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OBIETTIVO NAPOLI – Azzurri irriconoscibili in trasferta: infortuni, stanchezza e le scelte di Conte sotto accusa

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di Vincenzo Letizia

C’è modo e modo di perdere. E poi c’è il modo del Napoli di oggi: spento, fragile, quasi rassegnato. A Udine non va in scena solo una sconfitta, ma l’ennesima conferma di un malessere che non può più essere archiviato come semplice emergenza. Gli alibi, certo, non mancano: la lista degli infortunati è stata lunga come un rosario, le fatiche di Champions presentano sempre il conto, e il rientro di Lobotka e Gutiérrez non poteva bastare a rimettere in piedi una squadra visibilmente scarica. Ma i numeri, quelli no, non mentono mai: sei sconfitte esterne tra campionato ed Europa sono un campanello d’allarme che risuona come una sirena nella notte. Roba da metà classifica, non da Napoli che ambisce.

Per una volta, però, sarebbe ingeneroso – e forse anche comodo – scaricare tutto sulle spalle di Antonio Conte. Le responsabilità sono diffuse, stratificate, quasi strutturali. Eppure una domanda, semplice e brutale, resta sospesa nell’aria: con centrocampisti stremati e contati, davvero non c’era spazio nemmeno per mezzo tempo a Vergara? Un ragazzo che, nelle precedenti apparizioni, aveva portato energia, entusiasmo, persino qualche colpo di qualità. Contro un’Udinese di onesto cabotaggio, non il Real Madrid, il rischio era calcolato. Anzi, necessario.

Conte è un tecnico che vive di certezze e fedeltà, ma il calcio – soprattutto quello di oggi – non perdona l’ostinazione. In attesa dei rinforzi di gennaio, che dovrebbero arrivare dal primo del mese e non quando farà comodo, e del pieno recupero degli infortunati, non si può continuare a spremere sempre gli stessi uomini. Il campo, prima o poi, presenta il conto. E lo presenta salato.

Sul mercato, poi, aleggia una sensazione già vista: tante parole, poche date. Giovanni Manna predica prudenza, traccheggia, rinvia. Ma il tempo non è un alleato, e le urgenze non aspettano. Tempus fugit, dicevano i latini, e mai come ora il Napoli rischia di scoprirlo sulla propria pelle.

C’è infine un’altra considerazione, forse la più amara. A cinque giorni dalle finali di Supercoppa, presentarsi in condizioni così deficitarie è semplicemente inaccettabile. Il Napoli di De Laurentiis non ha una bacheca così affollata da potersi permettere di snobbare occasioni come la Supercoppa o la Coppa Italia. Certi treni passano raramente, e sputarci sopra è un lusso che questa storia non consente.

In fondo, il calcio è memoria e ambizione. E se è vero che “historia magistra vitae”, allora il Napoli dovrebbe ricordarsi che le stagioni si giudicano anche – e soprattutto – da come si affrontano le opportunità. Anche quando le gambe tremano. Anche quando la testa è altrove.

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