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L’Italia è grande: Mauro Sarmiento, la prima medaglia olimpica azzurra nel taekwondo

Il pioniere, con la “P” maiuscola. Non esiste altro modo per chiamare Mauro Sarmiento: il primo atleta azzurro della storia a vincere una medaglia – d’argento – nel taekwondo facendo così conoscere questa disciplina all’Italia sportiva, che fino alle Olimpiadi di Pechino 2008 non era proprio avvezza a osservare le gesta di questi combattenti.

Nella capitale cinese è il 22 agosto quando viene dato il via al torneo maschile dei -80 kg, con l’alfiere campano che si capisce essere subito in palla. Mostra uno stile propositivo creando i presupposti dal primo incontro per far succedere qualcosa di importante.

Sulla sua strada però, dopo aver sconfitto 4-1 l’ivoriano Konan negli ottavi di finale, gli ostacoli del tabellone sembrano tanti e duri ma questo non sembra spaventare Mauro che invece si galvanizza.

Nei quarti di finale il primo showdown da brivido: sul tatami si erge la figura dell’americano Steven Lopez, quattro volte iridato, due volte oro olimpico e reduce da cinque anni senza una sola sconfitta, praticamente l’icona del taekwondo. Sarmiento fa capire subito di non partire battuto in un match che rimane talmente equilibrato da finire 1-1 e protrarsi al golden score. Lo statunitense attacca, l’azzurro non si fa cogliere impreparato e con un guizzo trova il calcio vincente che elimina Lopez e lo porta alle semifinali.

Adesso si che si può sognare, anche se alle porte c’è il duello con il britannico Aaron Cook: un altro osso durissimo.

Il confronto è ancor più da cardiopalma, se possibile. Il ragazzo di Casoria prova a fare gara di testa, ma il rivale d’Oltremanica ribatte colpo su colpo. Si entra nell’ultima ripresa sul 3-3, che diventa nel corso del round 5-5. Un altro dentro o fuori? Non questa volta. A una manciata di secondi dalla fine Sarmiento piazza la zampata vincente che vale il definitivo 6-5. E’ finale, con la certezza della prima storica medaglia per il movimento italico.

L’ultimo ostacolo è rappresentato dall’iraniano Hadi Saei. E’ favorito, ne ha di più e, senza nulla togliere al suo percorso, non ha “scalato l’Everest” di due rivali straordinariamente forti.

L’alfiere tricolore vende comunque cara la pelle, anche se il mediorientale capisce da subito il momento e non si fa sfuggire l’occasione di vincere l’oro. La prima ripresa si chiude sul 4-2 a favore di Saei, un vantaggio che scava il solco decisivo per il 6-4 finale.

E’ un argento vivo, che sa di oro. Una medaglia che lo ripaga di tutti i sacrifici fatti e che fa da apripistia ai risultati che seguiranno ai Giochi di Londra 2012, quando lo stesso Sarmiento vincerà il bronzo nei -80kg  e Carlo Molfetta si arrampicherà sino all’oro nei +80kg.

michele.cassano@oasport.it

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Foto: LaPresse

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