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Nel segno del gigante (Crivelli). Anche Tsitsipas va ko (Martucci). Vavassori-Bolelli, l’Italia che sogna (Nizegorodcew). Sarà una finale tra regine. Ancora Swiatek-Sabalenka (Bocci)-

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Nel segno del gigante (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Tom e Jarry. Non è un cartone animato, ma la semifinale che meno t`aspetti. L`eterno romanzo dello sport che butta gli eroi giù dal piedistallo e assegna un posto sull`Olimpo a divinità improvvisate, ma in grado per un giorno di trovare il loro posto nel cielo. Nicolas Jarry contro Tommy Paul, alle 20.30 di oggi, rischiarerà la notte delle stelle inattese, mentre alle tre e mezza del pomeriggio Sascha Zverev proverà a sottrarsi alla maledizione che quest`anno vuole fuori dagli Internazionali tutti i favoriti, schivando le insidie del mancino Tabilo già giustiziere di Djokovic. Una festa nazionale cilena: era dal 2006 che due giocatori andini non si qualificavano insieme tra i primi quattro di un torneo, e mai era successo in un Masters 1000 (ma all`Olimpiade sì: nel 2004 con Massu e Gonzalez). Onore a Jarry, il nipote d`arte
che prese in mano la racchetta a tre anni spinto dal nonno Jaime Fillol. Già, proprio il numero 1 del suo paese nella finale di Davis del 1976, battuto da Barazzutti nel primo singolare e poi anche da Panatta a risultato acquisito e oggi presenza fissa nell`angolo dell`amato Nicolas. Il gigante gentile (2.01), che non trema dopo un primo set dominato da Tsitsipas, gli annulla tutte e cinque le palle break del secondo set prima di strappargli finalmente il servizio per il 7-5 e non trema quando si ritrova di nuovo sotto di un break nel terzo, fino a giocare meglio gli ultimi delicatissimi game, sempre in spinta con quel dritto che fa i buchi, più coraggioso dell`Apollo greco prima troppo narciso e poi troppo conservativo. Jarry, n.18 virtuale (da 24 di inizio torneo), nel 2019 prese 11 mesi di squalifica per aver assunto inconsapevolmente anabolizzanti da integratori prodotti in Brasile, accettò senza discussioni la sentenza e ripartì, con il conforto della moglie Laura e dei due figli maschi: «Giocare a Roma mi dà una grande energia, sapevo che dovevo essere abile a sfruttare le poche occasioni che Stefanos mi avrebbe concesso sul suo servizio. Credo che la mia dote migliore sia la serenità, mi alleno bene e in campo cerco sempre di essere contento di quello che faccio». Implacabile con gli italiani durante il torneo (ha eliminato Arnaldi e Napolitano), ora si ritrova a incrociare le lame con Tommy Paul. E apoteosi dell`uomo qualunque, a partire dal nome. E da quel fisico sicuramente lontano dai canoni extramuscolari del tennis moderno, cui supplisce con la grande rapidità di piedi ed eccellenti doti di tattico: perché se aveva battuto Medvedev cercando di prendere la rete non appena possibile, con Hurkacz si è affidato agli scambi da fondo, propinando al polacco palle senza peso molto difficili da aggredire. L`americano ha battuto due top ten nello stesso torneo per la prima volta in carriera e per la seconda ha raggiunto una semifinale sulla terra. Eppure nel 2015 aveva vinto il Roland Garros juniores, accreditandosi come leader della New Wave americana prima di Tiafoe, Fritz e Opelka. Solo che a inizio carriera aveva la tendenza e non essere troppo professionale, con un`insana passione per le bevande alcoliche. Ormai stabile tra i top 20 e con i primi 10 a un passo, adesso monitora anche le ore di sonno e quanti liquidi assume, evitando i dolci e riducendo il consumo di alcol. […]

Anche Tsitsipas va ko, ma il Foro si esalta grazie alle donne (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

La numero 4 del mondo, Rybakina, se n`è andata prima del via, indisposta, ma per la prima volta a Roma dal 1995 le prime 3, Swiatek, Sabalenka e Gauff, hanno giocato le semifinali nobilitando il Foro Italiano anche attraverso partite piene di intensità e qualità. Di più, meglio, dei colleghi uomini che hanno perso i primi 4: Sinner (2) ed Alcaraz (3) ancor prima di cominciare, Djokovic (1) già al secondo ostacolo, e agli ottavi, comunque troppo presto, il campione uscente Medvedev, 4. Ultimamente, sembra che le parti fra i due universi del tennis si siano invertite. Lì dove le sorprese erano all`ordine del giorno comandano le gerarchie, con le più in alte in classifica che avanzano con continuità (le semifinaliste hanno tutte già vinto un titolo quest`anno e almeno un titolo sulla terra rossa in carriera), e la regina Iga Swiatek che, piegando l`incostante Gauff per la decima volta su 11, arriva in finale senza perdere un set, favorita per il tris al Foro Italico in 4 anni e per la storica doppietta con Madrid (da Serena Williams 2013). Invece fra gli uomini vivono nel segno del livello medio sempre più alto e quindi del domani non c`è certezza: con l`eccezione del numero 5 del mondo, Sasha Zverev e dell`8, Stefanos Tsitsipas – che però poi cede a sorpresa a Nicolas Jarry, 25 – sono arrivati ai quarti il 32 ATP, Alejandro Tabilo, il 56, Zhizhen Zhang, e il 16, Tommy Paul. Partite maschili veramente belle? Tsitsipas-Struff, il primo set di Zverev-Darderi, Medjedovic-Medvedev, con un epilogo però deludente, fino alla battaglia che Stefanos il greco perde, nervosissimo, con l`inquietante 2/13 sulle palle-break. Che rivincite per le donne. Che invece regalano lo scoppiettante Ostapenko-Sramkova, il primo set super Gauff-Zheng, lo scintillante Collíns-Azarenka e l`eccitante Swiatek-Gauff, sulla falsariga della passerella di Madrid. […]

