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Wimbledon, la serenità di Berrettini: “Esco a testa alta contro il numero 1 del mondo”

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Un match speciale. Un incontro – a tratti bellissimo – che ha riempito gli occhi di appassionati e addetti ai lavori. E che continua a riempirli. Anche a distanza di ore. Già. Perché la gara disputata tra il numero 1 del mondo Jannik Sinner e un ritrovato Matteo Berrettini, è una di quelle sfide che riescono a mettere ancora più in risalto la bellezza eterna del tennis. Per Berrettini, tra l’altro, si è trattato di un match carico di significati. Così come si evince dalle dichiarazioni rilasciate dal finalista di Wimbledon edizione 2021 nella consueta conferenza stampa post-gara.

Ciao Matteo, quali sono le tue sensazioni al termine di una sfida come questa? Non so se può consolarti, ma le ultime tre sconfitte in quel di Wimbledon sono arrivate da altrettanti numeri 1: Jannik, Alcaraz e Djokovic…
In realtà stavo pensando che perdo sempre sul centrale. Non devo giocare sul centrale. Scherzi a parte, giocare sull’erba è sempre speciale, anche se ho avuto le mie occasioni pure l’anno scorso nel match perso contro Alcaraz. Ho parlato con Francisco e ci siamo detti che c’è ancora tanto da migliorare, che c’è margine per migliorare e questo mi dà tantissima energia. Sento che c’è spazio per competere, nonostante la sconfitta con Jannik.

Cosa pensi che vada migliorato affinchè il prossimo anno tu possa ritornare a Wimbledon da protagonista, magari giocando questa partita ai quarti o in semifinale?
Un viaggio a Medjugorje. Non lo so. Mi sto impegnando tantissimo. Sono più attento a certi dettagli. La cosa che mi rende davvero felice è quella di giocare, impegnarmi, fare di tutto per essere in campo e giocare partite come quella di oggi. Il fatto di fermarsi e ripartire dopo ogni torneo è snervante e difficilissimo. Riprendere il ritmo partita, il ritmo-match, tutte queste cose qui sono un po’ difficili. Mi serve giocare tornei, partite, continuità.

Risultato a parte, da 1 a 10 quanto ti sei divertito stasera?
Beh, a un certo punto mi sono venuti i brividi, perché ho sentito il calore del pubblico e questa roba qua non ha eguali. Veramente, pensando ai momenti più bui, in cui soffrivo troppo e non volevo neanche seguire i tornei, mi ha fatto piacere. Nel tennis, che è uno sport molto complesso, devi essere bravo a prendere le emozioni positive e cercare di tirarne fuori qualcosa di bello. Mi sono divertito e sono fiero di come ho giocato. Esco a testa alta contro il numero 1 del mondo. Contro il giocatore che ha perso poche partite quest’anno, sul campo centrale di Wimbledon e con milioni di persone e di italiani che ci guardavano. Queste cose mi rendono molto orgoglioso. Magari ci sarei voluto arrivare in condizioni diverse, però, detto questo, è una di quelle partite che fra vent’anni ricorderò con il sorriso.

Cosa vi siete detti con Jannik a fine gara? C’è stato un momento della gara in cui ti sei sentito il Berrettini del passato?
Rispetto al passato credo di essere migliorato in alcuni aspetti. La differenza più sostanziale, forse, è l’abitudine a giocare partite del genere. Ho tenuto botta, senza poter abbassare mai un attimo la guardia. Con Jannik, invece, a rete ci siamo fatti i complimenti a vicenda...”

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