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La caduta di Djokovic e Nadal (Bertolucci). Djokovic in crisi (Martucci). L’ora di Dimitrov (Cocchi). Sonego e Musetti a Torino (Bertellino)-

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Djokovic e Nadal la caduta degli dei (ma molto diversa) (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

Roma perde i due nomi più importanti del tabellone, i due grandissimi campioni che insieme hanno alzato 16 volte il trofeo, 10 volte Rafa Nadal e 6 Novak Djokovic. Entrambi escono dopo aver accusato un punteggio severissimo come poche volte era successo nella loro lunga e gloriosa carriera. Delle condizioni di Nadal eravamo tutti perfettamente al corrente e, pure sconfitto, lo spagnolo è uscito dal campo salutato da un tripudio, un abbraccio, che mai si era visto sui campi di nessun torneo del mondo, se parliamo di un giocatore che aveva appena perso. Ben diversa la battuta d’arresto di Djokovic, un giocatore che ieri si è dimostrato di frequente spocchioso e arrogante, poco rispettoso dell’avversario e del pubblico, nervoso come poche volte in carriera. Diciamolo chiaramente: se il problema è stato la sua condizione fisica, così lontana da quella auspicata all’inizio del torneo, la colpa è solo sua. Da quando ha messo mano al suo team, prima divorziando dall’allenatore Ivanisevic, poi stravolgendolo del tutto, e da quando è stato messo sotto da Sinner, il serbo non è più stato in grado di mettere assieme una partita a buon livello. […] Era logico pensare di trovarlo in una condizione migliore dopo due settimane di duro lavoro, invece è tornata alla mente la brutta immagine con la quale ha salutato il torneo di Montecarlo. Ha ancora tempo per rimediare […], ma la situazione è molto più brutta rispetto a quanto ci si potesse aspettare. Si era già visto in allenamento che qualcosa non andava, dalle continue lamentele al nervosismo trascinatosi fino al match con Tabilo, un insieme di fattori che lascio intravedere come Djokovic non abbia mai trovato una buona condizione nei giorni che hanno preceduto l’esordio. Dopo aver saltato Madrid, Nole è arrivato a Roma molto insicuro e nel corso del torneo è venuta fuori tutta quella tensione che covava dentro. […] Ora gli serve un miracolo, o quasi: è davvero difficile che in due settimane possa ritrovare il giusto feeling. e poi adesso gli avversari entrano in campo con un’altra idea, non c’è più il consueto tremore delle gambe, né la paura di affrontare un avversario super titolato. Il pensiero sarà piuttosto: se tizio e caio sono riusciti a batterlo, perché non io? Chi lo affronta, ormai, entra in campo con rispetto, ma senza paura, e con la convinzione di potercela fare. Dovrà tenerne conto anche a Parigi, ne va della sua permanenza sul trono Atp, ora che Sinner può rifarsi sotto. Una settimana in più o in meno nella loro vita non cambia niente, l’importante è che Jannik si rimetta a posto fisicamente e che sia in grado di giocare come sa fare. Ognuno deve fare la sua strada.

