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Roma-Inter – Grinta, compattezza e futuro

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Partita serrata tra due squadre fino ad ora quasi ineccepibili

Roma-Inter regala una delle sfide più intense di questo inizio di stagione di Serie A 2025/26. In un Olimpico gremito, l’Inter, miglior attacco del campionato con 21 gol in 8 giornate, riesce a conquistare tre punti pesantissimi contro la Roma di Gian Piero Gasperini, che fino a oggi vantava la miglior difesa del torneo (appena 4 reti subite). Una gara che conferma la solidità dei nerazzurri di Cristian Chivu, capaci di imporsi anche in casa di una diretta concorrente per le zone alte della classifica.

Inizio scoppiettante

Partenza ad altissima intensità: dal primo secondo la partita tra Inter e Roma ha mostrato subito carattere, ritmo e contrasti duri da entrambe le parti. L’Inter parte fortissimo, pressando alto e impedendo alla Roma di costruire dal basso, mentre i giallorossi cercano spunti offensivi alternando il gioco sulle fasce e le verticalizzazioni.

Al 4’ minuto arriva il primo episodio: ammonito Lautaro Martínez per un fallo giudicato severamente su una progressione di Wesley. L’episodio accende gli animi, ma non frena i nerazzurri. Al 6’ minuto, ecco il gol del vantaggio: Bonny, ancora una volta protagonista, si conferma degno sostituto di Thuram (troppo prematuro definirlo “erede”), finalizzando con freddezza un contropiede micidiale. L’assist è di Barella, che pesca il francese in profondità sfruttando un errore colossale della difesa giallorossa sulla trappola del fuorigioco.

Una progressione di 30 metri e una conclusione precisa nell’angolo basso portano l’Inter sull’1-0. Da lì in poi, predominio nerazzurro per tutto il primo tempo: possesso palla del 58%, pressing costante e diverse conclusioni da fuori di Calhanoglu e Dimarco. L’unico squillo della Roma arriva al 38’, con un cross dalla trequarti di Wesley che attraversa tutta l’area senza trovare nessuna deviazione.

Secondo tempo in trincea

La ripresa è totalmente asimmetrica rispetto al primo tempo. La Roma cresce di intensità, alza il baricentro e costringe l’Inter a chiudersi nella propria metà campo. Tra il 50’ e il 65’ arrivano tre occasioni nitide per i giallorossi: un colpo di testa di poco alto, una punizione velenosa di Dybala deviata da Sommer e un tiro ravvicinato respinto da Acerbi in scivolata.

Le ripartenze nerazzurre, per quanto potenzialmente pericolose, spesso si spengono senza trovare concretezza. Chivu interviene con una serie di cambi mirati, per certi versi anche discutibili, ma dal significato chiaro: nella nuova Inter tutti sono utili, nessuno è indispensabile.

Escono Lautaro e Calhanoglu, entrambi spremuti dalle nazionali, ed entrano Pio Esposito e Frattesi, che danno nuova linfa al pressing e al recupero palla. Poi spazio ai “soliti” Sucic e Carlos Augusto, mentre Zielinski completa la rivoluzione del centrocampo. Una gestione intelligente e coraggiosa da parte di Chivu, che porta l’Inter a difendere il risultato con compattezza e spirito di squadra fino al triplice fischio.

Corsi e ricorsi

Per l’ennesima volta, l’Inter esce vittoriosa da uno scontro con una squadra di Gasperini, e per l’ennesima volta lo fa con un’identità chiara, pragmatica e matura. Ancora una volta, la squadra nerazzurra mostra la capacità di soffrire da grande, portando a casa un risultato preziosissimo in un campo difficilissimo.

Il calendario ora propone un vero e proprio trittico di fuoco: Union Saint-Gilloise in Champions League, Napoli e Fiorentina in campionato. Tre partite in nove giorni che rappresentano un nuovo stress test per l’Inter di Chivu, pronta ad affrontare un ciclo in cui si giocherà praticamente ogni tre giorni.

Ma rispetto al passato, questa Inter sembra diversa: più matura, più profonda, più consapevole della propria forza. E soprattutto non ha paura di affidarsi ai giovani nei momenti chiave: Bonny, Pio Esposito, Sucic e Carlos Augusto stanno diventando risorse fondamentali in un progetto tecnico che punta alla continuità nel tempo.

Con questa vittoria per 1-0 in casa della Roma, l’Inter si piazza momentaneamente in vetta, mantenendo intatto l’entusiasmo di un gruppo che continua a convincere e a vincere.

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