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Wimbledon: Djokovic cresce in condizione e supera Popyrin in quattro set

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[2] N. Djokovic b. A. Popyrin 4-6 6-3 6-4 7-6(3)

Novak Djokovic risolve l’incontro di terzo turno con Alexei Popyrin in poco più di tre ore e più nettamente di quanto non dica il risultato. Il campione serbo, in barba al punteggio che lo ha visto apparentemente vicino al quinto set, ha condotto il match in crescendo e non rischiando praticamente mai nei game al servizio, eccezion fatta per il break subito nel primo set e per una chance per l’australiano nel secondo parziale. Nole si muove sempre meglio e con fiducia, come conferma nelle parole a caldo sul campo di gioco; si appoggia bene in ribattuta e manovra lo scambio con sicurezza e padronanza.

Popyrin non è forse il tennista più adatto a mettergli paura: Alexei giocava il terzo turno solo per la prima volta in carriera a Wimbledon, ma serve bene e può allungare il match se riesce a viverlo su scambi corti e divincolandosi dal forcing del rivale. Novak non gli ha permesso di farlo se non a tratti, sicuro in cuor suo di poter raddrizzare ogni momento di difficoltà. Come spesso gli è capitato in passato, Djokovic migliora durante il torneo, ma per la prossima partita ci vorrà un ulteriore passo i avanti, anche perché l’avversario ha una personalità ben più debordante del placido australiano: sarà infatti Holger Rune il rivale del suo sedicesimo ottavo di finale a Wimbledon. L’ultima sfida tra di loro risale al Round Robin delle ultime ATP Finals e fu il serbo a vincere in tre set dopo tre ore di grande lotta.

Primo e secondo set: una frazione per ciascuno ma Djokovic arriva meglio nel finale

Djokovic è attentissimo alla battuta ma incappa in un settimo game negativo e Popyrin gioca al meglio le sue carte, cogliendo il break e veleggiando verso la conquista del set al decimo game. Nole approfitta della chiusura del tetto per preparare la riscossa, che passa attraverso un miglioramento del colpo in risposta. Popyrin alza le percentuali di prime palle in campo ma Novak controbatte con maggiore precisione e profondità, circostanza che pone l’australiano presto in ritardo. Alexei si muove con poca disinvoltura lungo la linea orizzontale, il colpo in recupero non è sufficientemente basso e apre la strada all’azione dell’asso serbo.

Djokovic gioca con tranquillità e migliora la qualità degli appoggi che nel primo set soffriva probabilmente di qualche residua titubanza del serbo a fare leva sulla gamba destra. Novak rischia ancora nel terzo game quando concede una palla-break al rivale, ma dopo aver scongiurato il pericolo torna a farsi vivo in ricezione. Popyrin non riesce più ad accorciare lo scambio e ad affondare con il dritto, che al contrario cresce troppo in lunghezza e regala punti al belgradese, che ottiene il break nel quarto game e sale 3-1.

Il tennista di Sydney rischia ancora sull’1-4 ma contiene gli ardori della testa di serie numero uno; Djokovic è però sempre più in fiducia e non concede più nulla alla battuta. Quarantanove minuti di contesa e 6-3 per il numero due del ranking; sei ace per Nole, uno appena meno del rivale, e un notevolissimo 19 su 21 quando la battuta principale funziona. Quindici vincenti a dieci per il serbo: la sfida per l’atleta oceanico è quella di farsi strada in ribattuta e di variare maggiormente con il colpo di inizio gioco, risorsa per lui irrinunciabile per poter sperare.

Terzo set: Djokovic si impone con un solo break ma con autorità

Pronti, via e Djokovic toglie subito la battuta al rivale. Un ace e un doppio errore di Popyrin; Novak costruisce con consueta maestria lo scambio che lo porta a rete per accarezzare la volée di dritto del 15-40. Alexei chiude tutte le falle ma la perseveranza dell’illustre rivale lo sfianca e gli fa cominciare male la frazione.

Il serbo conosce bene l’oceanico e lo pungola con colpi rapidi e in contropiede; ne evidenzia le lacune anche fidando nel suo atteggiamento vagamente malinconico e perplesso di chi si sta risvegliando dal sogno di poter sconfiggere la leggenda. Popyrin si ingegna comunque per resistere e si porta sul 3-4 con il problema di pescare il contro-break. Il campione di Belgrado allenta la pressione in ribattuta ma si muove con crescente disinvoltura e pare scacciare definitivamente i residui dubbi simboleggiati dalla ginocchiera: sulla propria battuta non si lascia scappare quasi nulla e il divario tra i due tennisti è molto più ampio di quanto non dica il risultato.

Dopo trentotto minuti, Nole serve per il set e si porta sul 40-0: Popyrin indovina due risposte di dritto e annulla due setpoint, ma sul terzo il vincitore di 24 major mette l’ace con il servizio di scorta. La sua sicurezza è per Alexei disarmante: per il vincitore ci sono nove punti su altrettante discese a rete, segno, oltre che di una buona mano, anche di una rinnovata capacità di dirigere il palleggio sin dall’alba dello stesso.

Quarto set: Popyrin torna a servire al meglio ma Djokovic è ingiocabile nel tie-break e vince

Popyrin scende a rete per ben due volte nel primo game e chiude altrettante volée in rimorchio a un colpo in attacco non troppo incisivo ma su cui Djokovic non trova la contromisura più adatta; quello della corsa in verticale è forse la scelta che può aiutare l’australiano ad accorciare gli scambi e a gestire con meno problemi i turni al servizio. Quando Djoko sale in battuta si scambia sempre meno e il belgradese è rapidissimo in uscita dal movimento iniziale a spingere per chiudere lo scambio all’istante o con una fruttuosa sortita dalle parti del net.

Popyrin pare essersi ricomposto anche nel morale e vuole provarci, portandosi sul 3-2 con un game di soli quattro punti e un ace come suggello. L’australiano continua a spingere e accomoda con il colpo di volo in diverse occasioni mentre Djokovic sembra attendere il passaggio a vuoto del rivale, che però nel frattempo si porta sul 4-3. I punti si fanno via via più caldi e l’australiano si irrigidisce nell’undicesimo game, quando Novak si presenta come un inflessibile esattore in risposta e sale 0-40.

Qui Alexei raccoglie tutto il residuo coraggio e reagisce con insospettabile personalità: un ace e un servizio vincente, inframmezzati da un errore del serbo con il dritto, gli danno la parità. Popyrin tira un sospirone e, dopo un servizio vincente, mette i sigilli al game del 6-5 con uno scambio ravvicinato in cui ha l’ultima parola con una volée di rovescio arrangiata con un mirabile riflesso. C’è un urlo alla maniera di Tarzan per lui, che va verso la sedia come un vero sopravvissuto.

Djokovic però forza la soluzione al tie-break e lo gioca alla perfezione, scardinando il servizio del rivale con una corsa in avanti e un passante di rovescio lungolinea che lo mandano al cambio di campo sul 4-2. Il serbo manda con naturalezza un rovescio parimenti parallelo al corridoio sulla riga di fondo per il 5-2 e per Popyrin siamo ai saluti. Novak non manca nemmeno una prima palla in tutto lo shootout e vince con un servizio appena sfiorato dall’australiano. “Complimenti Inghilterra” – dice alla fine il Djokovic fan del calcio– “che hai eliminato la Svizzera ai rigori”.

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