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WTA Eastbourne: Paolini splendida per due set ma Kasatkina rimonta e va in finale contro Fernandez

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[6] D. Kasatkina b. [3] J. Paolini 3-6 7-5 6-3

To outsmart, il verbo inglese che si può tradurre con la parafrasi “superare in intelligenza”. Nel tennis sembra essere stato inventato per descrivere le gesta di Daria Kasatkina, testa iper-pensante del circuito femminile che si fa strada non appena le migliori calano, che si impone nonostante non disponga certo dell’esplosività di Sabalenka o dei fendenti di Ribakyna.

Paolini somiglia molto in questo alla tennista russa e infatti si è potuto percepire durante la partita la dinamica delle scelte delle duellanti, che hanno dovuto fare i conti con le bizze di un meteo ventoso che ha a tratti rappresentato una variabile di rilevanza non trascurabile. Meglio Jasmine quando le gambe l’hanno supportata; sfortunatamente il secondo parziale non ha preso la strada giusta e allora Daria si è presa la scena con merito, vincendo il terzo set e meritandosi la sua quarta finale dell’anno. Jasmine esce comunque a testa alta ed è ora attesa a Wimbledon. E non certo come una figurante qualsiasi.

Primo set: Paolini con pazienza e intelligenza si impone per 6-3

Paolini, che ha vinto l’ultimo confronto diretto a Palermo un anno fa, spinge cercando gli angoli per lanciare l’affondo e Kasatkina ceca invece di anestetizzare le iniziative avversarie con il suo palleggio profondo e variopinto, dove trova spazio anche il dritto con il taglio dall’alto verso il basso. Jasmine chiude a rete con la volée di rovescio il punto inaugurale ma non trova più nel corso del game la via del net, venendo avvolta dai colpi della russa. Paolini non spende pazienza, commette qualche errore non usuale per lei e cede il servizio.

Jasmine recupera la concentrazione e prende ad affrontare la tennista di Togliattigrad con intelligenza, l’unica maniera per controbattere con profitto alle iniziative di una delle atlete più smart del circuito. L’azzurra rimane nello scambio e asciuga la sua condotta dai colpi fuori misura di poco prima, raccogliendo anche un paio di svarioni di Daria; il controbreak arriva così immediatamente. Jas adotta un atteggiamento particolarmente aggressivo ma allo stesso tempo non si stanca di aspettare il momento giusto; non si carica di rischi e mina il lavoro di tessitura della rivale con intelligenza ed energia.

Il quarto game vede la nostra rappresentante mancare due palle-break ma riproporre la medesima intensità nel gioco numero sei: c’è la volée di dritto bassa e il dritto inside out, Paolini è ovunque e coglie il break del 4-2 con il drive di Kasatkina che finisce in corridoio. Il vantaggio è meritato ma come detto Daria sopperisce come poche altre interpreti con senno e lucidità alla relativa mancanza di potenza: la russa che tiene dimora in Spagna torna a variare e a rallentare lo scambio, alzando le traiettorie e fidando sulle proprie gambe. Le dinamiche del settimo game la premiano e registriamo un nuovo controbreak.

La fiducia di Paolini nelle linee di condotta stabilite con Renzo Furlan non si incrina e Jas riprende a proporre con fermezza le sue veementi geometrie: nell’ottavo game sul 30-30 incassa un errore della rivale con il rovescio in cross e arriva un nuovo break. Paolini è ora lanciatissima e sul 5-3 chiude il set con l’ennesima volée di dritto erbosa, con la pallina che, appena toccata, si addormenta sui prati: quarantadue minuti per il 6-3, 56% di prime palle in campo per l’italiana contro il 71% della russa.

Secondo set: un break al dodicesimo game dà la frazione a Kasatkina

L’azzurra ha vinto il set d’apertura con compostezza e applicandosi con grande continuità, domando con sicurezza anche i capricci del vento. Le due ripartono e possiamo continuare ad apprezzare le rispettive idee per arrivare al risultato: nel quarto game un dritto di Paolini viene accorciato da una folata improvvisa e Daria non arriva in tempo a rete per rimandare al mittente la sferetta. Jas arriva al net e chiede scusa sorridente, Daria abbozza e le da un cinque: il clima è altamente sportivo, particolare che impreziosisce la contesa.

