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Il cambio di passo di Passaro: oltre cento posizioni scalate, e sul Roland Garros…-

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Tre settimane fa figurava alla piazza numero 240 del ranking mondiale, 22 giorni dopo – grazie al terzo turno di Roma e alla vittoria del Piemonte Open di Torino – vanta un guadagno in classifica di 107 posizioni e l’82esima (+ 162) postazione nella Race: Francesco Passaro si assesta oggi al 133° posto della classifica ATP, a 25 lunghezze di distanza dal suo best fatto registrare nel febbraio del 2023, al n.° 108 ATP. Lunedì 29 aprile 2024 era lontano 132 posizioni dalla sua miglior classifica di sempre!

Questi sono soltanto alcuni dei numeri che hanno scandito l’impennata prestazionale, e conseguentemente di empirici riscontri in termini di vittoriose uscite sul campo, di Francesco Passaro. Il ventitreenne tennista perugino, classe 2001, appartiene a quella Nouvelle Vague di giovani talenti del tennis azzurro che si erano affacciati nelle retrovie del movimento a partire dal 2022 dietro ai ‘grandi’ capisaldi della cinquina: Berrettini, Sinner, Fognini, Musetti e Sonego.

Tutta gente della classe anagrafica del triennio 2001-2002-2003 (Arnaldi, Darderi, Cobolli, Nardi, Gigante, Zeppieri, Bellucci e Maestrelli) che all’epoca pur essendo ancora parecchio attardata in classifica, considerandone la notevole prospettiva di futuribilità dava in realtà vera contezza del benessere del tennis italiano in questa sua seconda grande era d’oro dopo quella del ’70.

Checco dall’Umbria era perfettamente in linea con la scatenata banda dei suoi connazionali che spingeva da dietro per risalire voracemente la corrente, almeno fino alla prima parte della scorsa stagione. Poi, come d’incanto toccato il punto più alto della sua carriera con il best ranking ha subìto un drastico calo di rendimento nella seconda parte del 2023 che gli è costata l’uscita dalla Top 200 fino a quasi sprofondare al di fuori dei primi 300 del mondo: il punto di svolta è stato il prestigioso successo su Aslan Karatsev all’ATP 250 di Marrakech, vittoria in tre set sull’ex 14 mondiale. Dopodiché, infatti, praticamente il nulla con la sola consolatoria finale al Challenger di Trieste persa per mano di Gaston che però a livello di classifica non gli fruttò molto poiché difendeva il titolo conquistato nel 2022.

Al contrario, proprio il 2022 si era rivelata un’annata fantastica per Passaro: la bellezza di cinque finale Challenger disputate, le prime della carriera, peraltro tutte in Italia (Sanremo dove venne sconfitto da Rune nel primo vero acuto del danese, a Forlì superato da Musetti, Milano e Como) con la ciliegina del già citato sigillo triestino battendo in finale un certo Zhizhen Zhang, reduce dai quarti a Roma. Una stagione, quella di due anni fa, che a dimostrazione del valore di Francesco si chiuse con l’ottima figura mostrata alle Next Gen milanesi dove ottenne anche un successo nel Round Robin sconfiggendo nel derby quel Matteo Arnaldi che nel 2023 sarebbe stato autore di una clamorosa scalata, contemporaneamente alla discesa negli Inferi del coetaneo perugino.

Infine, veniamo alla stretta attualità: non poteva che essere il Foro Italico, dove debuttò nel Tour maggiore da wild-card nel 2022 perdendo da Garin, il teatro della rinascita e della definitiva imposizione del proprio status di “giocatore che possiede tutti i mezzi per fare il grande salto in Top 100 e provare a stabilizzarsi coma autentica realtà a quelle latitudini”. Finora, difatti, qualche dubbio poteva ancora sorgere. Ora invece tutti i pezzi del puzzle sembrano esseri andati al loro posto, tuttavia siamo soltanto alla pendice del monte e di strada tortuosa e colma di trappole per ricadere in vecchie tenaglie che costringono a guadare certi obbiettivi nuovamente come un mero miraggio e non come un traguardo raggiungibile con fatica e sudore quotidiani; ce n’è ancora tanta.

