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Elegar: "La chimica della Unahotels è magica"

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Elegar:

REGGIO EMILIA. Rifarebbe in pieno la scelta estiva di sposare il progetto della Pallacanestro Reggiana, il centro Frank Elegar dominante sotto i tabelloni nell’anticipo di sabato contro Brescia.
«Sono soddisfatto della scelta che ho fatto - ammette l’ex Milano -la chimica con i miei compagni è magica, ottima anche fuori dal campo e questo aiuta anche ad essere una squadra migliore sul parquet».
Sente di avere la fiducia del coach?
«Il mio rapporto con coach Antimo è ottimo, anche perché è una persona aperta e un grande comunicatore. Parliamo quotidianamente e, oltre agli aspetti tecnico-tattici, ha sempre una buona parola che può aiutarti anche fuori dal campo. Sono sempre stato un giocatore che cerca di dare il buon esempio ai compagni e il coach mi sta spingendo ad essere ancora di più uno che fa sentire la sua voce».
Come ha ritrovato il campionato italiano di serie A? Più o meno competitivo rispetto al passato?
«È difficile fare un paragone tra il livello della Serie A quando ero a Milano e quello attuale. All’epoca c’erano squadre molto forti che adesso sono più deboli e viceversa. Però, se analizziamo il campionato nel suo complesso, indubbiamente quest’anno ci sono grandi giocatori e anche tanti giovani talenti che stanno mostrando un notevole potenziale, quindi credo si possa affermare che la Serie A è un ottimo torneo».
Contro Brescia lei è stato decisivo a rimbalzo. Si sente supportato a sufficienza dai compagni di reparto sotto le plance?
«Contro Brescia ho disputato una gara solida, ma c’è sempre qualcosa che si può migliorare. Credo di aver svolto un buon lavoro nell’essere “un’ancora difensiva” e proteggere l’area, ma ci sono aspetti su cui posso dare un contributo maggiore come, ad esempio, essere ancora più continuo a rimbalzo e innalzare il mio livello di gioco offensivo correndo ancora di più in transizione e prendendo posizione profonda in post-basso. Sono metodi per riuscire a strappare qualche canestro facile nell’arco di una partita e fanno comodo soprattutto nei momenti in cui l’attacco è in difficoltà».
Come vede la sfida di domenica con Treviso?
«Abbiamo appena iniziato a prepararla, quindi è ancora presto per fare un esame dettagliato dei nostri avversari. Credo che la nostra priorità dovrà essere quella di ripartire dalla buona prestazione difensiva mostrata contro Brescia e, se possibile, fare ancora meglio».
Come sarà giocare completamente senza pubblico?
«Come tutti i giocatori, amo giocare di fronte ad un pubblico caldo e numeroso. Ho già avuto esperienza nelle gare a porte chiuse quest’estate nel finale di stagione con Malaga, in Spagna. Giocare senza pubblico è come farlo “a carte scoperte”: chi ne ha di più vince. Punto. Sicuramente, l’Unipol Arena è comunque un impianto dove si respira basket ed è molto bello giocarci, anche con tutte le limitazioni cui dobbiamo sottostare».
In serie A si moltiplicano i casi di positività al Covid-19. Questa situazione la preoccupa?
«Non sono spaventato dal Covid anche perché l’ho già contratto a marzo, senza conseguenze. Ovviamente, oltre a giocatori, siamo genitori e quindi la salute delle nostre famiglie è una nostra priorità. Allo stesso tempo siamo professionisti e il nostro compito in questo momento è svolgere il lavoro per cui siamo pagati e rispettare le scelte della Lega per cui giochiamo e della società per cui siamo sotto contratto».

 

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