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Roma sogna: a San Siro è l’ora della verità

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A dieci anni esatti dall’ultima volta, la Roma torna a San Siro, sostenuta da quasi quattromila tifosi, con la possibilità di ritrovarsi da sola in testa alla classifica. Il pareggio del Napoli contro il Como ha aperto uno scenario inatteso: stasera, vincendo contro il Milan, la squadra di Gasperini può scrivere una pagina storica di questo avvio di stagione.

Non sarà però una sfida qualunque. Davanti, la Roma trova il Milan di Allegri, in una partita che rappresenta molto più di un big match: è un test di maturità per due squadre diverse per filosofia ma simili per solidità, ambizioni e percorso. Entrambe segnano poco (14 gol i rossoneri, 10 i giallorossi), entrambe difendono bene (7 gol subiti contro 4), e tutte e due sono ancora alla ricerca di un centravanti che sblocchi definitivamente la stagione.

Allegri e Gasperini sono due poli opposti: il primo fedele al “corto muso”, il secondo profeta dell’“attacco continuo”. Eppure, la distanza si assottiglia quando si guarda la realtà del campo. Entrambi allenano squadre che si esaltano in trasferta e faticano contro le difese chiuse; entrambi si affidano alla genialità dei loro uomini migliori, Leao e Dybala, due talenti chiamati a fare da “mister Wolf” e risolvere problemi non sempre di loro competenza.

“Scudetto? Non partecipo a questi dibattiti. Napoli e Inter hanno qualcosa in più — ha detto Gasperini —, il nostro obiettivo è misurarci con loro.” Parole di prudenza, ma la realtà parla di una Roma rinata, capace di raccogliere 70 punti in 29 partite nel 2025, più di Napoli e Inter. Numeri che raccontano di un progetto già solido, di una squadra che cresce a vista d’occhio e che a San Siro cercherà la definitiva consacrazione.

Nell’attacco romanista, la coppia Dybala–Soulé è la novità che nessuno si aspettava. I due mancini si sono trasformati da alternative a complementari. Dovevano darsi il cambio, oggi giocano insieme: Dybala più largo, Soulé più libero di inventare. Il talento argentino ex Frosinone è stato fin qui una delle rivelazioni della stagione — tre gol e due assist — mentre la Joya sta ritrovando la brillantezza dei giorni migliori.

Gasperini non ha nascosto la sua fiducia: “I problemi di Paulo sono sempre stati gli infortuni. Si sta allenando bene e spero sia una grande stagione per lui.” Parole di stima che raccontano come Dybala sia tornato a essere il riferimento tecnico ed emotivo della Roma.

Dall’altra parte, il Milan arriva con diversi assenti pesanti: Gimenez, Rabiot e Pulisic. Allegri si affida alla coppia Leao–Nkunku, ancora inedita dal primo minuto, e spera che la spinta di San Siro possa compensare le difficoltà di organico. La sua squadra resta una delle principali outsider per lo scudetto, ma deve ritrovare continuità dopo qualche passo falso.

La Roma, invece, si presenta con l’entusiasmo di chi ha già vinto tutte le partite giocate in trasferta tra campionato ed Europa. Svilar tra i pali, Mancini e Ndicka a guidare la difesa, Cristante confermato trequartista dietro Soulé e Dybala. Una formazione che rispecchia l’identità di Gasperini: solidità, organizzazione e coraggio.

Per la Roma questo match è un esame di maturità ma anche una chance inaspettata. Poter guardare tutti dall’alto a novembre, con un gruppo da ricostruire e un progetto ancora in rodaggio, sarebbe il segnale che questa squadra non è più una sorpresa, ma una realtà con cui tutte le big dovranno fare i conti.
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Fonti: Il Messaggero / Il Tempo / Gazzetta dello Sport / Corriere della Sera

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