Paolini nel complesso continua a farsi preferire e nel terzo game è a un passo dal break, giungendo sul punteggio di 15-40 con una demi-volée di dritto splendidamente tratteggiata. Kasatkina reagisce con coraggio e rimonta con l’ausilio del dritto, raggiungendo la parità nei giochi a quota due. Le due palle-break mancate forse lasciano nella mente di Jas qualche pensiero perché nel sesto game l’atleta toscana cade ostaggio della fretta e colleziona gli errori dello 0-40. Questa volta è il momento di rischiare e Paolini non si tira indietro: spinge, cerca la volée e obbliga la russa a rischiare a sua volta per non rimanere soffocata.

Le tre palle-break svaniscono, arriva una quarta per via di un doppio fallo ma l’italiana cancella i suoi dubbi con rinnovata attenzione e nella riscossa che la porta sul 3-3 c’è spazio anche per un servizio vincente. La partita è piacevolissima e nonostante il vento dispettoso gli errori sono contenuti nel numero; dopo trentotto minuti le sfidanti sono 4-4, l’italiana ha salvato quattro palle-break, la russa solo due. Daria si impone quando sale gradualmente nello scambio e piazza il colpo risolutivo in contropiede mentre Jasmine utilizza brillantemente la risorsa della discesa a rete improvvisa come variante; come nel decimo game, che le permette di raggiungere con un efficacissimo serve and volley il 5-5.

Kasatkina sta crescendo in ribattuta e nel dodicesimo game si prende il primo punto proprio direttamente con la ricezione di dritto; Paolini trova il 15-30 ma è forse in debito di ossigeno e offre con un dritto stretto in corridoio due palle-set all’avversaria. L’italiana è encomiabile per come annulla la prima con uno schiaffo al volo di dritto, ma per la seconda c’è un rovescio in rete che pone in equilibrio il conto delle frazioni, dopo poco più di un’ora e mezzo: per Paolini tredici colpi vincenti ma anche diciassette errori non forzati.

Terzo set: Paolini parte meglio ma esaurisce l’energia e si arrende al nono game

Paolini è evidentemente consapevole di aver sollevato qua e là, soprattutto nel finale, il piede dall’acceleratore, concedendo spazio alla rivale per riproporre il suo miglior tennis, e torna a spingere. Il dover partire dalla risposta è forse un vantaggio e Jasmine coglie di sorpresa la russa: la toscana manca una prima palla-break ma trasforma la seconda dopo aver confinato Kasatkina in una nicchia oltre il corridoio, da dove inviare il passante di rovescio è quasi impossibile.

Paolini serve sul punteggio di 2-1 in proprio favore e si porta sul 2-1 e 40-15; qui approccia una palla corta sul rovescio con il colpo bimane liftato che colpisce la rete. Ci voleva lo slice; Kasatkina vuole crederci e risponde sempre meglio, raggiungendo la palla per il controbreak. Daria sbaglia un incredibile dritto al volo ma l’errore marchiano non la ferma e il 2-2 arriva poco dopo.

Jasmine è in apnea e prova a spingere in risposta: incredibilmente arriva lo 0-40 per lei, ma Daria mette a punto la prima palla e serve una cinquina pesante che le dà il 3-2 ma soprattutto certifica che la tennista in migliori condizioni fisiche è lei. Gli scambi successivi sono un florilegio, si fa per dire, di soluzioni fuori misura dell’italiana, che non pare disporre delle energie sufficienti per sostenere lo scambio con la maratoneta di Togliattigrad. Ci sono sei punti consecutivi per Kasatkina e un complessivo 8-1 per lei che le vale il 5-2. Paolini serve nell’ottavo game e fronteggia tre matchpoint; li annulla uno dopo l’altro e si incoraggia con grinta, ma nel nono game Kasatkina non intende perdere altre occasioni e chiude con merito.

