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Tiro a segno, Valentina Turisini: “Monna un talento, Ceccarello una forza della natura; Zublasing vive un momento difficile”

Una visione a 360°. Valentina Turisini, direttore sportivo della nazionale italiana di tiro a segno e rappresentante dei tecnici nazionali nella Giunta del CONI, ci porta dentro la sua squadra offrendoci una fotografia complessiva delle realtà di pistola e carabina. Essere la responsabile di un gruppo che al proprio interno ha persone con età, obiettivi e prospettive differenti non è una cosa facile in generale e in particolare in questo momento, ma dalle sue parole si capisce la lucidità con la quale sta provando a gestire tutto.

Si interfaccia con i tecnici, cerca la giusta empatia con gli atleti e intanto pensa al futuro. Un domani che inevitabilmente rivolge il suo mirino verso Tokyo 2021 andando alla caccia di nuove sfide. Di seguito l’intervista che ci ha rilasciato.

PRESENTE, PASSATO E FUTURO
L’attività di coordinamento

“Il tiro a segno in questo momento sta vivendo le difficoltà comuni a tutte le discipline sportive. La stagione era cominciata, poi c’è stato questo lockdown e tutto si è fermato. Quello che possiamo fare in questo periodo è lavorare a distanza: ci siamo concentrati sia sulla parte fisica sia sulla parte psicologica del programma d’allenamento adoperandoci anche con dei simulatori di scatto, anche se non è facile perché nell’ambiente domestico non tutti hanno almeno dieci metri di spazio per ricreare una linea di tiro e così facendo si rischia, più che altro, di ‘allenare l’errore’.
La cosa che manca molto è il poter stare insieme fra gare e raduni, per questo organizziamo delle chiamate su Zoom nel quale cerchiamo di mantenere vivo il meccanismo di gruppo che si era creato”.

L’attività di base
Stare insieme, fare gruppo: tutti momenti e attività che si vivono al meglio all’interno di un poligono, cosa che inevitabilmente la nazionale vorrebbe tornare a vivere, non dimenticandosi però dell’attività di base: “Auspichiamo che i poligoni vengano riaperti per tutti, non solo per i cosiddetti atleti di alto livello o d’interesse nazionale. I tiratori che oggi sono in nazionale sono i bambini che ieri si sono avvicinati al nostro sport. Questo aiuterebbe le Sezioni TSN in un momento economicamente difficile, anche perché tenere aperto un impianto ad uso esclusivo di un’atleta della nazionale, che svolge il suo allenamento e poi se ne va, richiede un esborso economico elevato. E’ il classico gioco che non vale la candela: e questo non lo dico solo da direttore sportivo dell’Unione Italiana Tiro a Segno, ma anche da rappresentante dei tecnici nazionali di tutte le discipline sportive all’interno della Giunta CONI. Il mio discorso può essere traslato a una piscina per i nuotatori o a una palestra per i ginnasti. Va allargata la visione: non dobbiamo commettere l’errore, come Italia, di pensare solo al calcio o agli sport olimpici”.

La percezione dell’emergenza
Quando “scoppia la bolla” in Italia la nazionale azzurra si trova a Wroclaw (in Polonia), dove si stanno svolgendo gli Europei a 10m che quest’anno hanno messo in palio, oltre agli allori continentali, anche i pass di qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020: “La manifestazione in Polonia è finita il 2 marzo, sino ad allora abbiamo seguito la vicenda con qualche aggiornamento letto su internet o recepito dalle tv locali. Le informazioni però erano un po’ confuse, non si capiva granché. Non vi nascondo che anche le altre delegazioni vivessero quel momento come noi, anche se poi la disputa vera e propria delle gare ha preso il sopravvento su tutto”.

Il calendario 2021: verso i Giochi di Tokyo
“Il rinvio delle Olimpiadi, dopo un periodo di indecisione nel quale anche la ISSF (Federazione Internazionale degli Sport di Tiro, ndr) continuava a cancellare gare ma non sapeva bene come fare da tramite di notizie tra le singole federazioni e il CIO, è stata accolta con sollievo. Facendo i conti all’interno della nostra squadra, posso ritenermi soddisfatta: abbiamo ottenuto già 5 carte, lo stesso numero dei Giochi di Rio 2016, senza poter contare su un certo Niccolò Campriani e con una squadra molto giovane. Non dimentichiamoci, fra l’altro, che il Continente europeo ha ancora una decina di carte da assegnare con un evento che si sarebbe dovuto tenere a Plzen nel prossimo mese di maggio: vedremo quando si svolgerà. Vorremo farci trovare pronti per aumentare i numeri del nostro contingente verso Tokyo”.


LE SQUADRE

PISTOLA

Sara Costantino e le juniores: c’è vita sul pianeta della pistola femminile
“Le ragazze della selezione juniores negli ultimi due o tre anni stanno facendo qualcosa di straordinario, come dimostra peraltro l’argento a squadre vinto agli ultimi Europei. Ci abbiamo investito tanto e i risultati ci stanno dando ragione, non posso che ringraziare un tecnico del valore di Sabine Marta per questo.   
Per quanto riguarda Sara Costantino invece posso dirvi che è una tiratrice ancora un po’ ‘verde’ per certi aspetti, ma sono sicura che farà strada. Anche in questo caso lavorare con allenatori come Roberto Di Donna, per la precisione dai 10m, e Ralf Schumann, per la velocità nella gara a 25m, la sta sicuramente aiutando. Mi dà grandi speranze per il futuro e speriamo di poterla vedere su un palcoscenico importante”.

