Impianti sportivi di Trieste, scattano ingiunzioni per sei società indietro con le tariffe
TRIESTE. Brusca e striglia da parte del Comune sulle società sportive rimaste indietro nel pagamento delle tariffe relative all’utilizzo degli impianti dove svolgono le loro attività. Tema distinto da quello dei canoni, che invece erano stati azzerati causa pandemia. Non si può dire che si tratti di un’iniziativa inattesa, perchè sia l’assessore Elisa Lodi che gli uffici dell’Immobiliare avevano sollecitato a più riprese gli interessati a regolarizzare le posizioni.
Poi, negli scorsi giorni, l’accelerazione, contenuta nella determina 320/2022 intitolata “recupero entrate accertate e non riscosse per l’utilizzo e concessione degli impianti sportivi comunali”. Lo schema di gioco è molto semplice, contenuto in un paio di fogli firmati dal direttore del servizio Luigi Leonardi: sono partite sei ingiunzioni di pagamento a carico di altrettante società sportive debitrici, le quali, se non provvederanno al saldo nel giro di 30 giorni, si vedranno successivamente arrivare le cartelle di Esatto per la riscossione coattiva.
La stretta comunale riguarda i seguenti soggetti: l’associazione dilettantistica Pallamano Trieste per 97.909,65 euro; l’unione sportiva Triestina calcio per 69.646,07; il comitato regionale Fidal per 16.882,51; l’associazione dilettantistica Accademia pattinaggio artistico per 6.060,96; l’associazionedilettantistica Costalunga per 2.922,57 euro; l’associazione dilettantistica San Vito pallacanestro per 2.601,84 euro. Più o meno 200.000 euro da recuperare.
Gli impianti in questione sono rispettivamente il palaChiarbola “Giorgio Calza”, lo stadio “Nereo Rocco”, lo stadio “Pino Grezar”, il campo di Santa Maria Maddalena, il Pala Calvola “Atleti azzurri d’Italia”.
La minaccia delle cartelle spedite da Esatto è piuttosto dirompente ma da passo Costanzi non si vogliono trasmettere segnali bellici: se in questi 30 giorni le società si faranno vive per negoziare un piano di rientro, il Municipio terrà conto delle loro esigenze e delle criticità stagionali.
Agli uffici non sfugge che il periodo Covid abbia colpito la sostenibilità finanziaria di molte attività sportive, ma la civica amministrazione non può esimersi dal richiedere quanto dovuto, per due buone ragioni: perchè la Corte dei conti potrebbe chiedere il motivo dell’omissione, perchè altre società - in regola con le dazioni - avrebbero di che eccepire per il diverso trattamento.
La struttura amministrativa specifica la differenza - in precedenza accennata - tra canone e tariffa, ovvero tra soggetti che gestiscono gli impianti in regime di concessione e soggetti che utilizzano gli impianti gestiti direttamente dal Comune.
A dire il vero anche la Pallacanestro Trieste evidenzia un debito ammontante a 44.285,92 concernente la palestra di via Locchi, ma in questo caso - spiega la determina - si procederà con compensazione e in base al piano di rientro stabilito in sede di concessione dell’Allianz Dom.
Il patrimonio sportivo comunale è cospicuo, a sottolineare la diffusa pratica e la ricca articolazione associativa. Si parla di 46 impianti in concessione cui si aggiungono tre gestioni dirette. La classificazione prevede 5 complessi multi-disciplinari, 16 campi di calcio, 3 piscine, 3 campi di pattinaggio, 3 siti tennistici ... senza contare bocciodromi, hockey su prato, mountain bike, baseball.