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Vento, vela e onde: acrobazie sull'oceano. Un toscano di 17 anni sul tetto del mondo

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Vento, vela e onde: acrobazie sull'oceano. Un toscano di 17 anni sul tetto del mondo

Il vento e le onde. È un giovanissimo toscano l’astro nascente del kite-surf. Si chiama Andrea Principi, è di Cascina e ha 17 anni è già sul tetto del mondo di questa disciplina. E’ reduce da un prestigioso terzo posto nella Air Kite League in Sudafrica, a Città del Capo dove hanno gareggiato i 24 migliori atleti al mondo. Adesso si allena a Tenerife in vista dei prossimi impegni. Andrea, come è nata la passione per questo sport? «Fin da bambino ne sono rimasto affascinato; seguivo a bocca aperte le lezioni di mia madre, che è appunto istruttrice proprio di kite surf, al Calambrone, e quando vedevo gli atleti volare rimanevo a bocca aperta e sognavo di praticare io stesso questa disciplina. Così, non appena ho raggiunto l’età giusta, ho iniziato subito, facendo il corso con mia madre; all’età di 8 anni ho iniziato a guidare la vela, poi ad 11 sono passato alla disciplina vera e propria».

A livello di sensazione cosa ti regala questo sport?

«Praticare il kite surf è bellissimo; fin da quando ho iniziato ho provato sensazioni stupende, senti la vela che ti tira, il vento ti porta con sé, una emozione indescrivibile, per capirla bisogna viverla».

Quanto è stata importante la tua famiglia?

«Il loro apporto è stato, ed è tuttora, fondamentale, al di là di qualche ovvia diversità di vedute. Sono stati loro a pagarmi i primi viaggi, di fatto erano i miei sponsor, e continuano a farlo. Non smetterò mai di ringraziarli per avermi sempre supportato. Mia madre poi è la mia allenatrice, con gli istruttori delle due palestre Paolo Cristofari della CrossFit di Livorno e Samuel Franco, detto “Sammy” di Cascina».

Quanto ti impegna il programma di allenamento?

«Ti porto ad esempio la mia giornata di ieri; mi sono svegliato alle 9, ho mangiato e poi sono andato in acqua dove ho svolto due ore e mezzo di allenamento. Dopo pranzo, sono tornato in acqua per altre due ore e poi ho fatto allenamento in palestra, per circa 90’. La sera, poi, mi sono dedicato allo studio».

Quanto è difficile coniugare l’impegno agonistico con la scuola?

«Contemperare i due impegni non è semplice; per farlo serve tanta organizzazione, dividendo in modo ottimale la giornata e sfruttando al meglio i momenti morti. In generale, la mattina frequento la scuola, poi, se c’è vento, vado in acqua ad allenarmi, studio un paio d’ore e quindi mi reco in palestra».

La scuola ti aiuta in questa attività?

«Assolutamente sì; la devo ringraziare perché i professori mi stanno dando una mano, anche quando, come adesso, mi trovo all’estero. Sono molto flessibili, anche grazie all’ausilio delle nuove tecnologie».

Ti aspettavi di aver così tanto successo in questa disciplina?

«Francamente non pensavo di raggiungere questi ottimi risultati; all’inizio praticavo questo sport solo per passione, poi ci ho messo sempre più impegno ed ogni giorno imparavo nuove manovre che mi hanno portato sempre più alto. Ho fatto la prima gara mondiale senza troppe aspettative, invece è andata benissimo, da lì è iniziato il mio percorso agonistico».

Quali sono i tuoi prossimi impegni?

«Nel mese di aprile, a Leucat in Francia, poi a giugno sarà impegnato a Tarifa, in Spagna, per voi volare in Brasile, a settembre, prima ed in Sud Africa poi, nel mese di dicembre. Sostanzialmente in bel giro del mondo».

Il tuo sogno per il futuro?

«La mia speranza è che il kite surf diventi il mio lavoro, sarebbe bellissimo poter vivere di questa mia smisurata passione. A livello di risultati, invece, il mio sogno è quello di vincere la gara più importante, la “Red Bull King of the year” che si svolge in Sudafrica, a Cape Town, una sorta di campionato mondiale di specialità».

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