Ritornando al presente, è anche giusto qualche volta gustarsi e celebrare a dovere quello che si è fatto, sempre tenendo presente la programmazione per migliorarsi ogni giorno ma non dimenticandosi però di dare loro l’importanza che meritano percorsi come quello di Passaro nella via tennistica che congiunge Roma a Torino. E pensare che tutto poteva interrompersi prima che effettivamente avesse una decisa partenza, parliamo dei 3 tre match point salvati contro Rinderknech sul solito Pietrangeli in grado di rigenerare gli azzurri quando appaiono moribondi.

10 match consecutivi nel giro 14 giorni, con 9 vittorie e un solo KO giunto però dopo non aver sfruttato un match point. Dei nove successi, ben cinque sono arrivati al terzo set e fra l’altro dando uno sguardo approfondito alle quattro affermazioni ottenute senza dover ricorrere alla frazione finale, cinque degli 8 set che sono serviti per vincere gli incontri in questione si sono conclusi quattro volte 7-5 e in una circostanza al tie-break. A tal proposito, nello scorcio di partite prese in esame nell’arco di queste due settimane di gare, Francesco ha giocato addirittura 14 tie-break su 26 set totali vincendone il 50%.

Per concludere questo doveroso excursus numerico, bisogna sottolineare come delle cinquina di incontri portati a casa al terzo parziale a cui accostiamo anche l’unica sconfitta con Borges solamente uno ha chiuso i battenti sotto le 2ore e mezza di battaglia, peraltro per soli 6 minuti, ossia le 2h24‘ della vittoria su Griekspoor al 2°T degli Internazionali. Anzi, due di questi hanno perfino rotto il muro delle 3 ore di gioco: le 3h10‘ degli ottavi con il portoghese e l’acme delle 3h14‘ del successo su Rinderknech al 1°T romano.

Insomma, ulteriore lustro alle performances del perugino viene per l’appunto dato dalla capacità palesata in maniera massiccia da Passaro di esaltarsi quando i nervi si scaldano e la lucidità è sempre più offuscata all’interno di un chiaro spartito agonistico: maratone di resistenza fisica e mentale.

Al momento, Passaro è out dalle qualificazioni del Roland Garros per un paio di posti: si è recato a Parigi per firmare da alternate, sperando in due forfait che gli aprirebbero la strada. Sarebbe un peccato non partecipare allo Slam parigino visto il suo stato di forma.

Dalla prematura eliminazione nell’indifferenza generale al turno finale delle quali al Challenger 175 di Cagliari – anche se il vento si avvertiva soffiasse già in direzioni più lusinghiere, KO al tie-break del terzo come aperitivo per prepararsi a ciò che sarebbe arrivato dopo – con il n.° 177 ATP Jasper De Jong; alle cinque vittorie consecutive contro Top 100 ottenute al Piemonte Open con scala sempre crescente relativamente alla complessità delle sfide: Galan (n.° 90 ATP), Ruusuvuori (n.° 71 ATP), Nakashima (n.° 72), Sonego (n.° 47) e Musetti (n.° 29).

Successi contro i primi cento che diventano 7 per Passaro mettendo dentro anche le affermazioni su Rinderkncech e Griekspoor agli Internazionali d’Italia, lui che aveva battuto Top 100 soltanto due volte in carriera prima di tale rinascita nella Primavera del 2024.

Qualora la speranza di qualche ritiro nel tabellone cadetto di Bois de Bouogne dovesse frantumarsi definitivamente, questo non dive intaccare in alcun modo la serenità e il buon umore di Passaro. Il Challenger di casa è alle porte e l’attacco al primo main-draw Slam della carriera è rimandato soltanto di un mesetto, l’erba di Roehampton sta per arrivare!

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