EFC | La ripresa il 2 gennaio. Con il Frosinone una prestazione matura.
Riprenderà venerdì 2 gennaio la preparazione degli azzurri. Come noto, nel prossimo fine settimana il campionato osserverà una mini pausa invernale e lo staff tecnico ha concesso alcuni giorni di riposo alla squadra, permettendo ai calciatori di trascorrere il Capodanno con le rispettive famiglie. Alla ripresa dei lavori, l’attenzione sarà inevitabilmente rivolta alle condizioni degli elementi che nelle ultime settimane non sono stati a disposizione di Alessio Dionisi, a partire da Pietro Pellegri che, come già evidenziato, dovrebbe tornare regolarmente in gruppo. Da monitorare anche le situazioni di Lovato e Saporiti, che restano osservati speciali in vista della ripartenza. E poi Elia ed Indragoli, assenti ieri dell’ultimo minuto. Con l’inizio di gennaio, poi, si aprirà ufficialmente anche il capitolo legato al calciomercato, ma quello sarà un tema che affronteremo separatamente. L’Empoli arriva a questa sosta con il sorriso, perché il pareggio ottenuto ieri al Castellani contro il Frosinone ha lasciato segnali decisamente incoraggianti. Di fronte c’era la capolista della Serie B, una squadra reduce da cinque vittorie consecutive e in evidente stato di salute, come peraltro dimostrato anche sul campo. Gli azzurri, però, hanno disputato una prestazione di livello, probabilmente una delle più convincenti della stagione per interpretazione e lettura della partita. La vera forza dell’Empoli di Dionisi è stata proprio nella preparazione della gara. Gli azzurri hanno affrontato il match con umiltà, rispettando i valori espressi dalla classifica e adattandosi alle caratteristiche del Frosinone. La squadra ha compreso dove potesse nascere il pericolo e ha lavorato con attenzione per limitare le soluzioni tattiche più favorevoli ai ciociari, costruendo poi il proprio gioco sfruttando con intelligenza le verticalizzazioni. L’avvio non è stato semplice, anche per la necessità di prendere le giuste misure, e il Frosinone è stato bravo a colpire con una delle sue azioni più consolidate, trovando il vantaggio con Raimondo. A quel punto, però, è emersa un’altra qualità importante dell’Empoli: la maturità. La squadra non si è scomposta, non ha perso lucidità e ha continuato a seguire il piano partita preparato in settimana. Il pareggio è arrivato meritatamente sfruttando una palla inattiva: calcio d’angolo battuto da Ilie e incornata vincente di Marco Nasti, al terzo gol stagionale, il secondo consecutivo dopo quello realizzato a Mantova. Da lì in avanti, l’Empoli ha continuato a giocare una partita praticamente impeccabile senza palla, muovendola con qualità e creando diverse situazioni potenzialmente pericolose.
Se un rammarico va trovato – e lo abbiamo evidenziato anche con Dionisi nel postgara – è quello di non essere riusciti a capitalizzare la mole di gioco prodotta. A fronte di tante incursioni negli ultimi sedici metri, non si registrano infatti interventi particolarmente impegnativi per il portiere del Frosinone. Paradossalmente, l’occasione più nitida per vincere la partita l’hanno avuta proprio i ciociari nel finale, con Fulignati ancora una volta decisivo a salvare il risultato con una parata pesantissima. Al di là dell’episodio, resta una prestazione estremamente positiva sotto molti punti di vista, anche considerando le assenze di elementi importanti. Chi è sceso in campo non ha fatto rimpiangere i titolari, certificando come questo gruppo stia diventando sempre più squadra. Dionisi può contare su un collettivo affidabile, disponibile non solo dal punto di vista dell’atteggiamento e della maturità mentale, ma anche sotto il profilo tecnico. Positiva anche la gestione dei cambi, sia negli uomini che nelle scelte tattiche. Nel corso della gara l’Empoli ha cambiato assetto, avvicinando le due punte e rendendo il centrocampo più compatto, trasformando di fatto il modulo iniziale in una struttura più solida e funzionale alle esigenze del momento. La partita di ieri dice chiaramente che l’Empoli può recitare un ruolo importante in questo campionato di Serie B. Forse non è ancora il momento di pensare alle primissime posizioni, e del resto non è nemmeno l’obiettivo dichiarato della stagione, ma questa squadra ha le caratteristiche per competere contro chiunque. Ci saranno inevitabilmente giornate storte ed errori che potranno costare punti, come già accaduto, ma da quando Dionisi ha preso in mano il gruppo si stanno vedendo quelle qualità che ci aspettavamo. Continuiamo a parlare di “porta dei sogni” e non è affatto sbagliato farlo. Sognare non è un reato, soprattutto quando il campo restituisce prestazioni come quella vista contro la capolista. L’importante è restare con i piedi per terra, ma senza smettere di guardare in alto. Sicuramente la zona play-off deve rappresentare in maniera obbligatoria, quasi ossessiva, l’obiettivo minimo di questa stagione, ma da lì si può costruire anche qualcosa di più importante. La gara di ieri lo ha dimostrato in modo chiaro e netto.