Djokovic in crisi sconfitta e fischi (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Vecchi, improvvisamente vecchi. Roma è così coi suoi gladiatori: prima li esalta, li porta in paradiso, poi abbassa il pollice e li condanna all’inferno. Molto, ma molto più caldo dei 26 gradi del Foro Italico. Rafa non perdeva così male (6-1 6-3 con Hurkacz) a Roma dal 2003, quand’aveva 17 anni, ma ora che ne ha quasi 38 e si è virtualmente ritirato, esce dal campo fra gli applausi, da 10 volte re, ferito, deluso, frustrato, comunque amato perché ci prova, a dispetto delle gambe ballerine. Ventiquattr’ore dopo, Novak, a 9 giorni dai 37 anni, risponde al più grande rivale, ma in negativo: cede 6-2 6-3 al mancino Alejandro Tabilo (n. 32 ATP) come nei Masters 1000, contro un over 30 del mondo, non gli succedeva dal 2007. Facendo felice il Cile che non batteva un numero 1 da 20 anni (Gonzalez con Federer) ma, svogliato, abulico, con le gambe e soprattutto il famoso spirito molli, col ko in appena 67 minuti (in 342 partite sulla terra non aveva mai perso così rapidamente), scatena i fischi e gli ululati della folla che l’ha acclamato 6 volte re. […] Rafa non ha cercato scuse, Nole si nasconde dietro l’incidente di venerdì sera: «Nel video si vede chiaramente che è stato un episodio sfortunato, la borraccia è scivolata e mi è caduta in testa. Non stavo guardando in alto e mi è arrivata di botto. Ho avuto nausea e sangue. Sono riuscito a dormire ma ho avuto mal di testa: credo che abbia avuto un forte impatto sulla mia prestazione». […] Nole, e il Roland Garros dal 26 maggio? «Devo sistemare tutto per essere competitivo. Non ho fatto nessun esame ora come ora sento che avrei dovuto farlo quindi lo farò e vediamo cosa verrà fuori. Sono un po’ preoccupato». Ma la delusione di Roma si somma alle tante stagionali: ha giocato appena 17 partite (bilancio 12-5), dal 2006, solo nel 2018 (primo urrà a Wimbledon) era arrivato allo Slam più difficile, sulla terra rossa, senza tornei vinti. Non è lui, si è perso, è distratto o poco motivato, magari anche arrabbiato col tempo che fugge, coi rivali che gli stanno addosso, a cominciare da Jannik Sinner, con le motivazioni che latitano. […] Peccato per la favola di Francesco Passaro che, da 240 del mondo, ha superato le qualificazioni e poi Rinderknech (salvando 3 match point) e Griekspoor, ma, ahilui, manca un match point sul 7-6 nel tie-break del secondo set contro Borges (53 ATP). «Non ha chiuso il colpo col polso e il dritto gli è andato lungo», spiega Mosé Navarra tecnico FITP che soffre 3 ore accanto al coach ufficiale di sempre, Roberto Tarpani. Poi il 23enne perugino si ritrova senza gambe, e quindi senza il prodigioso servizio e cede con due sanguinosi doppi falli (43 vincenti-50 gratuiti). «Non era facile a livello fisico e mentale, venivo da partite dure. Sono felice di come ho affrontato i momenti difficili, non ho niente da recriminare, eccetto quei due doppi falli. Bisogna lottare e crederci sempre, sono contento non solo del torneo ma anche dell’ultima partita. Nel finale ero davvero un po’ stanco: era la mia quinta partita, tutte molte lottate. Lui è più abituato a giocare questo tipo di incontri. Dovrò lavorare e cercare di essere più aggressivo anch’io». […] Al primo confronto con un top ten, Luciano Darderi sorprende ancora una volta, alzando ulteriormente il livello di un giocatore costruito in fretta da numero 136 del modo del febbraio al 54 del mondo di oggi, da protagonista nei Challenger a campione del primo titolo ATP a Cordoba. “Luli”, dal buon servizio-dritto e da rovescio e varietà in continua crescita, nato in Argentina, già dai 12 anni, giocando per le varie rappresentative nazionali azzurre, ha sposato la bandiera italiana di nonno di Fano. Subito adottato dal pubblico di Roma per la generosità e la grinta contro Shapovalov e Navone, tiene botta alla pari contro il numero 5 del mondo, Sasha Zverev […]. Perde il primo set solo al tie-break per calare inevitabilmente di efficacia dopo un’ora ma continua a far sudare il tedesco anche nel secondo parziale che cede per 6-2. […]

L’ora di Dimitrov «Il mio tennis dei piccoli passi» (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

