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Un infarto a 17 anni da quello del fratello. Rugby in lutto per la morte di Franchini

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Un infarto a 17 anni da quello del fratello. Rugby in lutto per la morte di Franchini

CAMPOLONGO. Il cuore di Tiziano si è fermato, a 17 anni da quello del fratello gemello Simone. Ha ceduto dopo un momento di “sport”, proprio come nella tragedia nel passato, anche in questo caso tradendo l’immagine di un corpo forte e impenetrabile dal male. Ma non c’è solo un cuore fragile ad accomunare Tiziano e Simone: ora le loro ceneri si uniranno, e verranno cosparse sul prato del Western Sydney Stadium, lo stadio australiano a cui i due fratelli erano molto legati.

«Tiziano voleva così, era il suo unico desiderio: ritrovare il gemello che non aveva mai dimenticato», spiega la compagna Tamara.

IL MALORE DOPO LA PASSEGGIATA

Tiziano Franchini, 44 anni, originario di Campolongo, è morto l’altra sera. Alle 22.30 è rientrato a casa dopo l’abituale passeggiata della domenica ed è stato colto da un malore. «Lo abbiamo assistito fino all’arrivo dell’ambulanza, ma dopo cinque minuti di massaggio cardiaco il suo cuore si è arrestato per sempre», spiega la compagna Tamara, veterinaria, che viveva con lui e il figlio Simone a Bresega di Ponso (Padova).

«È morto come il fratello Simone. Non è morto in campo, ma i momenti sono stati praticamente gli stessi», continua Tamara in un dolorosissimo parallelo con il passato.

Il gemello Simone perse la vita in campo a Mirano, durante un match di rugby di serie B, per un arresto cardiocircolatorio. Era il 4 novembre 2005: l’allora 28enne, giocatore del Monselice, spirò sotto gli occhi del fratello Tiziano. Il giorno dopo sarebbe dovuto partire per l’Australia, per costruirsi una carriera da veterinario e da sportivo.

«Tiziano, dopo quanto accaduto, aveva svolto degli accertamenti: anche lui, come il gemello, era risultato affetto da miocardite». Un’infiammazione al cuore.

UNA VITA SPESA PER IL RUGBY

Questo ha condizionato la carriera di Tiziano, originario di Campolongo Maggiore, che ha un nome importante nel mondo del rugby. Era cresciuto al Cus Padova debuttando in A2 appena uscito dalle giovanili e giocando anche in massima serie nel 1998-99, insieme al fratello Simone. Da giocatore, era tallonatore e terza linea.

Oltre ad allenare nei settori giovanili in diverse società di rugby union (a 15), come Monselice e C’è L’Este, è stato tra i fondatori della Firl, la Federazione Italiana Rugby League, di cui è stato presidente e vice, spendendosi molto negli ultimi vent’anni per la diffusione del Rugby a 13 in Italia e organizzando le prime partite della Nazionale Italiana League proprio a Monselice nel 2006, nello stadio da poco dedicato a suo fratello, con cui aveva scoperto questa versione della palla ovale in Francia.

«Oggi è un giorno buio per la nostra Federazione» ha scritto ieri la Firl «Con lui muore un pezzo di storia del League italiano».

LE CENERI SULLO STADIO

Laureato in Giurisprudenza, da cinque anni aiutava la moglie come segretario nello studio veterinario di Bresega. Per suo volere, non sarà celebrato un funerale. Gli ex compagni stanno pensando a un ritrovo tra sportivi, molto probabilmente a una partita in sua memoria.

«Tiziano mi ha chiesto una sola cosa: di essere cremato, e di unire le sue ceneri a quelle del fratello. Le andrò a recuperare nel cimitero di Campolongo Maggiore e poi, sempre per suo volere, raggiungerò Paramatta, in Australia. Le spargerò sullo stadio, proprio come lui aveva chiesto». Uniti, per sempre, sul campo di gioco. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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