Come detto, ma ci piace ripeterci, l’Empoli ha offerto una prestazione complessivamente molto solida contro la capolista del campionato, certificando una crescita che ormai non può più essere considerata episodica. Guardando alle prove dei singoli, senza troppi giri di parole, la palma di Man of the Match va ad Obaretin. Il difensore ex Bari ha disputato una gara davvero straordinaria. Ed è giusto sottolinearlo perché parliamo di un ragazzo che nelle prime uscite stagionali, soprattutto sotto la precedente gestione tecnica, aveva faticato molto ed era finito spesso nel mirino delle critiche. Oggi, invece, è un giocatore completamente diverso: cresce partita dopo partita e contro il Frosinone ha giocato una gara di livello altissimo. Ordinato, preciso, pochissimi errori e una gestione eccellente di un avversario tutt’altro che semplice. In più, quando palla al piede ha accompagnato l’azione offensiva, lo ha fatto con personalità, trascinando anche la squadra. Molto bene anche i due esterni di centrocampo. Moruzzi si conferma una delle sorprese più piacevoli di questo ultimo periodo: altro giocatore che inizialmente aveva lasciato più di un dubbio, ma che ormai da settimane sta offrendo prestazioni di categoria, mostrando continuità e maturità. Sull’altra corsia, in assenza di Elia, Ceesay ha interpretato un ruolo che nelle sue corde c’è sempre stato ma che in questa stagione aveva avuto poche occasioni di esprimere. Lo ha fatto con grande affidabilità, garantendo equilibrio e presenza in entrambe le fasi. Nota positiva anche per Lorenzo Tosto, che dopo il debutto di Indragoli della settimana scorsa, ha trovato finalmente spazio. La sua è stata una prestazione più che sufficiente, con qualche inevitabile sbavatura ma anche tanta attenzione e una gestione complessiva matura, riuscendo a limitare le offensive gialloblù. Qualcosina in più si poteva forse fare in mezzo al campo, reparto che non a caso sarà uno dei principali osservati speciali in vista dell’imminente apertura del mercato di gennaio. E proprio a proposito di singoli, una piccola “tirata d’orecchie”, dal sapore paterno e costruttivo, va fatta a Shpendi. L’albanese è encomiabile per voglia, intensità e qualità tecniche, ma deve crescere nel gioco di squadra, evitando a volte di intestardirsi in soluzioni individuali. Inoltre, per uno che di mestiere fa l’attaccante, serve un pizzico di cinismo in più sotto porta. Le qualità e l’intelligenza per fare questo salto, però, ci sono tutte e siamo convinti che ne beneficerà l’intera squadra. Di Fulignati abbiamo già detto; anche ieri decisivo! Capitolo a parte merita Alessio Dionisi. Bravo, bravissimo il tecnico azzurro. La partita è stata preparata e interpretata nel modo giusto. Dionisi ha trasmesso alla squadra un concetto chiaro: in questo momento il Frosinone sta meglio, è più avanti, e quindi l’Empoli doveva sapersi adattare senza rinunciare alla propria identità. Ed è esattamente ciò che è successo. Gli azzurri hanno rispettato l’avversario senza timori reverenziali, giocando una gara intelligente, matura, e dimostrando di poter competere con chiunque. Ottima anche la gestione dei cambi (compresi quelli forzati ad inizio gara) e la capacità di modificare l’assetto tattico a gara in corso. Si vede sempre di più la mano del tecnico, che forse non guida la stessa squadra della stagione trionfale di cinque anni fa, ma che allo stesso modo sta costruendo un gruppo solido, migliorando diversi singoli e facendo crescere l’identità collettiva.
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