Il giovane e il veterano: i momenti di Paolo Monna e Giuseppe Giordano nella pistola maschile

“Paolo Monna ha un talento eccezionale, che aveva dimostrato già in tenera età. L’anno scorso la sua stagione poteva essere migliore, anche se ai Giochi Europei di Minsk ha comunque disputato una finale che poteva fargli e farci ottenere il pass verso Tokyo. Sta dimostrando tutto il suo valore come ha fatto vedere a Wroclaw, dove in una gara complicata si è guadagnato sia una medaglia sia la carta olimpica.
Pino (nome abituale con cui tutti chiamano Giuseppe Giordano, ndr) ha disputato un buon Europeo: mi è piaciuto, è in crescita. Si sta ritrovando dopo un periodo difficile e per lui questa interruzione, a livello sportivo, è un peccato. E’ un atleta d’esperienza, ha messo a posto alcune cose che non funzionavano e ora ha metabolizzato al meglio anche l’assenza della gara di pistola libera dal programma olimpico. Per noi la cancellazione di quella gara è stata sicuramente una brutta notizia, ma io per natura guardo sempre avanti: ho personalmente combattuto perchè ciò non avvenisse, ma ormai è successo, dobbiamo pensare al domani sportivo. Mi auguro che questo in futuro ci possa dare la possibilità, magari, di poter sviluppare dei ragazzi polivalenti: in grado di competere sia dai 10m con l’aria compressa, sia dai 25m nella pistola automatica. Un ragazzo come Dario Di Martino, ad esempio, che quando era uno juniores ha portato avanti questo discorso per un po’ di tempo deve tornare, e lo sta già facendo, a percorrere la strada della duttilità. Va ricercata una nuova dimensione: sappiamo che sarà difficile, anche perché vi sono aspetti tecnici e di individuazione degli impianti d’allenamento da individuare, ma bisognerà provare a farlo”.

Una realtà consolidata: lo spessore di Riccardo Mazzetti nella gara di pistola automatica
“Riccardo si è allenato in Germania con Ralf Schumann: è un professionista eccezionale e ora è sicuramente una delle punte della nazionale. Spero che in futuro ci dia una mano coi giovani, per trovare qualche ragazzo propenso a intraprendere il percorso in una specialità particolare e molto imprevedibile. Una volta in Italia eravamo più dietro, ora con gli insegnamenti di Ralf e l’esperienza maturata da Mazzetti e dagli altri componenti della squadra di automatica il know-how è aumentato”.

CARABINA

I tre moschettieri: Marco De Nicolo, Lorenzo Bacci, Marco Suppini

“Partiamo da Marco De Nicolo: lui si sarebbe giocato il posto in squadra verso Tokyo durante questa stagione: sia nel Test Event di aprile sia nel corso dell’appuntamento continentale di Plzen. Per nessuno il biglietto sull’aereo verso il Giappone sarà scontato, bisognerà guadagnarselo sul campo, anche perchè Suppini e Bacci hanno più ambivalenza rispetto a Marco e sanno sparare bene anche nella gara ad aria compressa. Questo è un accordo chiaro che avevano fra di noi, con lui e con gli altri due. A Tokyo andranno i due più forti, quindi è chiaro che la possibilità di dare una destinazione diversa alla terza carta di carabina esiste; anche se con le ultime regole stilate dalla ISSF, il pass olimpico si potrà utilizzare solo da uomo a uomo o da donna a donna per evitare di allargare eccessivamente il campo delle formazioni partecipanti alle gare di Mixed Team”.

Due tiratrici agli antipodi: Petra Zublasing e Sofia Ceccarello

“Petra sta sicuramente attraversando un momento molto difficile. Rispetto al quadriennio che ci ha portato a Rio 2016, le sue prestazioni purtroppo sono sottotono. In questo momento sta cercando di trovare un equilibrio totale diverso, che non riguarda solo gli aspetti legati al tiro a segno: ci spiace vedere che faccia fatica ad essere all’altezza delle sue stagioni migliori, speriamo possa rialzarsi.
Passando invece alle cose che riguardano Sofia Ceccarello, posso dirvi che lei è davvero una forza della natura: siamo soddisfatti del percorso fatto finora, che comprende anche l’esordio nella Coppa del Mondo assoluta. Penso che in futuro sentirete parlare di lei”.

UNO SGUARDO AL DOMANI

Finalmente i Mondiali a cadenza annuale

“Questa innovazione era molto attesa e ci fa piacere che possa essere introdotta, al netto del fatto che andrà capito da quando, vista la situazione in cui ci troviamo e il naturale rallentamento di tutte le attività. Oltre a questo bisognerà vedere in quali impianti verranno ospitate le gare: si dice che ci possa essere anche la possibilità di un Mondiale diviso. Il tiro a volo in un impianto, il tiro a segno in un altra location: sappiamo che non è sempre facile trovare complessi che possano ospitare tutte le discipline. 
La cosa importante è che si possa creare maggiore visibilità per il nostro sport, con chiarezza: abbiamo un calendario in realtà già molto fitto nel pieno delle nostre stagioni, con gare ai quattro angoli del globo, e questa introduzione andrebbe a riempire ancora di più le annate sportive.
Il tutto va ben ponderato, ma la cosa importante è che se ne parli: la cadenza annuale, per noi del tiro a segno, ci consentirebbe di vivere questi appuntamenti iridati con meno stress rispetto a quanto avviene ora con un Mondiale ogni quattro anni”. 

michele.cassano@oasport.it

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Foto: UITS

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