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Olimpiadi, pagelle Italia sport per sport. Atletica e pesi top, fallimenti volley, pallanuoto e tiro a segno

PAGELLE ITALIA OLIMPIADI TOKYO SPORT PER SPORT

Arrampicata sportiva, 5: nessun azzurro qualificato in finale. Ci si attendeva molto di più da Laura Rogora, considerata anche una outsider per le medaglie. Karate a parte, l’Italia non ha raccolto nulla dai nuovi sport olimpici.

Atletica, 10 e lode: ancora fatichiamo a credere che siano arrivati cinque ori. Solo gli Stati Uniti hanno fatto meglio, per rendere l’idea…L’era della rassegnazione e dei piagnistei è alle spalle. Il vento è cambiato, si lavora diversamente ed i risultati arrivano. I trionfi di Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi hanno dato il via ad una spirale vincente. Ed il fermento nelle categorie giovanili lascia immaginare che non sia stato un evento episodico.

Basket 3×3, 6: le azzurre non hanno mai davvero dimostrato di potersi giocare una medaglia. La qualificazione aveva già rappresentato un successo.

Beach volley, 7: Lupo-Nicolai si sono confermati i fari di un movimento in cui si sta lavorando bene e presto si vedranno i frutti, almeno in campo maschile. Preoccupano invece le donne: Menegatti-Orsi Toth faticano da anni, alle loro spalle c’è poco o nulla.

Canoa velocità, 7,5: l’argento di Manfredi Rizza (fa ancora male quell’oro perso per 45 millesimi…) riporta una medaglia dopo 13 anni, ma ancora non può bastare. A differenza del canottaggio, in questo sport è ancora troppo marginale il ruolo dell’Italia. E gli attesi Burgo-Beccaro sono apparsi regrediti rispetto ai Mondiali 2019.

Canottaggio, 8: finalmente la medaglia d’oro dopo 21 anni, per di più ottenuta in campo femminile dalle splendide Rodini-Cesarini. Al dt Cattaneo ne sono successe di tutti i colori: la positività al Covid di Bruno Rosetti, il problema al filaremo del 4 di coppia mentre era lanciato verso l’oro, l’invasione di corsia della Gran Bretagna mentre il 4 senza era in nettissima rimonta…Un oro e un bronzo vanno dunque considerati un bottino importante, certo che con un pizzico di fortuna in più…

Ciclismo su strada, 6,5: la sufficienza piena arriva grazie al bronzo di Elisa Longo Borghini. In campo maschile l’Italia fatica da troppi anni nelle corse di un giorno con salite selettive (ad esempio la Liegi-Bastogne-Liegi), dunque era prevedibile che gli azzurri rimanessero distanti dalle posizioni che contano. Ancora oggi non ci spieghiamo la motivazione di un percorso così impegnativo per la cronometro: Filippo Ganna è stato penalizzato oltremodo, ma si è rifatto con gli interessi in un altro contesto…

Ciclismo su pista, 8: un oro e un bronzo, si è fatto ancora meglio di Rio 2016. Filippo Ganna ha conquistato con il quartetto l’unico oro che gli mancava in un palmares che, a soli 25 anni, è già da leggenda assoluta. Elia Viviani ha arpionato un bronzo preziosissimo, che vale ancor di più da portabandiera. Hanno deluso le donne, inutile girarci attorno. Non va bene nascondersi dietro la giovane età: almeno una medaglia tra madison ed omnium era attesa, avevano più volte dimostrato di valerla tra Europei e Mondiali.

Mountain bike, 4: Olimpiade da dimenticare, azzurri mai protagonisti e regrediti rispetto al recente passato.

Bmx, 4: sport dove l’Italia continua a recitare da assoluta comparsa. Eppure assegna medaglie olimpiche come le altre…

Ginnastica artistica, 8: bilancio più che buono con l’argento agognato di Vanessa Ferrari e lo storico quarto posto della squadra femminile. E dire che mancava un pilastro come Giorgia Villa. Marco Lodadio ha pagato una condizione non ideale dopo l’operazione alla spalla, eppure ci sentiamo di dire che la prossima sarà l’Olimpiade degli uomini per la ginnastica…

Ginnastica ritmica, 8,5: le Farfalle tornano meritatamente sul podio dopo l’amaro quarto posto di Rio 2016. Hanno letteralmente incantato. Storico anche il 6° posto di Milena Baldassarri nella gara individuale.

Golf, 6: senza infamia e senza lode gli uomini, con troppi alti e bassi per Migliozzi e Paratore. Ancora troppa fatica in campo femminile.

Judo, 7: stesso bottino di Rio 2016 per numero di medaglie, ma di metallo meno pregiato. Due bronzi, uno atteso (Giuffrida) ed uno sorprendente (Centracchio). Ma non può passare inosservata la delusione di Manuel Lombardo, n.1 del ranking mondiale dei -66 kg ed una delle carte azzurre più importanti di tutta l’Olimpiade.

