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Sci di fondo, Tour de Ski e Coppa del Mondo perdono i pezzi. Klæbo punta tutto su Pechino. Fis, sveglia! Così non va!

LaPresse

Solo l’altro ieri Therese Johaug ha annunciato che non prenderà parte al Tour de Ski 2021-22. La trentatreenne norvegese preferisce allenarsi in altura nella seconda metà di dicembre, prendendosi poi una pausa per tirare il fiato durante le vacanze natalizie. Decisione più che comprensibile per un’atleta ancora priva di medaglie d’oro a Cinque cerchi, la quale vuole evidentemente arrivare al 100% delle proprie possibilità ai Giochi di Pechino 2022.

Passano 48 ore e il fondista norvegese più rappresentativo in assoluto nel settore maschile, ovvero Johannes Høsflot Klæbo, dichiara che molto probabilmente gareggerà in Coppa del Mondo solo nelle prime tre tappe stagionali, salutando poi la compagnia da metà dicembre sino alle Olimpiadi. “Non ho ancora deciso con certezza, ma al momento il piano è quello di stanziarmi in altura dopo le gare di Davos (previste per l’11-12 dicembre, nda) e rimanere lì il più a lungo possibile, magari sino alle Olimpiadi. Il mio obiettivo è quello di vincere medaglie ai Giochi, ecco perché voglio passare più tempo possibile in quota per prepararmi a esse”.

Insomma, il Tour de Ski senza Johaug è una certezza, ma quasi sicuramente mancherà anche Klæbo. Però se Therese, come detto, di ori olimpici non ne ha mai vinti, Johannes ne ha al collo già 3 (uno individuale e due a squadre). Come se non bastasse, è significativo notare che l’edizione 2021-22 dell’evento multistage principe è stata pensata in versione “light”, con sole 6 tappe, comprese 2 sprint.

In altre parole, quanto di meglio potesse chiedere un atleta dalle caratteristiche di Klæbo. Il venticinquenne norvegese, invece, non si farà scrupoli a disertare l’evento per cercare di arricchire la sua già cospicua collezione di ori olimpici. Perché? Perché anche a Oberhofen am Thunersee, località dove ha sede la Fis, sarebbe ora di capire che il Tour de Ski non ha l’appeal di un grande evento e, continuando così, non lo avrà mai.

Nei primi anni c’è stata grande curiosità attorno alla manifestazione, ma una volta compreso il funzionamento (sostanzialmente il Cermis decide tutto, rendendo pressoché inutili tutte le tappe precedenti) l’appuntamento ha perso fascino. Lo dimostra anche il fatto che alla scalata finale un tempo assistevano migliaia di persone, successivamente ridottesi a quattro gatti. Peraltro il TDS non ha mai fatto presa sui principali protagonisti del massimo circuito, che se devono scegliere tra di esso e un oro olimpico o mondiale, non hanno dubbi a puntare sulla medaglia.

Dunque, che ci si dia una bella svegliata, perché il Tour de Ski sta svalutando anche la conquista della Coppa del Mondo. Il fatto di assegnare una marea di punti proprio in concomitanza dell’evento rende indispensabile parteciparvi se si vuole mettere le mani sulla Sfera di cristallo. Ormai in tanti rinunciano a questo trofeo, pur di non compromettere le proprie chance olimpiche o mondiali. Pertanto è bene capire che affastellare migliaia di punti nel Tour de Ski non è più un incentivo per parteciparvi, ma uno svilimento del resto della stagione.

Se si vuole davvero rendere il Tour de Ski un grande appuntamento, la strada è semplicissima, ovvero disputarlo ogni 4 anni (negli inverni privi di eventi a Cinque cerchi o iridati). Nel qual caso, assumerebbe un valore completamente diverso, diventando a tutti gli effetti un traguardo ambito da chiunque, guadagnando quella dignità che si sta inutilmente cercando di conferirgli ormai da 15 anni.

Foto: La Presse

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