Vavassori-Bolelli, l’Italia che sogna (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)

II cielo è azzurro sopra al Pietrangeli. Il pubblico intona “Seven Nation Army” in stile Berlino 2006, Andrea Vavassori e Simone Bolelli stanno per chiudere il proprio match di quarti di finale degli Internazionali BNL d`Italia. Sugli spalti, ben riparate dal sole grazie a un capiente ombrello, vi sono Sara Errani e Jasmine Paolini. I “Vavalelli” vincono 6-4 6-2 contro Mektic e Koolhof un match che solo apparentemente è stato semplice. «A volte la partite girano su pochissimi punti – spiega Vavassori – e aver recuperato da 0-40 nel primo game credo sia stato fondamentale. E stato un momento importante, che potenzialmente può aver cambiato il match». La coppia azzurra, che quasi certamente rappresenterà l`Italia sia a Parigi 2024 sia alle ATP Finals, affronterà domani in semifinale Mate Pavic e Marcelo Arevalo; la coppia croato-salvadoregna, dal tennis potente e aggressivo, aveva stoppato la corsa di Bolelli e Vavassori nei quarti del recente Masters 1000 di Montecarlo. «In quel match Arevalo aveva servito benissimo e Pavic era stato impeccabile a rete – ricorda Bolelli -. È una coppia molto solida, bisognerà tenere alta la percentuale al servizio. La prepareremo al meglio, ci faremo trovare pronti». Si presenterà in semifinale, carico e reattivo, anche il pubblico romano, che anche ieri ha riempito il Pietrangeli per sostenere Vavassori e BoleIli. La coppia azzurra è sempre più affiatata l` idea di giocare insieme è nata al Roland Garros 2023, quando Vavassori ha proposto a Bolelli di consolidarsi come doppio fisso nel circuito. «Abbiamo cominciato da s`Hertogenbosch, su erba; è un anno scarso che stiamo provando a scalare la classifica», dichiara Bolelli. «L’obiettivo era chiaro: ATP Finals e Olimpiadi», conclude Vavassori. All`epoca erano appaiati in classifica: l`emiliano al n.42, “Wave` subito dietro al n.43. Oggi l`ingresso in Top 20 è assicurato, mentre nella Race to Torino, vincendo Roma, il duo azzurro sarebbe addirittura in vetta. Ma cosa rende così forte la coppia italiana? «Andrea si muove benissimo sulla rete, io lo chiamo l`airone – racconta Bolelli -, perché arriva ovunque a colpire la volée. È un doppista naturale: legge il gioco, vede gli angoli. E poi in risposta è migliorato tantissimo, anche perché giocare a sinistra con il rovescio a una mano è molto difficile». Anche Vavassori è d`accordo: «Servizio e risposta sono il cuore del doppio. Inoltre noi siamo sempre molto aggressivi e propositivi, vicini alla rete, questo fa la differenza». […]

Sarà una finale tra regine. Ancora Swiatek-Sabalenka (Alessandra Bocci, La Gazzetta dello Sport)

Le duellanti si ritrovano a Roma: dopo lo strepitoso spettacolo di Madrid, Iga Swiatek e Aryna Sabalenka concederanno il bis domani sul Centrale. Pronostico rispettato nelle due semifinali nobili: a differenza di quello che è accaduto nel tabellone maschile, nel femminile sono arrivate in fondo le prime tre del ranking più Danielle Collins, la giocatrice più in forma del momento, che da quando ha annunciato che si ritirerà a fine stagione sta facendo di tutto per farsi rimpiangere in anticipo (ma non cambierà idea). Nella prima semifinale, Iga Swiatek ha confermato la statistica: con Coco Gauff i successi erano 9-1 nei precedenti, unica sconfitta a Cincinnati, e la musica sul Centrale non è cambiata. Più solida della Gauff ha chiuso 6-4, 6-3 in un`ora e 47 minuti. L`americana ha trovato il break all`inizio della partita, ma Iga ha subito restituito il favore. Coco è rimasta attaccata al match, però con un andamento altalenante del gioco, fra servizi strepitosi ed errori gratuiti: il break decisivo è arrivato nel nono game. Nel secondo set, la Swiatek ha strappato il servizio all`avversaria ancora prima, a metà del cammino. Per Coco la palla break è arrivata soltanto grazie a un doppio fallo della polacca: regalo non sfruttato. «Per come ho giocato avrei battuto chiunque, ma non Iga», ha detto Coco. «Ora spero di vedere Danielle in finale. Sta giocando un tennis fantastico». Ma Danielle non ce l`ha fatta neppure questa volta. La Sabalenka l`aveva sempre battuta e non ha fallito. […] Roma avrà la migliore delle finali possibili.

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