Karate, 8: apparizione fugace, purtroppo, per questo sport. Una vera e propria toccata e fuga, perché già a Parigi non sarà più presente. Luigi Busà si è confermato il n.1 della categoria n.75 kg di kumite, il bronzo di Viviana Bottaro nel kata era molto probabile e l’azzurra non ha fallito. Peccato per Silvia Semeraro, aveva il potenziale per finire sul podio.

Lotta, 6,5: le attese erano altre, ovvero tornare in Italia con l’oro di Frank Chamizo. L’italo-cubano, come a Rio, si è arenato in semifinale e ci ha pensato Abraham Conyedo a salvare il bilancio con un bronzo prezioso.

Nuoto, 8: sei medaglie come a Sydney 2000, tra l’altro ottenute con le punte in condizioni tutt’altro che ideali (Quadarella e Paltrinieri) o addirittura non pervenute (Panziera). Alcune medaglie pesano tantissimo, su tutte quelle delle staffette 4×100 sl e, soprattutto, 4×100 mista. Il movimento gode di ottima salute, ma è innegabile che sia mancano l’oro. Nel prossimo triennio occorrerà lavorare per presentarsi a Parigi con 2 o 3 nuotatori in grado di vincere.

Nuoto di fondo, 7,5: il bronzo di un immenso Paltrinieri non deve nascondere che il settore maschile boccheggia da anni e solo l’arrivo di un fuoriclasse dal nuoto in corsia ne ha camuffato le crepe evidenti. In campo femminile c’è qualche ricambio in più per Rachele Bruni.

Nuoto sincronizzato, 7,5: tra infortuni e Covid, le azzurre hanno vissuto mille peripezie. Il quinto posto nella gara a squadre è un risultato che ripaga di tutto.

Basket, 8: l’Italia ha compiuto una impresa memorabile conquistando la qualificazione a Belgrado contro la Serbia. Ai Giochi gli azzurri hanno sconfitto Germania e Nigeria, mentre ai quarti di finale si trovavano in parità a 3 minuti dalla fine contro la Francia, poi futura finalista. Gli uomini di Sacchetti si sono spinti oltre i propri limiti, consapevoli che in futuro potranno continuare ad essere protagonisti con costanza.

Pallanuoto, 3: Il Settebello non ha mai davvero convinto nel girone eliminatorio, poi si è sciolto completamente contro la Serbia ai quarti. La squadra non è giovanissima (in particolare preoccupa l’età dei centroboa) e l’oro ai Mondiali 2019 potrebbe venire ricordato come l’ultimo squillo di questa generazione. Di sicuro si impongono riforme importanti da parte della Federazione: non dimentichiamoci che il Setterosa non si era neppure qualificato (ed il 3 in pagella è dovuto anche a questo).

Pallavolo, 4: in campo maschile si è fatto affidamento ad una squadra perlopiù vecchia e stanca (tranne qualche eccezione), ormai alla fine della corsa. I ricambi però non mancano e l’Italia potrà tornare competitiva prima di quanto si pensi. Senza scusanti, invece, la compagine femminile: Mazzanti non ha saputo plasmare una rosa da medaglia d’oro ed uscita addirittura ai quarti di finale quasi senza lottare.

Pentathlon, 6,5: come quattro anni fa a Rio con Riccardo De Luca, il podio viene soltanto sfiorato da una Alice Sotero che avrebbe davvero meritato una medaglia. Peccato per Elena Micheli, eliminata per un rifiuto del cavallo nell’equitazione proprio mentre si trovava in grande rimonta. Preoccupa la totale assenza di azzurri in campo maschile.

Sollevamento pesi, 9: dopo l’atletica, si tratta della rivelazione più grande. Puntavamo ad una medaglia, ne sono arrivate addirittura tre. Se Nino Pizzolato, bi-campione d’Europa in carica, era atteso, hanno stupito piacevolmente Mirko Zanni e Giorgia Bordignon. E attenzione perché stanno arrivando talenti come Giulia Imperio e Davide Ruiu (già 6° a Tokyo a soli 8 kg dal bronzo…). L’auspicio è che questo sport non venga escluso dal programma olimpico di Parigi 2024.

Boxe, 6: Irma Testa torna in Italia con una storica medaglia di bronzo, la prima in campo femminile. Eppure c’è la sensazione di aver mancato una grande occasione: l’azzurra aveva tutto per vincere l’oro ed aveva già eliminato due avversarie temibili. Le altre italiane hanno dovuto fare i conti con tabelloni eccessivamente complicati. Si è parlato troppo poco, infine, della ‘zero’ assoluto in campo maschile in termini di qualificati: una macchia incancellabile. Come avrete intuito, la boxe non ci ha convinto.