La grande occasione. Perché no, a Roma. Gli Internazionali per tornare a vincere, perché no, anche sulla terra. Grisha qui al Foro è amatissimo, bello e bravo ha un grande seguito da parte delle signore tifose e da chi ama il tennis, come si direbbe ora “aesthetic”, elegante e di classe, quello dei gesti bianchi che non si vede più. O comunque sempre meno. […] Grisha sta vivendo una seconda giovinezza tennistica che gli sta regalando discrete gioie. Ha vinto a Brisbane, a inizio anno, è stato battuto da Sinner a Miami, in finale, ma in generale è tornato a vivere il tennis con la voglia di essere ancora protagonista: «Mi sono dato piccoli obiettivi settimanali, e ho cambiato marcia negli ultimi 12 mesi». Ha avuto il dono del talento ma al momento sbagliato. La sua è la “generazione perduta” quella dei giocatori nati tra la fine degli Anni 80 e la prima parte degli Anni 90. Quelli che hanno dovuto faticare, lottare, sgomitare per raccogliere un po’ di gioie. Tra di loro c’è sicuramente Grigor Dimitrov […]. Nuovo Federer, latin lover, portatore sano di eleganza, Grisha ha raggiunto il numero 3 al mondo nel 2017, forse il suo anno migliore, con il titolo delle Finals e il 1000 di Cincinnati. Dimitrov ha dunque una visione privilegiata, tra passato e futuro, con un presente a cui tiene ancora parecchio: «È stata una fortuna enorme giocare insieme a loro – ha detto a Miami dopo aver perso da Sinner -. Ho battuto tutti i migliori giocatori dell’epoca e ogni volta che li ho affrontati ho imparato qualcosa di nuovo e di importante. Molte volte sono uscito al terzo turno ai quarti di finale contro di loro, portandomi a casa sempre qualcosa. Novak e Andy giocano ancora, ma vedere tutti questi campioni insieme sarà sempre più difficile in futuro». […] Ieri ha superato Atmane e si è guadagnato un posto agli ottavi di finale. Il risultato migliore al Foro è del 2014, fermato in semifinale […] da Rafa Nadal. Nel 2020 invece ha perso da Shapovalov, nei quarti. Di quei match con Rafa sul tappeto rosso ricorda tutto molto bene: «Non era molto divertente giocare contro di lui, soprattutto sulla terra. La direzione della palla è diversa, devi muoverti un po’ di più, sbagliare poco, e lui ti metteva sempre in situazioni scomode». Prossima fermata, Taylor Fritz, uno che non ha nella terra il suo posto del cuore ma sta crescendo. Quello che conta, in questi casi, è l’energia: «Amo giocare qui – ha detto Grisha -. Mi fate sentire come a casa quando scendo in campo, tutti tifano per me ed è una cosa che mi carica. Non ho mai avuto grandi risultati a Roma, però il mio gioco si sta evolvendo in maniera differente, sono migliorato sotto certi aspetti. E voglio riuscire a mantenere una buona forma, limare alcune difficoltà dal punto di vista mentale. E so che se faccio la cosa giusta, gioco bene, mi muovo sul campo al mio meglio, ho ottime chance». […] Sui tanti infortuni delle ultime settimane ha la sua opinione: «Naturalmente più vinci, più giochi, più rischi. E anche nei nuovi 1000, se hai un giorno libero devi comunque allenarti, giocare. Al di là dell’aspetto fisico, sul quale siamo abituati a lavorare, stare impegnati mentalmente tante settimane è faticoso». Lui, però ha sempre avuto una vita… Sociale piuttosto intensa: «C’è per tutti un momento in cui giocare a tennis e uno momento in cui dedicarsi ad altro, basta stabilirlo e organizzarsi…». Intanto Grisha coltiva da anni una sana abitudine, che lo aiuta a non perdere di vista le cose importanti, quelle per cui essere grato alla vita: «Sì, è una cosa bella e importante, per me, prendere ogni giorno una piccola dose di gratitudine e di apprezzamento. Bisogna chiudere gli occhi e concentrarsi su qualcosa che renda felice te o chi ti sta attorno e fissarla su carta, bastano 10 secondi. Vedrete quanto è utile». Proviamoci.

Sonego e Musetti illuminano Torino (Roberto Bertellino, Tuttosport)

La grande attesa è finita. Questa mattina alle 10 prenderà il vía con i primi match del tabellone di qualificazione la seconda edizione del Piemonte Open Intesa San Paolo, Challenger di categoria 175 (la massima nel settore) che si annuncia ricco di protagonisti. Ieri i primi arrivi al Circolo della Stampa Sporting, sede del torneo […]. Uno dei primi a raggiungere il circolo è stato il padrone di casa Lorenzo Sonego, tra i più attesi dal pubblico torinese e desideroso di ripartire proprio di qui per cercare di interrompere un periodo nel quale pur giocando bene sta raccogliendo poco in termini di risultati […]. “Sonny” è cresciuto allo Sporting e qui regolarmente si allena nei periodi in cui non è impegnato nel massimo circuito. Deve ancora arrivare, ma la sua presenza è confermata, Lorenzo Musetti, talento azzurro che cerca a Torino risposte importanti dopo la bella finale colta nell’altro Challenger italiano di categoria premium, il Sardegna Open al TC Cagliari, e l’eliminazione a Roma causata da un virus che lo ha debilitato e costretto a ritirarsi all’inizio del secondo set della sfida di 2° turno contro il francese Atmane. Anche per il carrarino […] Torino potrebbe rappresentare un ottimo trampolino di lancio per una parte di stagione nella quale dovrà difendere punti pesanti come quelli che gli scadranno al Roland Garros di Parigi. […] Il Piemonte Open Intesa San Paolo attende anche di vedere all’opera Fabio Fognini che agli Internazionali ha dimostrato di essere ancora in grado di regalare sprazzi di tennis stellare e colpi unici che da sempre fanno parte del bagaglio tecnico di un campione inimitabile. Per il ligure a Torino ci sono anche ricordi importanti come la prima vittoria a livello Challenger; datata 2008 e consumata sul campo centrale ora riportato a nuova vita. […] Non sarà della partita torinese Il campione in carica Dominik Koepfer (Ger) impegnato oggi nel terzo turno del Masters 1000 di Roma contro Tommy Paul. Neppure il finalista dello scorso anno, Federico Gaio, nell’occasione impegnato nel torneo come vice direttore tecnico. Tra i giocatori in gara anche i romani Giulio Zeppieri e Matteo Gigante, freschi di derby capitolino. […]

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