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Calcio, basket e pallamano a rischio: l’estate difficile del grande sport triestino

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Calcio, basket e pallamano a rischio: l’estate difficile del grande sport triestino

TRIESTE No, non è un brutto sogno. Di quelli che ti lasciano madido di sudore e angosciato al risveglio ma poi ti convinci che in fondo, passato l’incubo, anche oggi fuori c’è il sole. Nello sport triestino invece sono giorni di incubi ed eclissi. La Triestina ha 15 giorni di tempo per iscriversi al campionato di serie C ma dopo la morte del presidente Biasin è una disperata corsa contro il tempo per trovare le risorse. La Pallacanestro Trieste ha il contratto Allianz in scadenza a fine mese, venerdì è in agenda un’assemblea dei soci ma un budget per definire la squadra ancora non c’è. La Pallamano Trieste, conquistata la salvezza, sta cercando di trovare i mezzi per sopravvivere in serie A. Sono tre le realtà storiche dello sport triestino di vertice. Per motivi diversi sono tutte e tre in pericolo in quella che sarà l’estate più difficile per quella che - eppure - i numeri asssicurano essere la città più sportiva d’Italia. Appunto. Sportiva per movimento di base, quello che si nutre di entusiasmo e volontariato. Quando si tratta di mettere insieme budget e programmi gli scenari cambiano e si depone la corona. Stavolta allarmismo fa drammaticamente rima con realismo.

TRIESTINA La morte di Mario Biasin con il successivo blocco degli asset australiani a causa della procedura di successione mette la Triestina con le spalle al muro. L’amministratore unico Mauro Milanese e la famiglia Biasin stanno lavorando per trovare le risorse per rispettare le scadenze e consentire l’iscrizione. Il tempo, però è poco e Milanese sta cercando di ottenere una dilazione. L’attuale proprietà è disposta a vendere la Triestina pur di poterla salvare e mantenere la serie C ma bisogna individuare un soggetto affidabile e non è troppo lontano il tempo in cui dalle parti del Rocco si sono visti faccendieri e dirigenze improvvisate.

Oggi pomeriggio Mauro Milanese in una conferenza stampa farà il punto della situazione dopo aver intensificato i contatti - è nel calcio da 30 anni e per fortuna le conoscenze non gli mancano - per trovare una soluzione. 

BASKET La situazione della Pallacanestro Trieste, prossima orfana del marchio Allianz (anche se il colosso assicurativo darà comunque un appoggio ma con importi inferiori), è diversa da quella della Triestina ma non per questo è più radiosa. Premessa: che il 30 giugno 2022 l’accordo triennale con Allianz sarebbe scaduto lo si sapeva da un pezzo. Venerdì è in agenda l’assemblea dei soci che porterà a una ripartizione della quote in seguito all’ingresso del Gruppo Edilimpianti che però non acquisirà la maggioranza. Il CdA attuale vede Mario Ghiacci presidente (e general manager) con Marco Bono e Luca Farina come soci di maggioranza.

Il nuovo assetto dovrà dare la prima risposta: chi comanderà e deciderà ora? Con quale budget la PallTrieste vivrà la prossima stagione? Attenzione: non si parla solo di mercato dei giocatori ma dei fondi necessari per mandare avanti anche la macchina organizzativa e il settore giovanile. Finora a fronte dei 4 milioni necessari ci sarebbe una disponibilità - peraltro ancora virtuale - di 2,5 milioni. Sarebbero in arrivo nuovi sponsor, tra main e marchi secondari, ma i contratti dopo essere scritti devono anche venir firmati. Nel frattempo va completata la richiesta di iscrizione già avanzata.

L’allestimento della squadra, un particolare non proprio secondario, arriverebbe dopo. Anche questo aspetto, però, presenta un punto interrogativo. Nella PallTrieste - almeno in quella attuale - c’è una sola persona che, piaccia o meno, ha l’esperienza e la competenza per raddrizzare in poco tempo una barca in difficoltà: Mario Ghiacci.

Ha già gestito e superato due momenti di crisi del club biancorosso: quando ha dovuto ripartire da zero in A2 contando solo sulla disponibilità dei tifosi e quando ha fatto sopravvivere la PallTrieste alle incertezze del dopoAlma, un fulmine a ciel serenissimo. Anche Ghiacci però ha il contratto in scadenza il 30 giugno e non si è così scontato che sia disposto ad accollarsi una terza ripartenza con un programma presumibilmente votato alla sopravvivenza in austerity.

Primo paradosso: la società ha i conti in ordine e quindi avrebbe un potenziale appeal. Secondo paradosso: il 25 giugno l’Allianz Dome ospiterà Italia-Slovenia. Per una settimana Trieste sarà una capitale del basket con canestro in piazza dell’Unità d’Italia. Sarebbe un clamoroso spot per promuovere la città e la sua fame di pallacanestro. Già, ma chi lo farà? O lo vorrà fare?

PALLAMANO La Pallamano Trieste, 17 scudetti, ha faticosamente portato a termine la stagione centrando la salvezza nonostante gravi problemi economici. Nelle scorse settimane ha incaricato una società specializzata tedesca (che ha nell’ex portiere Niederwieser un esponente) di cercare di reperire risorse per il futuro.

Prima mossa: sondare il mercato locale. Ovvero provare a pescare lì dove già altri hanno dovuto ritirare le lenze. Un contesto non particolarmente munifico verso lo sport. Nel frattempo i giocatori più forti si stanno guardando attorno e preparano le valigie. In teoria la Pallamano Trieste avrebbe un possibile Piano B se non dovesse trovare i fondi: partecipare all’A2, un diritto conquistato sul campo grazie alla promozione della formazione cadetta. Ma neanche lì si gareggia gratis e sarebbe comunque ripartire da zero. Sarà un’estate maledettamente difficile.

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