Maignan eroe. Inter, altro ko nel derby
L’Inter non riesce più a vincere un derby, sei partite consecutive senza la vittoria contro il Milan. Un racconto ormai basato sempre sul medesimo copione, i nerazzurri a fare la partita, con occasioni giganti ed il Milan che la spunta al primo tiro in porta.
Il primo derby della stagione metteva in palio punti importanti, dato che le prime in classifica continuano a correre. Tuttavia, sette squadre – considerano un’ipotetica vittoria del Como -, a prescindere da chi vincerà la stracittadina milanese saranno al termine della giornata racchiuse in altrettanti punti. Nerazzurri che arrivano alla sfida con i “cugini” con undici vittorie nelle ultime dodici gare. Nel primo tempo i nerazzurri costruiscono di più, andando vicini al gol in almeno due occasioni, ma non trovano il vantaggio. Nel secondo tempo la sblocca il Milan con Pulisic – su errore di Sommer -, alla prima vera occasione da gol. Poi Calhanoglu sbaglia dagli undici metri, il Milan vince il primo derby della stagione.
Senza reazione
Nella prima frazione l’Inter fa la gara, gioca bene mettendo alle corde il Milan, è solo un super Maignan a salvare i rossoneri dallo svantaggio. Gli uomini di Chivu fanno densità, trovando ottime trame di gioco che spalancano le porte a diverse occasioni potenziali, le più clamorose sono quelle di Acerbi e Lautaro. In apertura di secondo tempo dall’errore di Chala il Milan trova lo spiraglio per addentrarsi nella difesa nerazzurra, Sommer è colpevole e Pulisic fa uno a zero. Da quel momento i nerazzurri si affidando più a sortite individuali che ad un’organizzazione di gioco vera e propria, l’episodio per dirla tutta arriva anche, Pavlovic commette fallo su Thuram, causando un calcio di rigore netto. Dagli undici metri il turco incrocia, Maignan si distende e para.
Alla fine passano i rossoneri, rimpianti per la Milano interista per gran parte al comando – dal punto di vista del gioco – della gara.
Il Milan scrive 25, a -2 dalla Roma, Inter fermo a 24, raggiunto dal Napoli.
Maignan batte Sommer?
Sui social interisti, dopo la rete di Pulisic impazzano i commenti, al centro delle critiche finisce di nuovo l’estremo difensore nerazzurro. Sommer colpevole ancora una volta, dopo il grossolano errore sul tiro di Adzic a Torino, lo svizzero respinge male causando il vantaggio del Milan. Da quel momento i tifosi nerazzurri inondano i network di commenti, spiegando come la differenza tra Maignan e Sommer abbia deciso la gara. Il francese fa un miracolo su Lautaro e ipnotizza Chala dagli undici metri, una scena rivista poche settimane fa, quando fermando Dybala, aveva garantito i tre punti al Milan contro la Roma.
Parlando di statistiche, il portiere nerazzurro non para un rigore da gennaio 2024, quando durante Inter-Fiorentina, ipnotizzò Nico Gonzalez – parliamo di quasi due anni fa -. Al netto di tutto la richiesta pare essere chiara, i tifosi vogliono vedere all’opera Martinez, un investimento importante che quando ha giocato si è sempre ben distinto, un passaggio che prima o poi andrà fatto, ringraziando lo svizzero per quanto fatto in nerazzurro, ma ormai a 36 primavere – diventeranno 37 a dicembre -, è forse giunto il momento di cambiare.
Chivu, tra derby perso e novità per il futuro
Il tecnico è intervenuto dopo la partita analizzando la gara:
“Non è solo quello che abbiamo creato, ma la prestazione e l’attenzione da salvare, ci hanno fatto gol nell’unica occasione su un lancio lungo, ma il calcio è così. Ci hanno provato in tutti i modi, questo è lo spirito che voglio vedere, poi è normale che quattro sconfitte in dodici giornate sono troppe, però la classifica è ancora corta. Dobbiamo gestire bene la frustrazione, perché perdere una partita così può lasciare qualche segno”.
Poi sui singoli:
“Diouf è entrato bene, lui cerca sempre di entrare dentro al campo con il sinistro, quella posizione con il 4-4-2 lo ha visto fare qualcosina di buono. Siamo contenti di come si sta integrando. Avevamo bisogno di un giocatore che saltasse l’uomo. Lautaro sta bene, non posso cambiare i giocatori? è una scelta tecnica mia. – Su Sommer -, io non punto il dito, perché quando accade, c’è odore di fallimento. Non c’è un solo colpevole di questa sconfitta siamo tutti dentro”.

