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Gasp e l'Inter: ostacolo e riscatto. La Roma vuole una grande notte

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Se c'è una partita che Gian Piero Gasperini vorrebbe vincere, e quella di sabato. E non (solo) per la classifica. E non (solo) per dimostrare a tutti che il primo posto in campionato è tutt'altro che casuale. Ma perché c'è un avversario di fronte, l' Inter, che rappresenta la parentesi meno felice della sua carriera e che gli è valsa un'etichetta che ha faticato a staccarsi di dosso. E perché c'è una serie negativa aperta che fa spavento. Gasperini non batte l'Inter da 15 partite: io sconfitte (di cui le ultime 8 consecutive) e cinque pareggi è il curriculum recente del tecnico, certamente poco nobile. (...) Adesso, di fronte a una squadra che proprio come il Torino schiererà una difesa a tre, il tecnico non è orientato a ripercorrere la stessa strada. Perché nel frattempo sono cambiate almeno due situazioni: il recupero di Pellegrini e anche il rilancio in pianta stabile di Dovbyk , che allora era ancora un giocatore ai margini, uno di quelli che «non era nei miei piani farlo entrare in campo», parole dello stesso Gasp. Che stavolta è orientato verso un altro tridente, con Soulé e Pellegrini a supporto di Dovbyk e Dybala jolly da spendere a partita in corso. Jolly vincente, spera Gasperini. Che nel 2011 a Milano, sulla panchina nerazzurra, non ebbe neppure il tempo di far vedere il suo bagaglio: 73 giorni e solo cinque partite ufficiali prima dell'esonero. (...) La Roma, adesso, vale per il tecnico il completamento del suo percorso. E la grande piazza che Milano che gli ha tolto dopo due mesi e mezzo. E lo sfizio, anzi, l'obiettivo di dimostrare che i suoi principi di calcio vanno bene a qualsiasi latitudine. Sabato all'Olimpico ha una grande occasione per dimostrarlo.

(corsera)

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