invece ci è arrivato più fresco, per netta superiorità, ogni tanto concedendosi il lusso di distrarsi regalando qualche gioco evitabile. Lo scontro è una battaglia: in quattro set e quattro ore vince Murray 7-5 4-6 6-2 7-5 che quindi entra nella storia. Del Potro lascia comunque il segno col cuore. Per Murray due ori e addirittura consecutivi, come nessuno mai. Ora, a Parigi, le velleità e le potenzialità, a 37 anni e con una carriera incrinata dai problemi all’anca, sono diversi. Ma alle Olimpiadi Andy ci tiene troppo. Con meno risorse, sicuramente sarà obbligato a metterci il cuore, alla Del Potro. E, comunque vada, il cerchio, anzi i cerchi, si chiuderanno in bellezza.

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