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Rugby, la stagione è già finita: "Decisione giusta ma arrivata tardi"

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Rugby, la stagione è già finita:

VENEZIA. Il giorno del Grande Stop ha il sapore amaro di certe medicine: non piace a nessuno, ma si sa che è per guarire e quindi si manda giù. Confermando quanto filtrato giovedì sera a margine del Consiglio Federale, la FIR ha ufficializzato nella mattinata di ieri la chiusura anticipata della stagione sportiva ad ogni livello, cancellando il 2019-2020 come era accaduto solo negli ultimi due anni della Seconda Guerra Mondiale. «Il nostro sport ha lanciato al Paese un messaggio pieno di coraggio, mettendo la salute davanti alle inevitabili ricadute di tipo economico» il commento di Alberto Marusso, presidente della Lafert San Donà, tra i primi a chiedere già da tempo quanto poi concretizzatosi. «La stagione è andata, ora valuteremo come gestire con giocatori e staff un passaggio che è davvero delicato, preparandoci alla prossima in un mare di incognite sia per la risposta delle famiglie, sia degli sponsor. Speriamo in misure di sostegno adeguate alla gravità del contesto, vogliamo tenere duro ma le previsioni sono davvero drammatiche, a tutti i livelli». Restando nel Top 12, anche il presidente Maurizio Piccin si allinea al collega biancoceleste: «La priorità era ed è la salute, questa decisione l’avrei preferita ancora tre settimane fa» conferma il massimo dirigente trevigiano. «Mogliano conferma la sua volontà di proseguire esattamente da dove siamo stati interrotti, ma è chiaro che serviranno interventi importanti da parte delle Istituzioni, che riconoscano il valore sociale della nostra attività. Credo il rugby italiano debba passare attraverso una profonda riflessione su se stesso, secondo una chiave di lettura che non potrà che essere quella della sostenibilità».

Scendendo in Serie B, Mirano si allinea totalmente: «Giusto così, anche se per noi la botta è duplice avendo giocato tutta la prima parte della stagione fuori casa per i lavori di sistemazione dell'impianto, quindi senza indotto per la Club House, il nostro primo sponsor» racconta il presidente Stefano Cibin. «Guardiamo al futuro con preoccupazione, ma speranzosi che la capacità di fare rete con il territorio, da sempre la nostra prima caratteristica, ci consenta di superare questo momento terribile». Lievemente diversa la posizione del Rugby Riviera: «Scelta inevitabile, ma che andava preceduta da un Comitato per la gestione dell'emergenza in grado di valutare scenari e ricadute» precisa il presidente Flavio Lupato. «Sportivamente rinunciamo a due potenziali promozioni, con la maschile e con la femminile, ma questo va ovviamente in secondo piano. Spero che la FIR provveda a misure straordinarie, partendo dall'azzeramento dei costi di affiliazione e tesseramento».

Anche per Luca Molin, numero uno del San Marco Veneziamestre, una decisione giusta ma tardiva: «Abbiamo perso almeno 20 giorni, uno stand by che comunque ha aggiunto costi ad una situazione già drammatica, con la club house chiusa dal 14 febbraio, un terzo delle quote di iscrizione non incassate ed i fornitori che ovviamente premono per i loro pagamenti. Ci attendiamo una manovra forte della FIR, in gioco c'è il nostro futuro, e non solo il nostro». —


 

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