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Djokovic a quota 1100, spegne 37 candeline. Vincere uno Slam a quell’età è mission impossible?-

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Novak Djokovic ha raggiunto la vittoria numero 1110 della sua carriera di professionista della racchetta, lo ha fatto grazie al successo all’esordio in quel di Ginevra: l’ATP 250 svizzero è stato selto dal serbo per mettere partite nella gambe (come lui stesso ha dichiarato nella conferenza pre-torneo) e trovare la migliore condizione agonistica in vista del Roland Garros, dopo la prematura uscita di scena a Roma per mano del sorprendente cileno Alejandro Tabilo. Nole ha domato il tedesco Hanfmann con un doppio 6-3 e nei quarti attende il vincente di Shapovalov/Griekspoor con il canadese avanti di un set prima che il match venisse sospeso per pioggia.

Il grande traguardo ottenuto dal campione di Belgrado è stato ulteriormente sublimato dall’occasione nella quale è arrivato: il giorno del suo trentasettesimo compleanno. Il Djoker diventa così appena il terzo giocatore della Storia a toccare tale vetta, traguardo che prima di lui hanno conquistato solamente Jimmy Connors e Roger Federer. Sia Jimbo sia il nativo di Basilea hanno poi scavallato la cifra in questione, spingendosi rispettivamente fino a 1274 e 1251 partite vinte in carriera. Francamente pare utopistico pensare che il cannibale balcanico possa anche soltanto avvicinarsi alla seconda posizione dell’elvetico: parliamo di una differenza di ben 141 match e che dovrebbe essere ricucita da un classe ’87.

Di seguito, la classifica completa della Top 6

Jimmy Connors 1274

Roger Federer 1251

Novak Djokovic 1100

Rafael Nadal 1075

Ivan Lendl 1068

Guillermo Vilas 951

A proposito sempre di imprese impossibili, e proiettandoci al Roland Garros, ci sembra giusto rinfrescare la memoria su alcuni dati statistici inerenti ai vincitori Slam ‘in veneranda età‘. Innanzitutto, vale la pena rinverdire i potenziali scenari di classifica, strettamente collegati ai numeri che ci apprestiamo a dare: Djokovic per poter difendere la prima posizione mondiale, dovrà necessariamente difendere con successo il titolo del 2023; in caso contrario la cambiale di 2000 punti rischia di rivelarsi una spada di Damocle irreversibilmente deleteria per il mantenimento della corona ATP. Difatti, nella circostanza in cui Novak dovesse fallire nel tentativo di riconfermarsi quantomeno tra i migliori due della terra parigina e al contempo non andare oltre i quarti di finale a Ginevra, automaticamente a prescindere da qualsiasi risultato dovesse ottenere nelle due settimane francesi Jannik Sinner entrerebbe nel GOTA del tennis mondiale prendendosi di forza lo scettro del ranking e scalzando dal suo trono il 24 volte campione Major.

Tuttavia, al di là delle varie combinazioni possibili in cima alla classifica mondiale e ad eventuali avvicendamenti a cui Novak – inevitabilmente – ha sempre sostenuto di non dare importanza in questo momento della sua traiettoria sportiva, ci si chiede se Djokovic sarà in grado di ritrovare il suo abituale livello dopo una stagione finora – per i suoi standard – abbastanza opaca. Ebbene, per provare a dare una risposta al quesito ci vengono in soccorso i numeri. In Era Open, solamente l’australiano Ken Rosewall è riuscito nel miracolo sportivo di vincere un’edizione dei Majors dai 37 anni in su. Ci riuscì nel 1972 in casa, trionfando all’Australian Open pochi mesi dopo avergli compiuti.

Va però sottolineato come il tennis all’epoca era tutt’altra faccenda sia in termini di intensità e velocità del gioco che per quanto concerne la competitività media dei giocatori. In tempi recenti, solo Federer è andato vicinissimo a sfiorare l’impresa vincendo a 36 anni il suo ventesimo – e ultimo – torneo del Grande Slam a Melbourne nel 2018, dopo aver battuto in cinque set Marin Cilic. E’ pur vero che sia stato quasi fisiologico che nessun tennista degli anni ‘80 o 90‘ si sia rivelato in grado di conseguire tale record, per la semplice costatazione che l’usura procurata dagli attrezzi del tempo e contemporaneamente le migliorie raggiunte a livello di preparazione atletica e recupero fisico hanno allungato ina maniera sensibile le vita agonistica.

Andando invece parecchio indietro nel tempo, cioè a prima del 1968 e dunque a quando il tennis mondiale era ancora diviso tra professionisti e dilettati, è possibile riscontrare come ben quattro giocatori siano riusciti ad alzare uno Slam non prima di aver spento le trentasette candeline: il britannico Arthur Gore in due edizioni consecutive di Wimbledon (19081909), lo statunitense William Larned in back-to-back allo US Open (1911-1912) e Bill Tilden a Church Road 1930.

Insomma, si sta parlando di autentica Preistoria tennistica: tutti trionfi avvenuti prima della Grande Guerra ad eccezione del sigillo di Big Bill, tra i tennisti più influenti della storia della disciplina, che si è comunque materializzato prima del secondo conflitto mondiale. Un tennis, veramente, di altri tempi quando si era molto più vicini all’amatore che al professionismo come lo conosciamo oggi.

Perciò, in conclusione, la domanda è la seguente: riuscirà Novak Djokovic a spezzare il digiuno che perdura da 42 anni e riportare a gioire un trentasettenne campione Slam, ce la farà a compiere l’ennesima Mission Impossible?

Questa sembra davvero impossibile.

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