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Olimpiadi: il caldo torrido impone una “Extreme Heat Policy”-

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Da Tokyo, il nostro inviato

Tutte le restrizioni causate dal Coronavirus, non ultima la disputa di tutte le gare a porte chiuse, hanno fatto passare in secondo piano quello che avrebbe dovuto essere il problema principale delle Olimpiadi di Tokyo 2020: la calura. L’altra edizione dei Giochi Olimpici disputata nella capitale nipponica, quella del 1964, fu disputata in ottobre, proprio per offrire un clima migliore agli atleti, ma nel XXI secolo sono gli sponsor a dettare i calendari, per cui si è dovuto optare per la canicola opprimente di metà estate.

Nella maggior parte dei casi si sono presi provvedimenti per salvaguardare la salute degli atleti, spostando gli orari di gara e addirittura modificando la sede di alcuni eventi come la maratona, che invece di Tokyo verrà corsa a Sapporo, nell’isola di Hokkaido, nel nord del Giappone. Per il tennis, tuttavia, si sono mantenuti orari tradizionali (le sessioni iniziano alle 11), ma verrà applicata una “Extreme Weather Policy” che permetterà di modificare il programma di gioco in caso di situazioni atmosferiche estreme.

La heat policy olimpica

Si tratterà di una policy molto simile a quella in vigore durante l’Australian Open in quanto si baserà sul concetto di “Wet Bulb Globe Temperature” (WBGT), ovvero una temperatura apparente calcolata attraverso una formula che pesa vari fattori quali la temperatura “a secco” dell’aria, l’umidità, la velocità del vento e l’intensità delle radiazioni solari infrarosse.

Se questa temperatura supererà i 30,1 gradi centigradi verrà introdotta una pausa di 10 minuti tra il secondo e il terzo set dei match di singolare, mentre i match di doppio non verranno modificati.

Durante i 10 minuti i giocatori potranno:

  • aggiustare le fasciature esistenti o i dispositivi medici già indossati;
  • effettuare una pausa fisiologica (in aggiunta a quelle normalmente concesse ai giocatori);
  • cambiarsi d’abito (in aggiunta a quelli già normalmente concessi ai giocatori);
  • fare una doccia;
  • bere o mangiare.

Durante i 10 minuti i giocatori non potranno:

  • effettuare valutazioni mediche che potrebbero risultare in un medical time-out;
  • parlare con gli allenatori
  • utilizzare apparecchiature elettroniche
  • utilizzare consecutivamente a questa pausa un’altra (pausa fisiologica o cambio d’abito) tra quelle regolamentari

Perché si arrivi alla sospensione del gioco a causa delle condizioni atmosferiche è necessario che arrivi una decisione in questo senso da parte di un comitato che includerà il giudice arbitro, il capo medico e rappresentanti dell’amministrazione dell’evento.

Il comitato si riunirà entro 90 minuti dal raggiungimento dei 30,1°C e determinerà la sospensione tenendo conto dei seguenti parametri:

  • le previsioni del tempo per i giorni seguenti, e le condizioni di quelli passati, per stabilire lo sforzo richiesto ai giocatori;
  • l’opinione dei medici;
  • considerazione di tutte le variabili che determinano la sicurezza dei giocatori
  • il superamento della temperatura WBGT di 32,2°C, anche se il limite non costituisce una soglia assoluta.

In caso si decida per la sospensione del gioco, i match sui campi laterali verranno sospesi e il tetto sul campo centrale verrà chiuso e il gioco continuerà in condizioni indoor. La sospensione avverrà dopo lo svolgimento di un numero pari di game nel set in corso oppure alla fine del set.

Applicazione già il primo giorno

Durante la giornata inaugurale di sabato 24 è già stata applicata la policy consentendo una pausa di 10 minuti tra il secondo e il terzo set.

I giocatori sono stati concordi nel definire le condizioni di gioco a Tokyo come le più dure mai sperimentate nel circuito, almeno dal punto di vista della continuità della calura in giorni consecutivi. “A volte capita in Australia una giornata roventeha detto il n. 1 del mondo Novak Djokovic dopo il suo primo turno vittorioso contro Hugo Dellien – ma raramente capita che ci sia così caldo costantemente giorno dopo giorno”. Fabio Fognini gli ha fatto eco: “Non so nemmeno se questo si possa chiamare tennis, fa davvero troppo caldo”.

L’elevatissima umidità e l’assenza di brezza (che invece tende ad arrivare quando scende il sole, poco prima delle ore 19) rendono le condizioni estremamente difficili. È come se si fosse dentro un forno: l’aria è costantemente calda, e scalda tutti gli oggetti intorno. Si può lasciare una bottiglietta d’acqua all’aperto e all’ombra, e dopo una ventina di minuta la si può trovare a una confortevole temperatura da doccia.

Non so perché l’ITF non voglia spostare i match più tardi – ha continuato Djokovic – Oggi il programma del centrale è finito intorno alle 17, ci sono stati diversi ritiri, non è una bella cosa da vedere. So che ci sono problemi di coprifuoco, il tennis deve finire a mezzanotte, ma sarebbe molto meglio giocare più tardi nel pomeriggio e continuare con le luci nella serata, ma purtroppo la situazione è quella che è”.

In condizioni ambientali simili, anche se non così estreme, alle Olimpiadi di Pechino 2018 il programma tennistico veniva iniziato alle ore 16 per poi continuare nella notte, terminando a volte anche ben oltre le 3 del mattino. Tuttavia sembra che una combinazione di norme locali e probabilmente anche il desiderio della NBC di non avere le partite durante la notte statunitense abbiano portato alla decisione di giocare nelle ore più torride della giornata.

Speriamo che nessuno si faccia male, ma sarà difficile che possano uscire partite memorabili se dovesse continuare questo clima. Le previsioni sembrano indicare un rapido peggioramento a partire da martedì, quando dovrebbe essere in arrivo a Tokyo la tempesta sub-tropicale Nepartak che probabilmente porterà non solo un po’ di refrigerio, ma anche pioggia e venti fino a 80 chilometri orari.

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