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ATP Roma: un torneo molto poco azzurro. Nessuno negli ottavi. Pochi i promossi, fra tanti…Dei (Nadal, Djokovic) in caduta libera-

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Si dirà che per arrivare agli ottavi di finale da un paio d’anni c’è un turno in più da vincere, però resta il fatto che per la prima volta dal 2016 non c’è neppure un azzurro fra i primi 16 del torneo. Né fra gli uomini né fra le donne.

Eppure all’inizio del torneo erano 23 i nostri rappresentanti al Foro Italico, 12 uomini e 11 donne.

In 25 anni, dal 2000 a oggi, questa è l’ottava volta che succede per quanto riguarda il torneo maschile: 2000, 2006, 2009, 2011, 2013, 2014 e, appunto, 2016. E la seconda in cui si è orfani di ogni rappresentanza, sia per uomini sia per donne: 2016 e 2024.

Un mese fa non avremmo davvero ipotizzato un torneo senza azzurri in campo per gli ultimi sei giorni, da martedì a domenica, in pieno fervore “sinnermaniaco”, con Sinner (che rischia di diventare n.1 del mondo anche senza più giocare!),  con Berrettini nuovamente vincitore di un torneo in Marocco, con Musetti che a dispetto di un inizio anno poco brillante aveva dato qualche segno di risveglio (Shapovalov, Shelton, Fritz), con Arnaldi al suo best ranking e in apparente progresso. Con 9 tennisti italiani fra i primi 100.

Invece è purtroppo girato quasi tutto storto, per i forfait degli uomini leggenda più attesi – devo ricordarne i nomi? – prima del torneo e durante.

Qualche partita discreta i nostri l’hanno pur vinta: sotto un profilo tecnico direi che le migliori sono state quelle vinte da Darderi su Shapovalov e Navone (e non gli si poteva chiedere di battere anche Zverev), di Passaro con Rinderknech e soprattutto Griekspor (peccato non aver sfruttato il matchpoint con Borges), di Nardi con Altmaier (e si è difeso benino con Rune), di Fognini con Evans (ma poi con Fritz non aveva più troppa benzina).

Mi fa piacere che dopo tanti infortuni Napolitano sia stato finalmente lui abbastanza fortunato, prima ha trovato Wolf che ha sostituito Berrettini senza valerlo, poi Sheng che si è fatto male. Finchè Napolitano si è arreso al giustiziere di Arnaldi, il cileno Jarry.

Fra le donne onestamente non saprei chi promuovere, tantomeno elogiare: è sempre ammirevole l’irriducibile Errani, vittoriosa sulla Anisimova, ma Paolini, Cocciaretto e Bronzetti non si può dire che abbiano entusiasmato.

Mentre con le altre ragazze non potevamo purtroppo nemmeno farci grandi illusioni.

In questa situazione, dopo la caduta degli dei, Nadal e Djokovic, cui si è aggiunto Rune assai deludente contro il più coriaceo Baez che era stato dominato nel primo set, una finale “riscatto” in termini di prestigio internazionale potrebbe essere quella giocata da Zverev leader come ranking (n.5 Atp) della metà alta del tabellone (più che Fritz n.11 e Dimitrov n.8) contro il campione in carica Medvedev, n.4 ATP vittorioso nel derby fra gli “orsi” – orso è la traduzione del russo  Medvedev ma anche del derby Medjedovic – o contro Tsitsipas, il tricampione di Montecarlo.

Tsitsipas è il solo tennista vittorioso fra coloro che nel 2024 hanno conquistato uno Slam o un 1000 (gli altri sono stati Sinner, Alcaraz e Rublev, il russo che, tanto per cambiare, ha sclerato e compromesso le sue chances contro il modesto Muller).

Hanno perso tutti quelli il cui nome cominciava per RU: Ruud, Rublev, Rune, per non tornare a Ruusuvuori.

C’è stato complessivamente maggior spettacolo e qualità nel torneo femminile, tante lotte al terzo set, che in quello maschile.

Insomma finora il torneo a livello maschile  non è stato davvero baciato dalla fortuna e io spero – al di là dei record di incassi e di spettatori che faranno godere il presidente federale – che il pubblico degli appassionati abbia soddisfazione dai prossimi match di questa settimana, perché i prezzi per vedere le partite sono state oggettivamente cari.

ho sentito tante lamentele, soprattutto da parte di chi aveva il biglietto ground e non riusciva a entrare sul Pietrangeli né, nei giorni scorsi a seguire i match in programma sui campi 12 e 13, per i quali le code non erano ben organizzate perché chi le faceva non sapeva se chi gli stava davanti faceva la coda per un campo piuttosto che per l’altro e vedendole lunghissime si poteva scoraggiare.

Per il Pietrangeli e gli acquirenti dei biglietti ground, io suggerirei di fare quel che veniva fatto a Wimbledon (forse lo fanno ancora ma non ci giurerei…): riservare un settore degli spalti a spettatori …precari. Cui sia consentito di seguire un match, ma non due. Oppure, diversamente a tempo, un’ora e mezzo e per poi accomodarsi fuori e consentire un minimo di ricambio. Non va bene che qualcuno si installi sul Pietrangeli, o su altro campo del ground, all’inizio della giornata e non ci si muova per ore, impedendolo a altri.

 Questo non è giusto soprattutto quando sono stati venduti così tanti biglietti ground che troppe persone non riescono a vedere granchè e i biglietti da comprare upgrade costano una fortuna.

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