L. Fernandez b. [4] M. Keys 6-3 3-6 6-3 (in collaborazione con Andrea Binotto)

Primo e secondo set. Inizio subito in salita per Keys. Al primo turno di battuta la statunitense è costretta a fronteggiare palle break. Ne annulla due ai vantaggi, ma alla terza cede immediatamente il servizio, con Fernandez che a seguire sale sul 3-0. La canadese balbetta con il colpo di inizio gioco nel quinto game. Restituisce il break, ma la quarta forza del seeding si distrae prima di completare l’aggancio e regala ancora la battuta. Senza più difficoltà, poi, la trentesima tennista al mondo chiude il parziale per 6-3.

Keys, però, non ci sta. Questa volta è lei a partire in quarta nella seconda frazione strappando il servizio alla sfidante per poi salire sul 3-0. Successivamente, ecco svanire in un lampo il vantaggio con la canadese che l’aggancia sul 3-3. L’americana non si perde d’animo: riconquista il vantaggio e nell’ottavo game la sua aggressività in risposta, condita da qualche colpo di fino, le restituisce il break. Ancora difficoltà in battuta nel gioco seguente. Fernandez gioca profondo e Keys si fa sorprendere. Ma con buone battute l’americana cancella due break point, si procura il setpoint con un colpo fortunoso graziato dal nastro e poi chiude il parziale con una volée vincente. Questa volta, il 6-3 è per lei. Si va al terzo.

Terzo set: Fernandez non sbaglia quasi nulla e vince al nono game

Fernandez dimostra subito di poter contare ancora sullo slice di rovescio che destabilizza i colpi coperti di Keys, mentre l’americana ha tra le sue risorse un servizio che risponde presente sin alle prime sollecitazioni. Madison riprende però a traballare con i colpi di rimbalzo; è quella che meglio tra le due sfidanti se l’è cavata nello smascherare gli scherzi del vento durante il secondo parziale, ma ora appare goffa nell’avvicinare la pallina. La tennista canadese invece saltella con cura prima di impattare e i suoi colpi sono meno pesanti ma più precisi.

Se Keys non trova la profondità la migliore mobilità di Leylah, che è supportata anche da una buonissima lucidità, ha la meglio e il dropshot a una mano è una risorsa tattica che apre varchi di notevole dimensione nelle difese della statunitense. La ventiduenne di Montreal tiene il primo turno al servizio e si aggiudica il primo quindici in ribattuta con una risposta che si impenna, cade poco oltre il net e torna indietro letteralmente scappando dalla racchetta di Keys. Le burle di Eolo frustrano Keys che alterna ottime battute a pessimi errori di disattenzione con i groundstroke e finisce per farsi togliere la battuta. Come nei primi due set, anche nella terza frazione abbiamo una giocatrice che si impone ne primi tre game. La differenza di cura e di presenza spesa in campo dalle due atlete è evidente a favore di Leylah.

Keys si apre la strada con una battuta penetrante e veloce ma i colpi centrali nello scambio di Fernandez le negano l’angolo da cui amerebbe partire al contrattacco. La favorita numero quattro del torneo si prende il 3-5 e in risposta si prepara all’ultimo attacco al break per non perdere il match. Fernandez è incerta se scendere a rete e quando lo fa l’impatto con la volée di rovescio avviene ancora troppo in mare aperto e la pallina precipita nel sacco che divide le metà campo. Madison sale 15-40 ma è gravemente imprecisa nelle risposte e concede la parità.

Fernandez ha paura e il vento, che non se ne è mai andato, si fa tutt’uno con le angosce delle tenniste, formando una mescola che deforma le traiettorie da loro dettate alla pallina. Keys manca quattro palle-break e Leylah annulla la quarta con un dritto scoccato in drop lungolinea che si merita il titolo di colpo del match. Un altro dritto supporta la canadese per giungere al secondo matchpoint, che Fernandez trasforma con un servizio vincente: l’approdo in finale è cosa fatta.

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