C’è un lavoro ben organizzato e capillare - a partire dal suo allenamento - dietro la vertiginosa ascesa nel tennis mondiale di Matteo Berrettini, primo italiano finalista a Wimbledon in 144 anni di storia del prestigioso torneo londinese. Al suo fianco dal 2010 c’è l’allenatore Vincenzo Santopadre, che ha preso per mano il talento romano quando aveva solo 14 anni. «Sono cresciuto con lui – ha raccontato recentemente Santopadre, che è stato sposato con Karolina Boniek, figlia dell’ex calciatore Zibì – dopo aver smesso di giocare, ho iniziato da maestro, poi sono diventato allenatore e infine coach. Tra me e lui c’è empatia». Prossimo ai 50 anni (li compirà l’11 agosto), Santopadre, romano come Berrettini, è stato un buon giocatore professionista tra il 1990 e il 2006, un mancino che però non è arrivato più su del centesimo posto nelle classifiche mondiali Atp. Fatto tesoro della sua esperienza in campo, e magari di qualche errore, il coach di Berrettini ha perfezionato, nel corso del tempo, il lavoro con il suo allievo prediletto. 

L'allenamento di Berrettini

Prevenzione, tennis e preparazione fisica sono i cardini per Berrettini, che ha il suo punto forte nel servizio, che cura molto in allenamento. Il finalista di Wimbledon deve prestare particolare attenzione alla prevenzione dagli infortuni, con esercizi specifici, alla luce di una certa fragilità alle caviglie che ha sempre avuto, sin da quando andava a scuola. L’anno scorso, inoltre, è stato a lungo fermo per problemi all’inguine e ai muscoli addominali

Per questo nel suo staff, da qualche tempo, è entrato un osteopata spagnolo, Ramon Punzano, che lo tiene d’occhio costantemente: «Matteo sa di essere delicato», ha spiegato il suo coach al sito della Federtennis. Santopadre, che conosce bene la non facile vita da giramondo dei tennisti, tra voli aerei e match stressanti, programma per Berrettini anche momenti di riposo, quantomeno dai campi da tennis, per ricaricare le batterie mentali. 

Per far funzionare al meglio il cervello del campione, inoltre, c’è la consulenza del mental coach Stefano Massari, autore del libro “O vinci o impari”: «A Wimbledon è stato bravissimo – le parole di Massari dopo la finale persa da Berrettini con Djokovic – questo è un inizio, come ha detto Matteo dopo la premiazione. Il prossimo sogno? Bisogna chiederlo a lui, probabilmente è vincere». 

Nell’allenamento con la racchetta Santopadre, che è tecnico del prestigioso Circolo Canottieri Aniene e della Rome Tennis Academy, è stato abile nel rendere Berrettini competitivo su tutte le superfici (anche erba e cemento) e non soltanto sulla terra rossa come accade a buona parte dei nostri tennisti. Tuttora, in allenamento, Matteo è super costante ed è una spugna che assorbe ogni informazione utile a migliorarsi. 

Vincenzo Santopadre, coach storico di Matteo Berrettini

Vincenzo Santopadre

Vincenzo Santopadre, coach storico di Matteo Berrettini
Elena Leoni / IPA

Anche un tattico nello staff di Berrettini

Ad affiancare Santopadre ci sono anche il viceallenatore Marco Gulisano, 25enne come Berrettini e suo amico da una vita, e la vecchia volpe Umberto Rianna, coach specializzato nella crescita dei giovani talenti. Da un paio d’anni Berrettini e Santopadre si avvalgono inoltre della consulenza dell’eccentrico australiano Craig O’Shannessy, l’uomo delle statistiche, dal 2017 al 2019 al fianco anche di Novak Djokovic. 

O’Shannessy è lo stratega e analista dei match, colui che esamina le caratteristiche dell’avversario di turno, “scansionato” sotto ogni aspetto, soprattutto sui punti deboli: «Matteo ha la capacità di seguire alla lettera il programma tattico prestabilito – ha detto lo stratega australiano un paio d’anni fa - sono molto specifico su come approcciare certi giocatori e lui esegue tutto alla perfezione». Santopadre, a ogni modo, cerca di non ingolfare la mente del suo allievo con troppe informazioni perché, ha spiegato, «Matteo è già abile dal punto di vista tattico». Berrettini, d’altronde, è un purosangue che va soltanto indirizzato verso i vertici del tennis mondiale. I prossimi appuntamenti per provare a sognare sono già fissati: le Olimpiadi a Tokyo di fine luglio e gli Us Open in partenza il 30 agosto.

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