Scherma, 6,5: è la grande sconfitta di queste Olimpiadi, ma porta comunque a casa cinque medaglie (solo il nuoto ha fatto meglio). Con l’aggiunta di due prove a squadre si erano fatti voli pindarici esagerati. La verità è che l’Italia resta competitiva in tutte le armi, ma senza poter più contare su autentici fuoriclasse che possano garantire una vittoria sicura o, almeno, molto probabile (come lo erano Vezzali, Trillini e Di Francisca). Gli schermidori attuali possono vincere come venire subito eliminati. In tre anni, verso Parigi 2024, si potrà lavorare a dei correttivi, ma non ad una rivoluzione.

Skateboard, 5: altra nuova disciplina dove l’Italia si è limitata a partecipare, senza velleità di medaglia.

Softball, 5,5: le azzurre dominano da anni in Europa, ma in Asia ed America il livello è due spanne superiore. Perdono tutte le partite, poteva starci. Fa male però aver realizzato appena un punto in cinque match: il line-up tricolore non ha mostrato il suo vero potenziale.

Equitazione (completo), 6: una Olimpiade discreta, conclusa con il settimo posto della squadra. Il dressage resta il tallone d’Achille che mina qualsiasi velleità di medaglia.

Equitazione (completo), 2: Emanuele Gaudiano subito eliminato e tra gli ultimi in classifica in qualificazione. L’ultimo pass olimpico della squadra risale ad Atene 2004. L’anonimato continua…

Equitazione (dressage), 4: Francesco Zaza non ha lasciato tracce, ma per l’Italia è stato già molto ottenere un pass in una specialità storicamente nemica.

Surf, 6: Leonardo Fioravanti è stato fortunato nel venire ripescato per i Giochi. Non ha sfigurato, concludendo la sua avventura agli ottavi di finale.

Taekwondo, 8,5: Vito Dell’Aquila, qualche giorno prima di partire per il Giappone, ci aveva rivelato che “vado a Tokyo solo per vincere“. Una mentalità da campione ed il risultato lo conoscete tutti…Grande delusione per Simone Alessio, rimasto a mani vuote nonostante un tabellone non impossibile. Su questi due talenti bisognerà cercare ora di allargare la base.

Tennis, 6: Camila Giorgi ha tenuto alto l’onore dell’Italia arrampicandosi fino ai quarti di finale. Per il resto una collezione di eliminazioni premature in campo maschile e con i doppi. La sensazione è che le Olimpiadi continuino a non fare breccia nei cuori dei tennisti.

Tennistavolo, 5: una sola italiana qualificata, già un passo avanti rispetto al nulla di Rio 2016. Ma Debora Vivarelli è uscita subito, portando a casa appena un set.

Tiro a segno, 3: l’Olimpiade del post-Campriani è da dimenticare completamente. Neanche una finale conquistata, la sola Sofia Ceccarello, 18 anni, ci è andata vicino. Per fortuna i giovani non mancano, ma andranno gettati subito nella mischia per sperare di averli pronti a Parigi 2024.

Tiro a volo, 5,5: la cuccagna di Rio 2016 (2 ori e 3 argenti) è un lontano ricordo. Questa volta matura un solo argento con Diana Bacosi. Per il resto delusioni in serie, su tutte la portabandiera Jessica Rossi. L’Italia ha perso il ruolo di leader in questa disciplina, urge correre ai ripari.

Tiro con l’arco, 8: le prove a squadre erano andate decisamente male, tuttavia gli azzurri si sono riscattati nelle gare individuali. Le medaglie di Lucilla Boari e Mauro Nespoli pesano tanto e rilanciano un movimento che aveva dovuto incassare la mancata qualificazione della squadra maschile: un brutto colpo che è stato attutito da due podi inattesi.

Triathlon, 5,5: brava Alice Betto, settima. Eppure in questo sport l’Italia resta sempre a bagnomaria, senza riuscire mai ad effettuare il salto di qualità per giocarsi le medaglie.

Tuffi, 5: Elena Bertocchi e Chiara Pellacani si sono giocate la medaglia sino all’ultimo tuffo nel syncro da 3 metri. Per il resto, poco o nulla. Il post-Tania Cagnotto si fa sentire, ma anche in questo caso non mancano forze fresche su cui lavorare.

Vela, 8,5: finalmente l’agognato oro che mancava dal 2000. Ruggero Tita e Caterina Banti si sono confermati i numeri uno della classe Nacra17. Silvia Zennaro e Mattia Camboni devono maledire la partenza falsa nella Medal Race che ha infranto il sogno di una medaglia: soprattutto il laziale aveva dimostrato di meritarla.

Foto: Lapresse

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