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Adriana De Bernardi, l’iron woman triestina: «Lo sport è il mio ossigeno»

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Adriana De Bernardi, l’iron woman triestina: «Lo sport è il mio ossigeno»

TRIESTE. «Non percepisco la fatica. O quanto meno il mio fisico riesce a gestirla senza crearmi disagi. Sono una donna fuori dal comune? No, semplicemente sono una grande appassionata di sport».

Nella vita di ogni giorno è addetta alla gestione dei permessi dei dipendenti della Regione. Lontano da pc e scrivania Adriana De Bernardi si trasforma, diventando la regina triestina dello sci nordico. Ma non solo. Nello sci di fondo è una istituzione avendo vinto qualcosa come 19 campionati provinciali. L’ultimo pochi giorni fa a Forni di Sopra. Il primo nel 1990.

«Iniziai quasi per gioco a 22 anni. Da tempo mi ero dedicata all’atletica con la Ginnastica Triestina dopo aver in precedenza fatto pattinaggio su rotelle e ginnastica. Iniziai con il lancio del disco (ripreso pochi anni fa da Master, ndr), poi mi spostai sui 400 metri ostacoli, virando alla fine su mezzofondo e fondo. I miei tempi? 4’48’’ sui 1500 e 10’21’’ sui 3000 m. Ho continuato con costanza a correre fino al 1990, anno in cui si tenne l’iniziativa “Trieste corre la Maratona di New York”. Venni selezionata per andare nella Grande Mela per rappresentare la mia città. Fu una esperienza pazzesca, coronata da un ottimo 52° posto ottenuto con il tempo di 3 ore e 10 minuti. Nello stesso anno, pochi mesi prima, vinsi il mio primo campionato triestino di fondo, sport a cui mi ero avvicinata grazie allo Ski Marathon, con cui rimasi per cinque anni. Nel 1992 invece approdai a quello che il mio attuale sodalizio e la mia seconda famiglia: lo Sci club 70».

De Bernardi inizia gradualmente a rinunciare all’agonismo nella corsa per dedicarsi anima e cuore allo sci nordico. Una scelta dettata anche dalla nascita della sua unica figlia: Alice.

«Ho avuto la fortuna di vincere un concorso in Regione a soli 20 anni, ossia poco dopo aver concluso i miei studi all’istituto tecnico-commerciale “Da Vinci”. L’assunzione mi impedì di proseguire gli studi universitari di Economia e Commercio, ma mi diede il tempo per poter gestire al meglio la mia passione per lo sport. Nel 1997 rimasi in cinta: con la nascita di Alice decisi di dedicarmi solo allo sci di fondo, una disciplina “part time” quindi molto può semplice da gestire».

Come recita il detto “il frutto non cade mai lontano dall’albero”, la figlia di Adriana è Alice Vegliach, anche lei laureatasi campionessa triestina di fondo e già inserita in passato nella rappresentativa regionale.

«Alice ha fatto cinque anni di gare con il Comitato Fisi. Una volta che raggiungi quel livello si giunge ad un bivio: o si entra in un corpo militare per diventare professionisti oppure il 98% lascia per mancanza di stimoli e per assenza di supporto economico. Mia figlia ha quindi deciso di dedicarsi agli studi, percorso che sta per concludere visto che le manca solamente la tesi per laurearsi in Data Science and Scientific Computing».

Una famiglia di sportivi, dunque, in cui anche il marito di Adriana, Roberto Vegliach, è uno dei volti noti dello sci di fondo locale. Senza assolutamente dimenticare il padre, Sergio De Bernardi, un fuoriclasse del ciclismo e della corsa. «Credo sia stato lui a tramandarmi i geni per amare così tanto lo sport. Nella mia vita ho svolto anche gare di mountain bike, triathlon sprint, winter triathlon (corsa, bicicletta e sci di fondo, ndr), sci alpino. Ma le passioni più grandi rimangono la corsa e naturalmente lo sci nordico. Cosa mi piace dello sci di fondo? È uno sport che unisce la fatica della corsa con la componente tecnica. Non si finisce mai di imparare e quindi migliorare, bisogna sempre pensare a quello che si fa, più che in altri sport. E poi da quando ero piccola ho sempre amato la neve: quando i miei genitori mi portavano via dalla montagna piangevo disperata».

Dal 1990 al 2022, Adriana De Bernardi è salita per 19 volte sul gradino più alto del podio dei campionati provinciali triestini: un record difficilmente battibile.

«Quest’anno speravo vincesse qualche giovane atleta dello Sci club 70. Giulia Misan, nata nel 2003, è stata l’unica a tenermi testa. Durante la gara attendevo che mi superasse, ma quando ho visto che riuscivo a tenerla dietro di me mi è “toccato” vincere per la 19ª volta».

Direttore sportivo e tesoriera della Settanta, Adriana De Bernardi, oltre ad essere un’icona dello sport femminile triestino, è una fedele portabandiera del sodalizio di via Felice Venezian. «Milito in questo club da 30 anni. Sono cresciuta durante l’era del presidente Livio Manzin ed ora faccio parte del consiglio direttivo sotto la direzione di Roberto Andreassich. Negli anni Novanta era un club serio ma quasi a conduzione famigliare. Sicuramente oggi la Settanta è un sodalizio molto più organizzato e attento ai dettagli rispetto al passato. Un’evoluzione che ha interessato molti club sportivi, di cui lo Sc 70 è sicuramente un esempio lampante visti i risultati ottenuti».

C’è da chiedersi se verrà mai il giorno in cui Adriana De Bernardi si darà una... calmata.

«Mai? No, non lo so. In questo momento non mi vedo ancora pronta a poltrire su un divano. Ho ancora tanta energia e finché il mio corpo è con me voglio togliermi ancora tante soddisfazioni personali. Magari raggiungendo nel 2023 il 20° titolo triestino di sci di fondo». —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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